Mirko Antonucci e Massimo Coda sono appaiati a quota 10 nella classifica dei bomber cadetti e si preparano ad una sfida diretta al calor bianco. I gol del bomber pugliese hanno trascinato il Genoa in seconda posizione, ma una delle prodezze firmate dal centravanti del Cittadella, alla fin fine, ha giovato ancor di più alla causa del Grifone. Sì perché l’attaccante capitolino fu protagonista dell’unico insuccesso casalingo stagionale rimediato dal team rossoblù: rete pesantissima, che allontanò provvisoriamente il team veneto dagli ultimissimi posti e definitivamente l’ineffabile Blessin dall’orbita genoana.
Il nuovo Genoa, targato Alberto Gilardino (che subentrò al tedesco dopo quella disavventura) ha calzato gli stivali delle sette leghe ma al Tombolato, in quest’imminente turno di regular season non avrà di che divertirsi. Il carneade Gorini, allenatore-bandiera dei granata, sta portando avanti il discorso del suo predecessore Venturato, primario artefice del boom di una provinciale mai doma. È nel dna dei veneti combattere su ogni pallone: a maggior ragione se di fronte si esibiranno calciatori onusti di glorie più o meno recenti.
Il Cittadella non è uno squadrone, ma sa come gettare bastoni tra le ruote di una “grande”: i suoi giocatori correranno il doppio, si danneranno fin quando le gambe risponderanno. È presumibile che alla distanza accusino la fatica, ma sarà meglio non illudersi che ciò accada. Il modulo, collaudatissimo, è il 4-3-1-2, basato più sullo spirito di sacrificio che su formule tattiche particolari. A leggere la formazione granata, non si incontrano elementi dal passato prestigioso ma parecchi mestieranti, che tra i cadetti si sono già ritagliati un posto dignitoso.
Il Genoa dovrà seguire pedissequaente i consigli di un mister che cura parecchio l’aspetto psicologico. Solo a Parma e parzialmente a Como l’input si è rivelato infruttuoso, ma Badelj e compagni hanno già assimilato quelle due lezioni e non ricadranno in certi errori di superficialità.
A livello di atteggiamento, nulla di nuovo. Il Grifone non è squadra che schiacci e soffochi gli avversari: preferisce cuocerli a fuoco lento, macinarli ben bene per poi divorarli. L’ideale sarebbe passare presto in vantaggio, ma non sempre le ciambelle hanno il buco in mezzo: meglio temporeggiare, agire con pazienza, senza sbilanciarsi, magari costringendo gli antagonisti allo sbaglio fatale.
Gila non è tipo da improvvisazioni o da clamorose sorprese. La formula adottata sta fornendo frutti copiosi: perché accantonarla? Si ripartirà dalla difesa a tre, stavolta con il titolare Vogliacco in mezzo, ad aprire la manovra e a consentire le scorribande ai compagni Bani e Dragusin. Sulla fascia sinistra torna Mimmo Criscito e a destra Sabelli, altro elemento che deve farsi sentire anche in propulsione. La mediana, oltre agli inamovibili Badelj e Strootman, dovrebbe contemplare Frendrup, fresco cannoniere: così capitan Sturaro può ristabilirsi in tutta tranquillità. All’occorrenza, potrebbe pure esibirsi Jagiello, che nella metà campo avversaria sa come lasciare il segno.
Infine l’attacco. Gudmundsson, dopo aver espresso pubblicamente gioia per la sua felice avventura genovese, è inamovibile e Coda merita una maglia da titolare, ma Puscas e Salcedo, tutt’altro che semplici rincalzi, sono pregati di scaldare i muscoli per un eventuale ingresso in corso d’opera.
La bilancia del pronostico pende nettamente dalla parte genoana, ma anche tra i cadetti le sorprese sono all’ordine del giorno. I rossoblù dovranno sudare, ma anche il Bari, di scena a Pisa contro una pretendente ai playoff, potrebbe imbattersi in una buccia di banana. Certo, se la banda del Gila dovesse mantenere le distanze dai “galletti” con un turno in meno da disputare, sarebbe autorizzato qualche sbilanciamento dialettico. Non resta che attendere il verdetto del campo.
PIERLUIGI GAMBINO