Genoa a Cagliari coi ranghi ridotti, al varco la vecchia volpe Ranieri

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Stavolta il calendario non è stato amico del Grifone. Mai come ora Gilardino avrebbe necessitato di un bel po’ di gorni per svuotare un’infermeria rigurgitante di ospiti ed invece bussa all’uscio la trasferta di Cagliari, punteggiata di trappoloni. Il viaggio in Sardegna è da considerarsi il più delicato tra quelli che ancora attendono il Genoa, e sarebbe occorsa una squadra prossima ai ranghi completi invece che un organico non privo di assenze e ricco per contro di incertezze.

Consoliamoci pesando che se, come sostengono all’unisono gli addetti ai lavori, l’organico rossoblù è il più nutrito e vaso della categoria, questa è l’occasione per dimostrarlo. Gila dovrà chiedere lumi dallo staff sanitario, cui il lavoro non manca certamente, anche se – di riffe o di raffe, magari con qualche adattamento e forzatura – dovrebbe ugualmente scaturire una formazione presentabile, in grado di competere ad armi pari con gli isolani.

La sfida è ricca di suggestione. Si affrontano due retrocesse, i club più gloriosi della cadetteria e anche le squadre che vantano i calciatori più titolati. In teoria è una sfida di serie A2, benché il Cagliari sia piuttosto attardato in classifica – pur in netta ripresa – e il Genoa sia ancora costretto a giocarsi un posto al sole col rampante Bari.

A corollario aggiungiamo il confronto tra il mister più anziano (e prestigioso) della categoria, Claudio Ranieri, ed il principale esponente della nouvelle vague, Gilardino. E se il lavoro del biellese si è riflesso nei risultati pregevoli già raccolti, quello del veterano – subentrato in tempi più recenti – sta emergendo partita dopo partita. Entrambi sono accomunati da un apprezzabile raziocinio: prima non prenderle, assestare la difesa e poi con calma, sviluppare una manovra efficace. E se il genoano punta su moduli più in voga, il testaccino, come ha fatto alla Sampdoria, propone il 4-4-2, variato ogni tanto in 4-3-1-2, ma senza svolazzi.

Entrambi i team appaiono più solidi che prolifici. Il Cagliari però può farsi forte della rabbiosa determinazione del bomber Lapadula, che nella Genova rossoblù incappò in un delle annate peggiori della carriera, ma ha saputo risollevarsi e nell’annata in corso ha già raggiunto la doppia cifra. Anche Pavoletti, altro ex genoano, entrerà in distinta, ma – reduce da infortunio – sarà centellinato. Al loro fianco, in avanti, troviamo Mancosu, altro frequentatore assiduo della serie B. Insomma, tutta gente da controllare attentamente.

Il Genoa, in teoria, può opporre nomi ancor più altisonanti, ma tra infortuni vari e usura da carriera Gila non se passa benissimo. Quali e quanti acciaccati riuscirà a recuperare? Un domandone cui si risponderà solo in extremis. La speranza è di ritrovare Aramu, almeno uno dei due centravanti (più Puscas che Coda) e, soprattutto, il motorino di centrocampo Frendrup. Altrimenti in avanti si farà fuoco col poco legno disponibile: ovviamente Gudmundssson, il fresco acquisto Salcedo, magari uno tra Yalcin e Dragus, sinora mai pervenuti. E chissà che a togliere le castagne dal fuoco non provvedano nuovamente Jagiello, che in condizioni normali servirebbe eccome al centrocampo o i due goleador appena scoperti, Dragusin e Bani, che sulle palle inattive possono essere letali.

Fonte: Genoa CFC.it

Si annuncia un match ispido, con i rossoblù continentali mentalmente preparati a lavorare soprattutto in fase difensiva. D’altronde, per dirla proprio alla Ranieri, quando non si riesce a vincere è fondamentale almeno non perdere. Ed ecco farsi largo la tentazione di un ritorno alla difesa a tre – con Vogliacco a completamento – supportatata sull’out di sinistra dal mestieraccio di Mimmo Criscito e a destra dalla rapidità e intraprendenza del duttile Haps.

Bisognerà poi trovare la quadra in mediana, poiché Badelj, Sturaro e soprattutto Strootman avrebbero bisogno di rifiatare, ma i ricambi latitano. I vecchietti cercheranno di stringere i denti: semmai qualcuno di loro salterà la partita successiva, col fanalino di coda Cosenza a Marassi.

                            PIERLUIGI GAMBINO

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