È un’annata maledetta, e quasi ogni partita rafforza questa tesi con nuovi elementi. A Monza, nel fatidico minuto 96, è successo l’inenarrabile. Quali pensieri saranno passati dalla testa di Murru nel momento in cui il sardo ha avvinghiato senza alcun motivo plausibile Petagna in piena area? Dejan Stankovic non è stato il solo blucerchiato a scoppiare in un pianto dirotto: in centinaia hanno avuto un’identica reazione di fronte ad un raptus così inspiegabile.
In un attimo si è macchiata la pagina più esaltante dell’intera stagione. Sì perché vincere nella tana dei lanciatissimi biancorossi sarebbe stato più significativo che imporsi a Reggio Emilia o a Cremona, le altre due tappe felici della via crucis blucerchiata. E siccome al successo, ormai maturo, si sarebbe accoppiata una prestazione gagliarda e convincente sotto molti aspetti, ecco che la fiammella della speranza si sarebbe trasformata in un incendio.
Invece si deve registrare un altro verdetto pazzesco, che va ad unirsi alla beffa empolese (gol del pari inopinatamente annullato a Colley nell’ultima azione) e al recente blitz marassino dell’Udinese, maturato anch’esso nelle fasi conclusive. Il veleno nella coda.
La Samp, intendiamoci, ha qualche demerito, ma non gliene gira dritta una. Senza il doppio infortunio a Gunter nel riscaldamento pre-gara e a Nuytinck durante il primo tempo, Murru, tutto meno che un difensore centrale affidabile, sarebbe rimasto a guardare. Si dirà: era in panca Murillo, lui sì con le caratteristiche giuste, ma sta attraversando un periodo infelice ed è ancora sul mercato. Ecco perché il trainer ha preferito lasciarlo fuori.
Adesso è arduo prevedere quali conseguenze psicologiche potrà comportare il mancato trionfo in terra brianzola. Di sicuro è una botta durissima da assorbire, anche considerando la forza e il momento felice attraversato dal prossimo avversario, la Beneamata, indisturbata damigella d’onore della serie A. Riusciranno Audero e compagni a fissare nella memoria quanto di apprezzabile hanno saputo compiere nel posticipo cancellando quegli attimi finali da incubo?
Comunque, un punto è entrato, utile perlomeno a guadagnare qualcosina rispetto ai cugini spezzini, che provengono da tre stop di fila e faticano a ripartire. Certo, bisognerebbe superare in graduatoria pure il Verona, compagine in sicura ascesa, ma non si tratta di un’impresa proibitiva. E se a ciò aggiungiamo la prospettiva non propriamente campata in aria di una certa retrocessione a tavolino…
Il tempo dirà se stiamo coltivando solo illusioni, ma è indubbio che i 90 minuti della Samp a Monza siano stati pregevoli, tra i migliori dell’annata. Tra le note confortanti, i due gol nello stesso match, evento con un solo precedente, nella tana del Sassuolo. Mettiamoci poi la conferma che Gabbiadini, goleador di giornata, può sempre accendersi e rivelarsi decisivo e non trascuriamo la novità di giornata: il risveglio perentorio di Lammers, improvvisamente guarito dall’evanescenza e capace di servire il passaggio dell’1-0 e propiziare il bis con colpo d’ariete che il portiere rivale ha assorbito con sforzo, consentendo a Gabbia il tap-in vincente.
Al di là delle prestazioni singole la Samp, intesa come complesso, ha superato alla grande l’esame finestra monzese offrendo una mezz’ora iniziale splendida, premiata dal vantaggio, e comunque mostrandosi tonica e organizzata anche nelle fasi successive. Il pari dei biancorossi va ascritto solo in piccola parte a Nuytinck, fattosi buggerare da Petagna, la cui giocata però merita caldi elogi. Convincente pure la ripresa, nella quale gli uomini di Palladino sono parsi più intraprendenti, cozzando peraltro contro l’apparato difensivo doriano, oleato ed efficace. L’azione di ripartenza che ha condotto al nuovo vantaggio blucerchiato è stata spettacolare e ricca di quel cinismo che spesso era mancato nel corso del campionato.
Vero che la Samp, prima di regalare il definitivo pari, stava barcollando da qualche minuto: un calo successivo a qualche cambio forzato e, soprattutto, all’attacco di crampi che ha appiedato (senza più possibilità di sostituzione) Winks, sino a quel momento l’indiscusso dominatore della contesa per lucidità nei disimpegni e puntuale presenza in copertura. Ma sui tre punti c’era ormai una ferrea ipoteca, svanita in extremis.
Intanto, non si scorge un filo di luce in fondo al tunnel societario. Parecchie strade per uscire dalla crisi sono ormai state interdette e quelle praticabili sono punteggiate dagli ostacoli frapposti dal Viperetta, pervicace nell’illudersi che il “bene” Sampdoria possa affrancarlo da una fine ingloriosa. L’uomo del Testaccio è immerso solo solo nel suo spietato egoismo e nella disperazione, pessima consigliera. Possibile che nessuno riesca a farlo ragionare?
PIERLUIGI GAMBINO