Atalanta-Samp, 8 gol in una partita contro 8 gol in un girone

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Atalanta e Sampdoria hanno segnato entrambe otto reti. Con una lieve differenza: che i bergamaschi le hanno realizzate in una sola partita, contro la malcapitata Salernitana, e i blucerchiati nell’intero girone di andata. Un divario abissale, spaventoso, che Rimarca la straordinaria vena offensiva dei nerazzurri, capaci di andare tre volte a bersaglio anche di fronte alla Juve, e l’astinenza da record europeo dell’attacco doriano.

Tale premessa basta e avanza a disegnare fedelmente il confronto diretto tra le due compagini in quest’avvio di girone ascendente. All’andata Audero e compagni subirono un torto clamoroso da arbitro e Var, solleciti ad annullare in apertura una rete validissima di Caputo salvando così gli ospiti, poi vittoriosi, da un’affannosa rincorsa. A distanza di cinque mesi sarebbe assurdo attendersi una restituzione dal corpo arbitrale, sinora ingeneroso nei confronti della Samp, ma basterebbe già un trattamento equo, come si conviene anche ai club immersi in problemi di sopravvivenza.

Chiaro, il team blucerchiato è atteso da una scalata di sesto grado superiore. Come se non bastasse l’attuale abisso di carattere tecnico, ci si mettono pure i recenti sviluppi nelle prime piazze, con la Juve penalizzata e le milanesi che arrancano. Così, anche gli orobici, quasi senza accorgersene, sono tornati prepotentemente nell’orbita Champions e, già che sono in ballo, intendono ballare sino in fondo per un traguardo obiettivamente non preventivato.

Dejan Stankovic porta sempre più frequentemente le mani al capo, in segno di disperazione. La sconfitta targata Udinese è stata un colpo tremendo, tale da sgonfiare le speranze e le chances di recupero, sicché il lavoro del mister, prima che tecnico-tattico, dev’essere psicologico. Servirebbe un colpo d’ala, un risultato inatteso, che scuota l’ambiente e inviti a crederci ancora: così ci si aggrappa alle stranezze che il calcio ogni tanto riesce a regalare.

Prima che con l’Atalanta, mister Deki deve fare i conti con le assenze e con le partenze: quelle già certificate e quelle potenziali. In difesa è sicuro il forfait di Colley, che resta chiacchieratissimo sul fronte del mercato. Vero che si prospetta l’arrivo di Dragovic, caldeggiato espressamente dall’allenatore, ma per Bergamo i difensori sono contati e sarà giocoforza affidarsi a Murillo, non certo tra i più esaltanti. D’altronde, l’alternativa sarebbe un accentramento di Murru, che solo da esterno rende a sufficienza.

Qualche movimento in più concerne il centrocampo. L’auspicio è che Winks disegni altre traiettorie stuzzicanti e continui a dirigere il gioco da par suo, ma non potrà predicare nel deserto. Al suo fianco stavolta non potrà che esserci un mediano di rottura, atteso da un improbo lavoro, data la qualità e la fisicità dei pari ruolo atalantini, Tocca senz’altro a Rincon, l’argine più efficace di casa Samp, ma Vieira, l’alternativa, si tenga pronto: chissà che, per arginare le veementi avanzate del rientrante Koopmaeiners e dei suoi compagni non occorra un ulteriore frangiflutti.

Sulla fascia sinistra spazio al rivalutato Augello, mentre a destra la fresca esuberanza di Zanoli potrebbe spuntarla sulla disciplina di un Leris che più di tanto non può offrire alla causa.

In rifinitura tocca ancora a Djuricic, visto che Verre è ormai un giocatore del Palermo e Sabiri è tornato in infermeria. Anche dal serbo ci s attende di più, sia in copertura, sia sul fronte assist a pro delle punte. E qui ci si addentra in una salva oscura: sì perché Gabbiadini passa da un acciacco all’altro e in campo si assenta di frequente mentre Lammers, con il suo passo felpato e i suoi tocchi morbidi, non incide mai. Che la sfida contro il club che ne detiene il cartellino provveda a risvegliarlo? In alternativa troviamo capitan Quagliarella, che ha già ordinato in pasticceria la torta dei 40 anni, e Montevago, che di anni ne ha la metà ma non riesce ancora a buttare un pallone nel sacco.

È forse inutile magnificare le doti dello squadrone gasperiniano. Da segnalare comunque le doti del diciannovenne danese Hojlund, prospetto pazzesco, ma non c’è un punto debole nella prima linea nerazzurra. Semmai, è la difesa che ogni tanto lascia a desiderare: sta ai doriani smentire sé stessi e passare all’incasso.

L’ultima nota riguarda i fatti extracalcio. La recente polemica a distanza tra Garrone e il consiglio di amministrazione ha accresciuto lo sconcerto e lo sdegno di una tifoseria attonita. L’ex patron doriano sta scontando il peccato originale di aver regalato la società ad un personaggio sfuggente come il Viperetta, che continua a tirare la corda pretendendo un’assurda buonuscita. Pressoché inevitabile è una strategia emergenziale, adottata dagli attuali dirigenti, perlomeno per giungere… in vita sino al traguardo di maggio e salvare il titolo sportivo. Anche in questa prospettiva, tuttavia, quale futuro remoto potrebbe prefigurarsi?

                       PIERLUIGI GAMBINO

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