La partita di Monza? È laggiù, sullo sfondo, un’immagine sfuocata, un evento secondario, quasi trascurabile. Nel pianeta Samp si pensa ad altro e ogni approccio ai fatti nudi e crudi è un pieno di rabbia, di paura, di sconcerto. Venerdì in cinquecento si sono radunati sotto la sede della Erg, forse ignari che ogni venerdì l’ultimo impiegato dell’azienda esce alle 15. Doveva essere un atto simbolico e così è stato: con slogan urlati di ogni genere, qualche striscione di protesta. Nulla di incivile o di violento. Nelle pieghe della contestazione, anzi, è emersa – più che l’ira funesta di chi si sente tradito – un’accorata richiesta di aiuto, un ultimo grido di disperazione.
A Garrone chiunque imputa due frasi che lo stanno incastrando. “Ha superato tutti i filtri”, pronunciò al momento della presentazione del Viperetta come nuovo proprietario, sorvolando sul fatto che una delle aziende del suo successore stava fallendo. “In momenti di assoluta emergenza farò quanto potrò per salvare la Sampdoria” – esternò in tempi più recenti in piazza Leonardo da Vinci. Adesso la tifoseria gli chiede il conto.
Sul resto – il comportamento da lui tenuto al di fuori dei due momenti succitati – ognuno porta avanti la propria tesi ed ha maturato un’opinione, più o meno precisa, ma di sicuro non esiste uniformità.
La realtà davanti agli occhi di tutti è che la casa sta bruciando e non si intravvede un metodo per spegnere l’incendio. La strada imboccata non conduce al paradiso, ma non ci sono alternative e a questo punto la sola speranza è che il giorno prima della sentenza più atroce si presenti un salvatore disposto a ripartire, magari dalla B, preservando però il titolo sportivo.
In questo baillamme mister Deki e i suoi ragazzi cercano di alimentare la fiamma della speranza a livello sportivo, pur consci che sul loro capo pende l’ipotesi di una penalizzazione, castigo inevitabile in caso la società entro il 16 febbraio non adempisse agli obblighi di legge. C’è ancora quasi mezzo campionato da onorare e chissà che un risultato imprevisto raccolto qua o là non spalanchi nuove prospettive, magari fidando sulla crisi di Spezia e Lecce e sulla comunque improbabile retrocessione della Juventus.
In Brianza sarà dura, durissima, e proprio non ci voleva quest’esplosione del Monza, trasformatosi da pericolante in rivelazione stagionale grazie all’opera di un allenatore alle prime armi, Raffaele Palladino, persona intelligente e capace di abbeverarsi alla fonte di Gian Piero Gasperini, il suo allenatore al Genoa.
Perché i discepoli di Gasperini si stanno prendendo il calcio italiano
I biancorossi hanno appena inferto il secondo dispiacere stagionale alla Vecchia Signora e viaggiano a ritmi supersonici, sospinti da una proprietà economicamente fortissima (la famiglia Berlusconi) e dalle doti manageriali di Adriano Galliani. Esprimono un calcio frizzante, gradevole agli occhi, organizzato ma non attendista. Tra le doti precipue, un dinamismo sopra le righe, la tecnica di parecchi individui e la capacità di incidere con parecchi elementi in zona gol.
La Samp si porta appresso da mesi proprio questo basto pesantissimo: l’incapacità di buttarla dentro. Il mercato invernale si è chiuso senza che la lacuna venisse colmata e, d’altronde, chi dispone di un goleador se lo tiene stretto oppure le lo fa pagare cifre astronomiche. Vero che tra i blucerchiati sono addirittura tre i direttori sportivi a libro paga, ma anche se fossero dieci, senza un soldo bucato da spendere sarebbe improbo trovare – anche all’estero – un cannoniere prolifico.
Il malcapitato Stankovic proverà a fare fuoco con la legna a disposizione: alquanto modesta. A cosa e a chi si può aggrappare? Alla luna favorevole dell’incostante e acciaccato Gabbiadini, ad un’invenzione del flemmatico e mai decisivo Lammers, all’orgoglio mai sopito del quarantenne Quagliarella che perlomeno in carriera ha crivellato i portieri avversari con alta frequenza. Due di loro giocheranno titolari, con l’obbligo di darsi una bella svegliata.
Alle loro spalle non giostreranno rifinitori, dato che all’oggetto misterioso Sabiri si è aggiunto in infermeria Djuricic, il cui recupero appare improbabile. Ed ecco un’immediata chances per il diciottenne Ilkhan, spedito in Riviera dal Toro: se ne dice un gran bene, anche a livello balistico. Chissà che qualche pericolo per il portiere biranzolo De Gregorio non giunga da lui. Il turco sarà affiancato in mediana dal pugnace Rincon e da quel Winks che sta illuminando con la propria sagacia la manovra doriana, trasformando ogni passaggio in una proposta interessante. Purtroppo, sta predicando nel deserto.
Sulle fasce nessun dubbio riguardo ad Augello, mentre lo scalpitante Zanoli potrebbe rubare il posto a Leris, soldatino fedele alla causa ma incapace di produrre un lampo vincente.
Infine la difesa, che può essere considerata il pezzo forte della combriccola. Gunter, appena giunto da Verona, è altamente affidabile e con il centrale Nuytinck e il mancino Amione forma un terzetto di valore assoluto, come pochissime (o forse nessuna) delle altre pericolanti può vantare. Tre gendarmi sontuosi a protezione di capitan Audero, altro irrinunciabile puntello. Questo poker potrebbe bastare a respingere l’assalto di Mota Carvalho e company, ma lo 0-0 – pur meglio di una sconfitta – servirebbe a poco quando occorre compiere una serie di poderosi balzi verso l’alto.
PIERLUIGI GAMBINO