Le chiavi del momento d’oro rossoblù: Albert e Gila, difesa e Dragusin

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Datemi un gol e solleverò il mondo. Lo slogan, doverosamente ritoccato, si attaglia perfettamente al Genoa. Ne sanno qualcosa Spal e Cosenza, stritolati da un Grifone che, appena riesce a sbloccare il risultato, diventa irrefrenabile.

I rossoblù procedono in tutta regolarità, pareggiando in trasferta e umiliando gli avversari che si avventurano a Marassi. Merito di un tecnico lungimirante e maturo nonostante la giovane età, ma anche di un collettivo funzionale, nobilitato da alcune individualità sopra le righe. Il rumeno Dragusin è di gran lunga il miglior difensore della categoria ed ha recentemente imparato a sfruttare statura e atletismo anche in area avversaria. Ci ha preso gusto, con le sue incornate, a impallinare i malcapitati portieri rivali.

Fonte: Genoa CFC.it

Davanti a lui agisce un altro calciatore con la serie B non avrebbe nulla di he spartire: l’islandese Gundmusson. Anche nei momenti più grigi della squadra, eccolo distinguersi per attivismo, qualità tecnica, inventiva e prendere per mano i compagni: un fuoriclasse, se rapportato alla categoria, Non è un caso che da lui sia partito il calibrato calcio fermo che ha propiziato l’1.0 e anche il dribbling e la conclusione vincente del raddoppio.

Con due elementi del genere in giornata sì, il Genoa può strapazzare qualsiasi antagonista: figuriamoci le ultime due della classe. Ovvio che altre formazioni cadette renderanno più dura la vita al Grifone, ma non è il caso di oscurare con certe considerazioni il 7-0 globale registrato negli ultimi 180 minuti. E se contro la Spal lo 0-0 ha resistito per cinque sesti di gara, stavolta è stato abbattuto dopo mezz’ora, e – fatto assolutamente inedito nella stagione – all’ora di gioco il vantaggio era raddoppiato, per il sollievo degli oltre ventimila innamorati sugli spalti.

Fonte: Genoa CFC.it

La goleada ha cancellato dalla mente le abituali fatiche per trovare il primo gol, ma anche sotto quest’aspetto qualche progresso è affiorato. Contro difese chiuse a riccio, Puscas e C. faticheranno sempre, ma hanno trovato in Dragusin un piede di porco in più per aprire qualsiasi porta.

La chiave che ha scardinato il Cosenza

Mister Alberto ha indotto a qualche smorfia quando ha riproposto un centrocampo imbottito di gente esperta ma non rapidissima e, soprattutto, la difesa a tre, che a rigor di logica appariva in contrasto con la tipologia del match (in pratica, un testacoda). Invece, la presenza di Vogliacco al centro del trittico difensivo aveva un preciso scopo: consentire a Bani e soprattutto a Dragusin di avanzare frequentemente sino a trasformarsi in attaccanti aggiunti senza il rischio di sguarnire le retrovie. Gila, che conosce a fondo il materiale a disposizione, aveva capito prima di tutti noi che due giganti di difesa anche in area avversaria possono rivelarsi più incisivi e decisivi rispetto alle numerose seconde punte in organico.

Fonte: Genoa CFC.it

Il Genoa non manderà a bersaglio decine di giocatori, ma bastano e avanzano i cannonieri abituali, che appaiono instancabili: oltre a Coda, attualmente in bacino di carenaggio, ci riferiamo ai sunnominati Dragusin e Gundmusson, ma anche a Jagello e allo stesso Puscas, altro bomber che molti club cadetti possono solo sognare.

E se l’attacco funziona sempre più, che dire della fase difensiva? Sette match casalinghi consecutivi (tutti quelli della gestione Gilardino) senza reti al passivo rappresentano un’enormità, ma la saldezza del Genoa si è disvelata pure in trasferta, come attesta la recente sfida al calor bianco di Cagliari. E siccome i campionati si vincono da sempre subendo poco piuttosto che realizzando a profusione, ecco che l’ottimismo è un’immediata conseguenza.

La corsa per la Serie A

Certo, le avversarie dirette non mollano, ma restando alla regular season, difficilmente il cast delle pretendenti si allargherebbe oltre Bari e Sudtirol. E se la matricola altoatesina prima o poi potrebbe concedersi un rallentamento – magari indotto dalla dirigenza, al primo anno in cadetteria – i galletti pugliesi si giocheranno la promozione diretta sino all’ultimo palpito.

Al di là degli exploit recenti, i biancorossi si lasciano temere in base ad altre due considerazioni. La prima si lega alla recente intervista al patron De Laurentiis, perentorio nel dichiarare che in caso di promozione venderà al più presto il club per eliminare la doppia proprietà con il Napoli. La seconda si riferisce ai recenti arbitraggi di cui ha goduto la formazione pugliese, con parecchi episodi dubbi interpretati a senso unico. Il Genoa non ha di che lamentarsi riguardo alle direzioni arbitrali delle sue partite, ma è insopprimibile il sospetto che in serie A i presunti quarantamila spettatori ai match casalinghi del Bari potrebbero esercitare un’influenza politica non indifferente.

PIERLUIGI GAMBINO

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