Il sanguigno Lucarelli, dopo aver riempito di elogi la gradinata Nord, potrebbe farle un regalone in questo turno di campionato che vedrà opposta la sua Ternana al Bari. Basterebbe rallentare la marcia dei galletti pugliesi per provocare un gigantesco sospiro di sollievo nel clan genoano, che al curriculum della primaria antagonista sta guardando con un pizzico di preoccupazione. E le recenti esternazioni del patron De Laurentiis, apertissima verso la prospettiva di gestire un’eventuale serie A con l’impegno di cedere (ma senza fretta…) la società non tranquillizzano affatto, tutt’altro…
Il Genoa ha dalla sua tre punti di margine attivo e la vittoria conquistata nella sfida diretta allo stadio barese: vantaggio corposo ma insufficiente a dormire placidi sonni, in attesa del retour match a Marassi nell’epilogo stagionale. bisognerebbe battere il ferro finché è caldo e possibilmente incrementare il distacco capitalizzando un calendario per ora non proibitivo. A Brescia è d’obbligo inseguire i tre punti: ambizione legittimata dall’attuale pochezza delle “rondinelle”, che a Venezia hanno interrotto la serie nera intascando un punticino ma senza far balenare un’autentica inversione di tendenza. Le statistiche condannano il team lombardo, che divide con la Spal l’ultimo posto, con il Benevento la palma di squadra meno prolifica della cadetteria e in fatto di reti subite han fatto meglio soltanto del Cosenza: numeri davvero impietosi. A ciò si aggiunga un ambiente in ebollizione, con i tifosi che stanno portando avanti diverse forme di contestazione nei confronti di Massimo Cellino, personaggio da sempre tra i più discussi.
Il Brescia non vanta individualità di spicco e fatica in ogni zona del campo. Non una formazione cuscinetto, intendiamoci, ma neppure un team che sappia accendere, anche sporadicamente, l’entusiasmo. Il compito di rianimare una piazza furiosa tocca a Daniele Gastaldello, fresco presidente onorario di un club di tifosi della Samp, la società in cui trascorse il miglior periodo della carriera sino a meritarsi, per serietà ed attaccamento ai colori, la fascia di capitano. Per lui si prospetta una contesa speciale, ma anche per il suo secondo, Mario Bortolazzi, l’indimenticato “regista” del Genoa più forte del Dopoguerra, quello di Branco, Skuhravy e Aguilera.
Il Brescia si schiererà secondo il 4-3-1-2, che potrebbe mutare nel cosiddetto modulo ad albero di Natale. Ma più della disposizione tattica conterà l’atteggiamento. Chiaramente i rossoblù confidano in un avversario che provi a giocarsela con un briciolo di coraggio, ma temono invece di imbattersi nell’ennesima Maginot. Che sia il Genoa a comandare il match è scritto nel libro della logica, ma a quale livello di predominanza?
Mister Gilardino ha ormai trovato la quadra e difficilmente cambierà assetto o pedine sullo scacchiere. Il suo undici non diventerà mai spumeggiante, brioso e rapido, ma punterà su armi differenti, non meno efficaci: possesso palla, personalità, intelligenza tattica, personalità e il quid – spesso decisivo – di fantasia ed estemporaneità garantito dal folletto Gudmundssson. A ciò si aggiunge un’invidiabile robustezza non solo della difesa ma anche di un centrocampo che – sin quando le forze dei suoi attori lo consentono – può esercitare un pressing asfissiante.
Sarebbe importante rompere il ghiaccio nel primo quarto di match, così da inclinare la gara verso una favorevole discesa. Se l’impresa riuscisse, ecco che, magari nella ripresa, l’ingresso di Ekuban, egregio contropiedista, potrebbe creare minacce e qualche dispiacere alle “rondinelle”.
Per il resto, non si configurano novità sostanziali, all’insegna del motto “squadra che vince non si tocca”. E se Gila si portasse appresso quache incertezza, nessun problema: Frendrup e Jagiello sono rimpiazzi sontuosi per il centrocampo, Criscito può avvicendare senza traumi qualsiasi difensore e in avanti – dove ancora mancheranno Coda e Aramu – c’è un certo Salcedo, che non vanta il fisicaccio di Puscas ma è in grado comunque di interpretare proficuamente il ruolo di prima punta. Tutti rincalzi che altrove sarebbero titolari inamovibili: ecco un’altra ricchezza di un Genoa che ha imboccato la strada maestra e la percorre con estrema regolarità.
PIERLUIGI GAMBINO