L’andatura sinusoidale della Samp suggerisce un succoso interrogativo: finiranno prima le prestazioni eccellenti contro le “grandi” o quelle pessime, inaccettabili di fronte alle rivali dirette?
Una prima risposta è attesa in questo lussuoso anticipo serale marassino al cospetto dei campioni d’Italia. Anni fa, si sarebbe scritto alla vigilia che non c’è partita, ma i tempi sono cambiati e, almeno quando si gioca in casa della più debole, è consigliabile tenere apertissimo il pronostico.
Di sicuro la sfida, e il suo sviluppo, è legata a innumerevoli variabili e quesiti. In casa del Diavolo, nonostante il trionfo nel derby, non tutto fila a meraviglia e i reiterati pareggi esterni segnalano la presenza di qualche limite. I rossoneri, opposti a difese munite e a compagini fisicamente atrutturate, faticano spesso, mancando di uno sfondatore e dovendosi sempre affidare alla qualità indiscussa del gioco.
Ergo, se la fase difensiva dei blucerchiati si rivelasse efficace come contro Juve, Lazio e – parzialmente – Atalanta, ecco che un risultato positivo non sarebbe affatto un miraggio. Certo, occorrono attenzione e tonicità atletica: doti che al Bentegodi, in specie nella ripresa, non sono affiorate. Serve una prova di abnegazione, sacrificio e corsa per sopperire al “gap” tecnico e spezzare quelle combinazioni che il Diavolo sa attuare contro chiunque.
Alleato di Rincon e compagni troviamo il calendario, che ha piazzato questa sfida proprio a cavallo tra due impegni ravvicinati dei rossoneri in Champions. Mister Pioli deve fare i conti con un principio di stanchezza della truppa e con la necessità di far rifiatare qualche punto di forza in vista del delicatissimo test di giovedì prossimo con la Dinamo Zagabria. In un sol colpo, ecco tra i titolari il navigato centrale difensivo Kjaer (reduce da una sosta lunghissima per un infortunio rimediato proprio a Marassi), il terzino Dest (appena approdato in Italia), il centrocampista Pobega, il rifinitore centrale Brahim Diaz e la punta fissa Origi. Rincalzi di lusso ma pur sempre rincalzi, che – fatto salvo lo scalpitante centravanti ex Liverpool, preferito a Giroud – non sembrano all’altezza dei titolari, comunque seduti in panca e pronti a subentrare se il punteggio parziale non arridesse.
La Samp è tenuta a sfruttare questa (presunta) minor compattezza del Diavolo, ma dovrà stare attentissima a mascherare le sue attuali carenze. È inutile negare che a Verona sia squillato il campanello d’allarme, e se certe difficoltà sul fronte realizzativo erano state da tempo metabolizzate, il regresso nella tenuta difensiva desta parecchie preoccupazioni. Tantopiù che tre gendarmi doriani (Colley, Murillo, Ferrari) sono alle prese con problemucci fisici che magari non impediscono l’impiego ma minano il rendimento.
Pure Quagliarella è acciaccato, sicché va a pallino l’ipotesi del 4-3-1-2, sempre che Giampaolo non decida di schierare dal primo minuto l’ultimo arrivato Pussetto (pur sempre una punta di ruolo) o Gabbiadini (in netta crescita atletica ma non ancora al “top”): prospettive da non scartare ma non probabilissime.
Ed ecco il rilancio del 4-1-4-1 con a sinistra Djuricic e a destra uno tra Leris (sempre più discusso) e Sabiri, il quale è oggetto di crescenti attenzioni e di inquietanti interrogativi: dov’è finito il talentuoso protagonista dell’ultima salvezza? Il marocchino latita da tempo, e non si comprende se si consideri ormai un intoccabile o se i continui spostamenti di ruolo lo stiano frastornando. Inutile aggiungere che senza il suo apporto la strada verso la salvezza diventa assai più impervia.
Per il resto, si prevedono solo conferme. Occorre una mediana robusta, ed ecco i due mastini Rincon e Vieira al fianco di Sabiri o Verre, con Villar da inserire in corso d’opera. Sulle fasce difensive, ovviamente, Augello e capitan Bereszynski, altro elemento tenuto a ritrovare l’antica dimensione.
Dimenticavamo Audero: da portiere discusso a dispensatore di miracoli. Non sarebbe giusto, però, obbligarlo ogni partita agli straordinari.
PIERLUIGI GAMBINO