Tecnica? Tattica? No, psicologia. Sì perché è attorno a questa scienza che ruota qualsiasi previsione riguardo alla Sampdoria attuale. Il ko con la Cremonese è stato una botta tremenda, dalla quale è assai arduo rialzarsi, ed è scontato capire quali possano essere le conseguenze a livello mentale. I rassegnati propendono per la tesi della demoralizzazione: senza più reali stimoli legati alla salvezza, i blucerchiati potrebbero insomma mollare i pappafichi e smettere di lottare. I fiduciosi invece sbandierano un’altra chiave di lettura, ugualmente accattivante: dissolti la paura di fallire e l’obbligo di fare risultato, ecco che si profilano prestazioni più positive proprio per via di una testa libera da pensieri.
Di sicuro si attende il test di Lecce con un briciolo di curiosità, pur congiunta con prospettive platoniche. Di sicuro i giallorossi locali avranno ben altre motivazioni: provengono da sei sconfitte di fila ed hanno visto pericolosamente assottigliarsi il margine attivo rispetto al Verona quartultimo. Per loro, l’appuntamento con la Samp è di vitale importanza e anche il pareggio insinuerebbe più di un incubo. Al di là dei propositi, comunque, rimane la realtà di una formazione in riserva di energie e con un attacco che spara a salve: nell’ultimo mese e mezzo, solo un gol all’attivo, perdippiù infruttuoso.
La sosta arriva sull’orlo del baratro: il Lecce si impone 2-0 sulla Sampdoria a Marassi
Marco Lanna invita i suoi a crederci, ma le sue appaiono più che altro dichiarazioni di facciata. Il penultimo posto però è alla portata e, tutto sommato, non è proprio vietato sognare l’aggancio agli scaligeri, lontani ma non lontanissimi. Ne va dell’onore, ma guadagnare una o due posizioni – chissà – potrebbe spalancare orizzonti impensabili, ovviamente legati alla giustizia sportiva.
Dejan Stankovic è il classico nocchiero costretto a navigare in acque agitate. Qualche sbaglio di rotta lo ha commesso ma non pare aver perso il controllo dell’equipaggio. A livello psicologico è tuttora seguito dai suoi ragazzi, ma la sua opera di convincimento è via via più complicata.
Sull’aereo diretto in Puglia sono saliti dubbi vecchi e nuovi di formazione. Gunter è tornato disponibile e c’è da chiedersi se convenga o meno riproporlo e se tornare alla difesa a tre. A livello di probabilità è favorita la soluzione con Zanoli nei tre centrali e Leris esterno destro di centrocampo.
Le incertezze maggiori tuttavia ineriscono la linea avanzata. Se Leris dovesse giocare più indietro, ecco due soluzioni, la prima delle quali contempla Cuisance e Djuricic trequartisti a supporto dell’unica punta Gabbiadini. Ma i due sunnominati si stanno rivelando i meno concreti della combriccola: tanto da chiedersi se non sia venuto il momento di schierare dal primo minuto due attaccanti puri. Stampa e tifoseria sostengono quest’ultimo assetto, con Lammers – galvanizzato dal suo primo gol in casacca blucerchiata – al fianco del capitano, ma il trainer sinora è rimasto fedelissimo ad un modulo più prudente, rivelatosi però fallimentare o quasi.
Sugli spalti di via del Mare, la Samp sarà sostenuta da un manipolo di fedelissimi piegatisi alla discutibile normativa che li obbliga a presentarsi con la tessera del tifoso. Un diktat maturato tardissimo, dopo che centinaia di supporters avevano già acquisito il biglietto d’ingresso e programmato il viaggio. Ma a livello di ordine pubblico possiamo davvero parlare di partita a rischio incidenti? Boh…
Frattanto prosegue senza sussulti la telenovela riguardante la società. Il finanziere Alessandro Barnaba è attivissimo per ottenere la garanzia di poter salvare il titolo sportivo e l’iscrizione alla serie B in caso di acquisto di una Samp mondata di tutti i debiti non sportivi: sbocco che lascerebbe il Viperetta completamente a bocca asciutta. Occorre una procedura complessa, da ultimare prima della dichiarazione di fallimento, ma il tempo a disposizione è davvero esiguo e nel frattempo si accavallano le scadenze economiche da onorare: la prima concerne la quota di debito concordata, poi sarà la volta degli stipendi e di altre pendenze col fisco. Davvero un’infinita serie di ostacoli da superare nel giro di un mese e mezzo: sarebbero superabili se la volontà di salvare il club fosse comune, ma la proprietà non ha alcuna intenzione di collaborare, anzi. Che guazzabuglio!
PIERLUIGI GAMBINO