Il gol del Genoa è ugualmente arrivato, per interposta persona. Invece che Gudmundsson, stavolta ci ha pensato Tommy Maistrello, sconosciuto ai più: suo il tocco che ha regalato una fettina di potenziale salvezza al Cittadella frustrando le velleità di secondo posto cullate dal Bari. Grazie al calciatore di Correggio, i due punti persi dal Grifo a Bolzano passano in cavalleria, come un semplice, accettabile rallentamento senza subire danno alcuno. E intanto un’altra giornata è trascorsa senza che il vantaggio rispetto ai “galletti” sia diminuito.
Il traguardo non è stato ancora raggiunto, ma la banda del Gila ha tagliato lo striscione dell’ultimo chilometro e pare disporre di forze sufficienti per respingere l’inseguitore. Conti alla mano, basterà battere l’Ascoli nel prossimo turno e apparecchiare la tavola sul prato di Frosinone per scatenare i caroselli sulle vie genovesi prima della passerella finale a Marassi proprio di fronte ai pugliesi, i quali – sarà un caso? – quando terminano le gare senza rigori a favore e in parità numerica non vincono da mesi…
Grazie al Cittadella, dunque, è come aver vinto in questa storica prima esibizione in Alto Adige. Il Grifo, pur senza brillare di vivida luce, ci ha provato sino alla fine, colpendo un palo con il solito islandese e reclamando due penalty che l’ineffabile Di Bello, secondo le previsioni della vigilia, non ha accordato. La produzione di palle-gol è stata complessivamente deficitaria: sia per la prestazione infelice di Coda nel primo tempo, sia per l’assurda scelta gilardiniana di schierare nella ripresa Ekuban e non Puscas al posto del centravanti titolare e sia per gli atavici limiti offensivi della squadra, povera di fantasia e costituzionalmente a trazione posteriore.

Il mister biellese stavolta ha il nostro appoggio nella decisione di non schierare una seconda punta: le folate offensive degli avversari, tecnicamente modestissimi ma atleticamente e fisicamente inarrestabili, non consigliavano di indebolire la cerniera centrale per cercare avventure in avanti. L’ennesimo clean sheet del portiere Martinez (autore di un capolavoro su Odogwu appena prima dell’intervallo) è un segnale di forza spedito dal Genoa a tutte le rivali.
Certo, se fosse arrivata la rete del successo non si parlerebbe di furto o di ingiustizia. Nell’ultimo quarto d’ora solo il Genoa ha forzato le giocate pur di imporsi, secondo le abitudini di un team che sempre stanca gli antagonisti e poi tenta di punirli nel finale.
Al di là delle discutibili opzioni del Gila, va rimarcato che Sabelli ha dato forfait per un attacco influenzale e Criscito ha chiesto il cambio all’ora di gioco per un problema muscolare. Senza i titolari delle due fasce, era inevitabile puntare esclusivamente sul corridoio centrale, il più intasato. E siccome il Grifo di suo non è una macchina da gol, ecco confezionato uno zero a zero non certo vergognoso. Dopo tutto, per una squadra decisa a salire di categoria, il pareggio in casa della quarta in classifica è di per sé un verdetto gradito. Manifestare rimpianti, almeno stavolta, è un esercizio che non ci coinvolge.
PIERLUIGI GAMBINO