Vero che la Samp è ormai avvezza, specialmente nei gironi di andata, a mettere le tende in fondo alla classifica, ma l’attuale penultimo posto non procura minore inquietudine. In teoria parliamo di una squadra matura, con un solo under 25, Leris, nell’orbita della formazione titolare, ma l’esperienza accumulata non sta regalando consapevolezza nei propri mezzi e la tenuta mentale resta labile e assolutamente da verificare in ogni capitolo di campionato.
Presi uno per uno, i giocatori spezzini sono di caratura inferiore a quelli di Giampaolo, ma questo giudizio incontrovertibile non basta ad ipotecare un risultato favorevole al Picco. Entrambe le compagini stanno ansimando, ma la Samp è più giù in classifica e non ha ancora sconfitto la sindrome degli scontri diretti, specialmente in trasferta. Cresce pertanto la curiosità sull’atteggiamento di Bereszynski e compagni, capaci di smarrirsi e ritrovarsi frequentemente negli stessi 90 minuti di match.
La panca di Giampaolo non pare accusare scricchiolii sinistri: sia per quel contrattone in scadenza a giugno 2024, sia per la comprensibile riluttanza della dirigenza a compiere mosse avventate, figlie di una reazione istintiva o di una volontà popolare sempre più perentoria. Il tecnico non è amatissimo dalla maggioranza della tifoseria, che lo accusa di mancanza di carisma più che di errori tattici. Tocca a lui far ricredere la gente doriana, convinta che quest’organico, senza valere una poltrona europea, sia in grado di schiodarsi dalla cantina della graduatoria.
Probabilmente serve una svolta, anche un successo rubacchiato per riempire il sacco della fiducia: unta traversa bassa, un palo interno o anche – finalmente – un arbitraggio mondo da episodi controversi e sfavorevoli ai “marinai”. Ma certe metamorfosi del destino vanno aiutate da un approccio felice e da un prosieguo ancor più convincente.
Qui sta il nocciolo, più che qualche ideuzza tattica non ancora sperimentata o qualche ritocco all’undici base. Certo, inizia ad intrigare l’ipotesi di lanciare dal primo minuto Gabbiadini, di gran lunga l’individualità più marcata di casa Samp. Si sapeva che il suo recupero sarebbe stato lento, a “step”, sicché bisogna solo aspettare. Ma una speranziella di vederlo all’opera già dal primo minuto esiste: e pazienza se l’allenatore, per non perdere l’incisività di Caputo in avanti e poter riproporre nel contempo il prediletto 4-2-3-1, sarebbe costretto a scegliere tra Sabiri – assai in ombra dall’avvio di stagione dopo le prodezze primaverili – e Djuricic, l’altro elemento in confortante crescita.
La sensazione, però, è che alla fin fine trionfi la fedeltà al 4-1-4-1, modulo conservativo più che coraggioso, trattandosi di gara in trasferta, da non perdere più che da vincere a tutti i costi. Allora, conferma per Leris e Djuricic esterni, con un unico ballottaggio reale in mezzo: Villar, più adatto a comandare le operazioni, o Vieira, meno dotato di fosforo ma più pugnace e idoneo a recuperare palla. In retroguardia, i soliti tre pretendenti per due maglia, con Colley prossimo al rientro e Murillo lievemente favorito su Ferrari.
Gara aperta a qualsiasi verdetto, da tripla. Lo Spezia in casa è competitivo, ma i limiti, conseguenziali ad una campagna estiva votata in primis alle cessioni (in un sol colpo, via Provedel, Erlic, Maggiore e Manaj, e scusate se è poco), sono evidenti nonostante il felice impatto del nuovo tecnico, Gotti, sollecito nell’introdurre un 3-5-2 piuttosto rigido.
Aspettando Ekdal (la cui lunga assenza conforta sempre più la scelta blucerchiata di non continuare il rapporto), il centrocampo è affidato a Bourabia, mentre in attacco, con il virtuoso Verde aibox, non rimane che il duo Gyasi-Nzola, dal rendimento imprevedibile.
Di sicuro non sarà semplice per i doriani trovare il varco nella cintura arretrata bianca composta da Ampadu (gran bell’acquisto), Kivior e Nikolau, tre che nella massima serie non sfigurano affatto. Il Napoli ha faticato a spuntarla, ma stavolta i liguri d’Oriente attaccheranno con frequenza, aprendo varchi invitanti, che la Samp ha il dovere di sfruttare.
PIERLUIGI GAMBINO