Datemi un gol e solleverò il mondo. Il Genoa lo inseguirà anche in questo posticipo, con l’imperativo di firmarlo abbastanza presto. Probabilmente basterebbe a mettere in cassaforte una partita, quella contro il Cosenza penultimo della classe, che sotto il profilo difensivo non dovrebbe presentare soverchi problemi. Passare presto in vantaggio potrebbe infatti favorire un’altra beneficiata, ma senza i patemi provati di fronte alla Spal.
Il Grifo non garantisce una potenza esplosiva neppure a ranghi completi, figuriamoci se mancano due titolari fissi come Aramu, prossimo comunque al rientro, e Coda, di cui si riparlerà dopo la sosta di fine mese. Mister Gilardino sta studiando a fondo nuove soluzioni per accrescere l’incidenza nella zona calda e può essere che partorisca un attacco inedito, a costo di esporsi a qualche rischio supplementare in terza linea. Di sicuro cercherà una maggiore partecipazione dei difensori alla manovra e anche alla finalizzazione. Dragusin, autore di due reti nelle ultime tre gare, si poterà avanti spesso e volentieri, magari protetto da Badelj in arretramento, ma anche Haps, sulla fascia, avrà il compito di assicurare una spinta costante e qualche ghiotto traversone. L’ex Venezia dovrebbe giocare a sinistra – la sua collocazione ideale – ma anche a destra, se il trainer necessitasse di far riposare Sabelli.
In terza linea ci sarà sicuramente posto per Vogliacco, ormai considerato un titolare aggiunto, con Bani che, ancora dolorante alla spalla, potrebbe limitarsi ad un posto in panchina, per le emergenze.
A centrocampo si naviga nell’abbondanza: o meglio, affiora qualche possibilità di scelta. Badelj cercherà di vincere la stanchezza e Strootman dovrebbe ritrovare il posto al fianco o in sostituzione del croato, co Frendrup sicuramente in campo. Anche Sturaro, reduce da una serie di prestazioni sopra le righe, è in corsa per il titolarato.
Da decidere l’impiego di Jagiello, che a Cagliari è incappato in una serata dispari, ma è pur sempre un centrocampista a vocazione offensiva e, in mancanza di Aramu, il più efficace battitore dei calci fermi (corner e punizioni). Gila dovrà stabilire se piazzarlo a centrocampo o se avanzarlo sulla linea di Gudmundsson a supporto dell’unica punta fissa, naturalmente Puscas.
Descritto il quadro tradizionale, ecco lo sbocco ulteriore ad un mal di gol che da sempre affligge il Grifone nella prima ora di match. Ci riferiamo all’utilizzo dal primo minuto di una seconda punta, segnatamente Salcedo, che figura davanti a Dragus e – soprattutto – al deludente Yalcin nella gerarchia delle seconde punte. Tale variazione, peraltro suggestiva, comporterebbe però una revisione profonda del gioco d’attacco, sinora legato a posizioni e a meccanismi ben definiti. Ed ecco perché la soluzione dei due attaccanti potrebbe, alla fin fine, rimanere una semplice via nuova da imboccare a partita in corso.
Le assenze e il calendario fitto di impegni paiono preoccupare più dei “lupi” silani, che hanno abbandonato il fanalino di coda dopo aver piegato nel recupero i “cugini” della Reggina con doppietta del diciannovenne Nasti, virgulto ottenuto in prestito dal Milan. Vedremo in questo posticipo se l’inatteso exploit nel derby avrà trasformato psicologicamente una squadra che a livello di individualità lascia parecchio a desiderare. Volontà, rabbia ed impegno non mancano, ma il gioco era e rimane piuttosto farraginoso. Nel calcio nulla è da escludersi, ma appare altamente improbabile che l’unici del giovane mister Viali riesca ad arrecare reali insidie alla retroguardia genoana.
Servirà solo, a Puscas e compagni, mantenersi sul pezzo senza incorrere in cali di concentrazione. Ed occorrerà pure, ogni tanto, variare lo spartito offensivo: ben vengano i lanci e i cross, ma è auspicabile tentare anche qualche conclusione dal limite, un’arma che i ragazzi del Gila hanno sinora sguainato con eccessiva parsimonia.
PIERLUIGI GAMBINO