Saluto a Rocco Fotia, anima generosa e funambolica della Samp anni 60′ e 70′

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Dopo Salvi e Cristin ci ha lasciati un altro del quintetto d’attacco di quella Samp che ci fa tornare bambini, Rocco Fotia, genovese ed ala funambolica, che con i suoi dribbling faceva impazzire Facchetti, trenta centimetri più alto di lui. Battara, Sabadini, Sabatini, Corni, Spanio, Lippi, Salvi, Lodetti, Cristin, Suarez, Fotia quando le formazioni si imparavano a memoria, dall’uno all’undici, ed il piccolo Rocco, che esordì a diciotto anni nel 1965 a S.Siro contro il Milan, dopo un prestito all’Intenapoli, compagno di Chinaglia e Wilson che poi vinsero lo scudetto con la Lazio e con allenatore Luis Vinicio, tornò a Genova vestendo la maglia della sua amata Samp ed in quella stagione, nel 1970-71, conquistò un posto da titolare dopo le prime giornate negative e non mollò più la maglia numero undici, conquistando la fiducia di Fulvio Bernardini.

Era sempre piacevole scambiare due chiacchiere sulla Samp fuori dalla tribuna con Rocco, critico con i calciatori d’oggi e sulla loro mancanza di tecnica di base, lui che la insegnò per tanti anni nel settore giovanile della Samp e poi nella bella avventura con l’amico ed ex compagno Delio Cappanera nell’Internazionale di Genova. Dopo la Samp giocò anche a Mantova e a Napoli, dove lo volle espressamente proprio Vinicio, ma i problemi alle ginocchia ne fermarono la carriera prima dei trent’anni. Tornò in campo nelle fila del Pontedecimo a fare le fortune della società granata insieme ad un altro ex rossoblucerchiato, il suo amico Garbarini.

 

Di quella Samp che si salvò solo sul filo di lana, con una vittoria soffertissima sul Varese alla penultima giornata, abbiamo vivido nella mente il ricordo di un pomeriggio del febbraio 1971, lo stadio Ferraris tutto esaurito ed il Milan capolista di Nereo Rocco, l’indimenticabile “Paron”, capolista e favoritissimo contro la Samp che schiera tra gli altri Giovanni Lodetti, ex dal dente avvelenato. Nella Sud non entrava più nemmeno uno spillo, eravamo tutti pigiati e quella partita la seguii dal parterre, con mio papà che teneva mio fratello più piccolo sulle spalle, per permettergli di vedere qualcosa. E dopo un quarto d’ora, proprio sotto la gradinata, ecco Salvi colpire di testa e tra i giganti della difesa rossonera, il lunghissimo portiere Cudicini, con la sua divisa nera, soprannominato “ragno nero”, Anquilletti e Schnellinger ecco sbucare in volo proprio lui, Rocco Fotia, che rendeva più di un palmo in altezza ai suoi avversari e che in tuffo di testa infila sotto la Sud, raccogliendo l’abbraccio dei compagni, pazzo di felicità. Poco dopo arriverà il pari di Nestor Combin ma quella rete rimarrà nella storia blucerchiata, segnata dal piccolo grande Rocco che vogliamo ricordare così, con la maglia numero undici della sua amata Sampdoria, raccogliere l’abbraccio di Giancarlo ed Ermanno sotto la gradinata in festa.

MARCO FERRERA      

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