3-0 bugiardo con la Spal, Genoa solido ma senza brillantezza e vivacità

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Vogliamo commentare il risultato? E allora scriviamo di un pomeriggio fantastico per un Genoa che in precedenza aveva realizzato tre gol in unico match, al Parma nell’andata, senza peraltro vincere quella sfida. Peccato che fermarsi al secco 3-0 inflitto alla Spal sia come nascondere montagne di polvere sotto il tappeto. Sì perché prima del gol liberatorio di Dragusin ad un quarto d’ora dal termine, i rossoblù avevano prodotto un solo tiro nello specchio e creato ben pochi brividi in area ospite: una miseria.

Anche stavolta, di fronte ad un manipolo dimostratosi in tutto degno della pessima classifica, i rossoblù non hanno risparmiato al proprio popolo una sofferenza atroce ed il timore che la corsa verso la serie A subisse un gravissimo rallentamento. Sarebbe ingeneroso non riconoscere plausibili scusanti a mister Gilardino, che dopo i conclamati infortuni di Aramu, Hefti e Ilsanker, si è trovato a dover rinunciare in extremis a Coda e Fendrup ed ha perso in corso d’opera l’altro attaccante puro, Puscas, e l’estero destro Sabelli. Tuttavia, le sue scelte iniziali non hanno affatto convinto.

Fonte: Genoa CFC.it

Affidare il centrocampo ad un trio di veterani in là con gli acciacchi e piazzare alle spalle di un’unica punta un centrocampista puro come Jagiello è stato un attentato alla pazienza dei tifosi. Il portiere ospite sin oltre l’intervallo ha soltanto beccato del freddo: nessuno lo ha riscaldato obbligandolo ad intervenire. E se è vero che Gila, in primis, punta a non prendere gol, è anche vero che avrebbe dovuto prevedere certe incommensurabili difficoltà nella costruzione e nella finalizzazione.

Badelj, Strootman e Sturaro offrono decine di anni di esperienza, dispongono di discreta fisicità e sanno come e dove piazzarsi, ma sembrano usciti da un unico stampino: si muovono impacciati e a velocità dopolavoristica e sono privi di spunto e rapidità nello stretto. Schierarne uno o al massimo due può rappresentare un valore aggiunto, ma tutti e te assieme tre: chi corre per loro? Siccome non era disponibile Frendrup – motorino indispensabile – il solo Jagiello avrebbe potuto garantire un briciolo di dinamismo e vivacità al reparto. Invece il polacco, impiegato all’altezza di Gudmundsson e spesso più avanti, vale a dire fuori ruolo, è affogato.

Per lunghi tratti la manovra rossoblù era ristretta al lancio lungo verso Puscas, circondato da difensori strutturati: verso quale compagno avrebbe fatto l’eventuale sponda? Non sarebbe stato preferibile affiancare al rumeno una seconda punta come Salcedo (rivelatosi, nel finale, vivace e pungente) arretrando il sunnominato Jagiello sulla linea mediana?

Fonte: Genoa CFC.it

Nella ripresa è indubbio che il Genoa abbia aumentato i giri del proprio motore, iniziando a sfruttare maggiormente le fasce, ma senza creare opportunità ghiottissime. L’episodio focale, avvenuto al 78′, non a caso ha coinvolto gli elementi più redditizi della squadra: Gudmundsson (abile a crearsi il calcio di punizione), Jagiello (il centrocampista più dotato di tecnica, specialmente sulle palle inattive) e Dragusin (scopertosi di recente un eccellente colpitore di testa anche nelle aree rivali). Siccome anche nel calcio pecunia non olet, che importa se gli ultimi tre gol rossoblù sono giunti dai difensori centrali? È una risorsa preziosa e va sfruttata, a patto che non ci si debba affidare esclusivamente ad essa a causa della latitanza offensiva di centrocampisti e punte.

Fonte: Genoa CFC.it

Mediti, Gila e tragga insegnamento dall’ultima partita senza adagiarsi sugli allori. Il futuro riserverà il Cosenza (ospite a Marassi il prossimo week-end, dopo la trasferta infrasettimanale a Cagliari) ma soprattutto antagoniste ben più ferrate dell’impotente Ars et Labor. E in quei confronti occorrerà assolutamente un altro Genoa.

                              PIERLUIGI GAMBINO

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