Attaccante cercasi per la Sampdoria contro la Salernitana

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È sterile l’esercizio di chi va a compulsare la rosa attuale della Sampdoria alla spasmodica ricerca di una bocca da fuoco. Altre squadre, consce di non disporre del classico bomber, hanno scovato qualche sbocco offensivo nei centrocampisti e nei difensori, ma anche quest’esercizio, dalle parti di Bogliasco, si sta rivelando infruttuoso. Sino a gennaio, se non altro, era disponibile Colley, che amava portarsi in area avversaria e ogni tanto colpire. Non si può chiedere identico operato a Nuytinck, Amione e Murillo, dediti esclusivamente all’interdizione.

Anche i centrocampisti lasciano a desiderare. Rincon non si è mai avventurato al tiro e Winks raramente si avvicina ai sedici metri avversari. Sugli esterni, qualche speranziella può giungere da Augello, non nuovo a tentativi vincenti, mentre Leris non ha proprio la vocazione.

Così, forzatamente, si deve guardare soltanto alla prima linea. In rifinitura, mancando l’infortunato Djuricic – neppure lui, comunque, un cannoniere – restano Cuisance e Sabiri. Il primo l’anno scorso, nelle file del Venezia, è andato a bersaglio due volte. Il marocchino avrebbe le giuste caratteristiche, ma Stankovic deve porsi addirittura il dubbio se schierarlo o meno, osservando il suo progressivo distacco dalla realtà doriana e sapendo che la tifoseria gradirebbe non vederlo più all’opera con la maglia più amata.

In avanti, peggio che andar di notte. Manolo Gabbiadini era e resta il miglior bue della stalla, ma stavolta dovrà accomodarsi in tribuna, causa somma di ammonizioni. Rammentando le sue ultime prove, il rimpianto scema, ma chi se non lui sarebbe in grado di produrre un’impennata? Così mister Deki fruga nelle pieghe dell’organico per identificare altre vie d’uscita. Quagliarella sta meglio, ha smaltito l’intossicazione, ma la sua autonomia è inversamente proporzionale all’età: lui sì che ai tempi d’oro sarebbe stato una garanzia di gol e di punti, ma adesso?

Lammers, dal canto suo, sta ancora inseguendo la prima gioia personale in blucechiato. Al di là del fresco acciacco ad una caviglia, colpita dura in allenamento, come chiedergli di scoprirsi stoccatore? Da lui il trainer pretende, se non altro, qualche suggerimento per i compagni: ne è capace.

Restano Jesé Rodriguez e De Luca, sinora accantonati per varie ragioni, ma Stankovic non potrà rinviare ulteriormente un loro utilizzo più duraturo. Lo spagnolo, nelle file del Real Madrid e del Las Palmas qualche pallone l’ha infilato nel sacco, ma non è mai stato prolifico e il secondo è alle prese con un lento recupero atletico dopo una prolungata sosta: la sua presenza e il suo fisicaccio nel mischione dell’area avversaria potrebbero comunque condizionare i difensori rivali. Già, ma qualche minutaggio possiamo attenderci da lui?

La discesa agli inferi di Jesé Rodriguez

Tutti questi pensieri agitano le notti dell’allenatore serbo, consapevole che già pareggiare contro la Salernitana – figuriamoci perdere… – rischierebbe solo di allungare l’agonia. Servono tre punti, e il “come” ottenerli passa in secndo piano.

Detto dei ballottaggi in avanti e delle scelte scontate a centrocampo, non resta che decidere tra Zanoli, duttile e sveglio finché si vuole ma esterno per vocazione, e il ristabilito Gunter per completare il trio di centrali difensivi. Il primo, però, garantirebbe maggiore spinta.

Amaranto in ripresa

La Salernitana è uscita è più o meno definitivamente dalla crisi rifilando tre sberle ad un Monza presentatosi in Campania con animo vacanziero ed è indubbio che l’esonero di Nicola a favore di Paulo Sousa abbia causato uno scossone ad un ambiente demoralizzato. I granata, se sconfitti a Marassi, tornerebbero a soffrire, sicché si annunciano battaglieri. Possibile ma non certo il rientro in terza linea del veterano Fazio, mentre in avanti dovrebbe riapparire il temibile Dia, ben più ispirato dell’ex genoano Piatek.

Sampdoria umiliata a Salerno: 4-0

Quella granata – a differenza della Samp – è una cooperativa del gol con un membro, il 35enne Candreva, che nelle file doriane ha fatto faville prima di imbattersi nella difficile convivenza con mister Giampaolo. Anche lui ha spinto per lasciare Genova, e ciò potrebbe attiragli dagli spalti più fischi che applausi. La speranza è che quel distacco non certo indolore non lo spinga a fare il fenomeno.

PIERLUIGI GAMBINO

 

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