La solita Sampdoria da trasferta torna da Verona a mani vuote

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Passano le giornate, trascorrono le settimane, siamo alla quinta, ma la Sampdoria non trova la prima vittoria, non trova i primi punti lontano da Marassi e non inverte una tendenza che la vede sempre sconfitta in trasferta – tranne due (Venezia e proprio a Verona) – sotto la gestione Giampaolo/bis.

Succede dunque al Bentegodi, contro un avversario apparso tranquillamente alla portata, con – a sua volta – non pochi problemi gestionali e di gioco, e dopo aver disputato un primo tempo superiore agli avversari, chiuso però inopinatamente sotto.

Nell’assolato pomeriggio veronese le due tifoserie rafforzano il loro storico gemellaggio. Oltre duemila doriani presenti sembrano non fare notizia, quando altrove si alzano peana per numeri ben più modesti.

Cioffi si affida nuovamente alla linea verde, e nel suo 3-5-2 sulle fasce c’è spazio per Terracciano a destra e Doig sull’altro fronte, mentre in avanti Henry e Lasagna completano una formazione tatticamente molto leggibile e scolastica, cosa che porterà notevoli vantaggi alla causa blucerchiata nella prima frazione.

Giampaolo, invece, riparte dal suo 4-3-1-2, nel quale Ferrari riprende il suo posto al fianco di Colley, Vieira giostra fra Rincon e Verre, e Sabiri appoggia la coppia Quagliarella/Caputo.

L’inizio dei biancocerchiati è confortante, e già dopo due minuti Montipò deve smanacciare un cross di Quagliarella da destra. La risposta gialloblù arriva all’ottavo: Audero è bravissimo su Lazovic, che però era in fuorigioco su un’imbeccata centrale, un rischio che la Sampdoria non sa valutare bene, come si era già visto contro la Lazio, e come oggi, quando Henry proverà ripetutamente a tirare fuori dal guscio i due centrali per aprire spazi ai centrocampisti.

Ma la partita, nella prima mezz’ora, la fa – e bene – la formazione di Giampaolo, che al 13’ orchestra una bella combinazione sulla destra che porta nuovamente Quagliarella all’assist per Caputo, che, solo al limite dell’area piccola, di testa impegna Montipò (ma avrebbe potuto fare meglio).

In tutta la prima frazione le note di cronaca sono di marca doriana. Il tutto, tra l’altro, con un Sabiri poco ispirato, e condizionato da un’ammonizione decisamente larga quanto la mano che colpisce un avversario in un normale contrasto aereo. Al 16’ Verre libera Augello per il tiro, rimpallato involontariamente da Caputo. Al 21’ e al 30’ la palla buona arriva a Quagliarella, che nella prima occasione prova a piazzarla (fiacca e fuori misura), e nella seconda cicca un tiro al volo che qualche anno fa avrebbe fatto venire giù il Bentegodi.

Il Verona non trova le misure, e la difesa doriana non soffre mai. È vero, niente di eclatante, ma il copione sembra chiaro. Non è quindi casuale che al 40’ il Doria passi. È ancora una volta Rincon a recuperare un pallone sulla tre quarti e a servire Caputo con un esterno delizioso. La punta pugliese si gira in area e lascia partire un sinistro a giro che trafigge l’incolpevole Montipò alla destra del portiere novarese, di rosa vestito. 1-0 Doria, ineccepibile.

E invece… E invece ecco il ribaltone che non ci dovrebbe essere, che non si dovrebbe mai subire prima di tornare negli spogliatoi. Gli esterni del Verona si alzano per la prima volta in tutta la partita, e al 44’ Terracciano fa spiovere un cross in area su cui Henry sovrasta nettamente Ferrari. Audero devia sulla traversa il pallone, che beffardamente sbatte sulla spalla del portiere blucerchiato e termina in rete per un pareggio che sa di premio eccessivo per la squadra di casa, fino a quel momento impalpabile.

Ma non finisce qui, perché allo scadere del terzo ed ultimo minuto di recupero i gialloblù mettono addirittura la freccia. È un gol – vale la pena ripeterlo – come non si dovrebbe mai prendere, soprattutto a pochi secondo dal gong. Su una rimessa laterale da destra, Henry chiama fuori i centrali blucerchiati e spizzica di testa all’indietro per l’incursione di Lasagna, il cui tiro è respinto da Audero ma proprio sui piedi dell’accorrente Doig, che insacca a porta vuota.

Le squadre vanno negli spogliatoi sul vantaggio di un Verona caparbio nel crederci quanto modesto nel proporsi per quasi tutto il primo tempo. Ma quanti rimpianti per i due gol, sui quali – tra l’altro – Audero il suo l’aveva fatto, eccome!

Nella ripresa Cioffi lascia negli spogliatoi lo spaesato Dawidowicz, sempre in difficoltà su un gagliardo Caputo, a pro di Gunter.

Ci si dovrebbe aspettare un Doria arrembante, e comunque lucido e propositivo, non meno di quanto visto nel primo tempo… e invece no. Il Verona, evidentemente rinfrancato dall’aver recuperato un risultato che stava scivolando via, troneggia per almeno un quarto d’ora. Una fase nella quale la Sampdoria non si riesce a ritrovare, è lenta, macchinosa, senza creatività, e incapace di bloccare le incursioni di Terracciano e Doig, che imperversano sulle fasce di competenza, mettendo in costante apprensione Bereszynski ed Augello, fino a quel momento positivi in entrambe le fasi.

Arrivano così opportunità per lo scozzese Doig, due volte, e per Lasagna, che al 56’ supera anche Audero ma da posizione molto defilata non trova la porta.

È il momento dei primi cambi. Fuori Verre – un neon guasto: a volte si accende, a volte no – per Djuricic, e Quagliarella per Gabbiadini, e più tardi anche Bereszynski per Leris e Vieira per Villar. Ma la Sampdoria è troppo piatta, cerca la giocata con Djuricic (eccessivamente innamorato del pallone e della gran giocata) e con Caputo, che invece impensierisce continuamente la difesa centrale di casa, ma nel complesso il centrocampo viene saltato con troppa facilità, e mentre nel primo tempo i ragazzi di Giampaolo erano sempre primi sul pallone, nella ripresa sono Lazovic e Veloso a dettare i tempi della manovra e a esaltare Audero, il primo al 74’ con il sinistro, il secondo all’81’ con il destro, mentre nel mezzo c’è anche la possibilità di doppietta per l’eccellente Doig, un cui cross sbagliato diventa un tiro che Audero leva letteralmente dalla porta.

Nel frattempo anche Cioffi provvede a variare alcuni interpreti. Fuori Ilic, rivelazione della scorsa stagione ma poco brillante, e Lasagna, sostituiti dallo sgusciante Kallon e da Tameze. Nel finale anche gli sfiniti Veloso e Terracciano lasceranno il posto all’ex Depaoli e a Hongla.

Nella ricerca della soluzione finale, Giampaolo fa esordire anche il neoacquisto Pussetto al posto di uno spento Sabiri. Il Doria riesce finalmente a scuotersi e al minuto 83 Gabbiadini, in caduta, sfiora il palo con il suo sinistro.

Dopo l’ennesima prodezza di Audero su Lazovic, bravissimo a costruirsi un’opportunità da destra con la complicità di Tameze che, in fuori gioco, fa velo per il compagno (la rete sarebbe stata presumibilmente annullata), c’è tempo per una grande opportunità per i biancocerchiati. Le tre punte – Gabbiadini, per Pussetto, per Caputo – dialogano in verticale. Il tiro dell’attaccante di Altamura sfiora il palo alla sinistra di Montipò, mancando un pareggio che nel complesso non sarebbe stato un furto.

Ma troppo brutta, però, questa Sampdoria del secondo tempo, per raccogliere un punto a Verona, dove i locali avevano battuto i blucerchiati due sole volte negli ultimi dieci anni. Incredibile la metamorfosi tra la squadra autorevole (anche se non trascendentale) dei primi quanta minuti, e quella svagata del finale di primo tempo, o quella involuta dell’intera ripresa. Neanche la grinta, la fame di risultati hanno portato la squadra rinunciataria del secondo tempo abbastanza vicino a Montipò, al punto da potersi meritare il pareggio.

E sabato, a Marassi, arriva il Milan campione, tanto per non farsi mancare niente.

Tabellino Verona-Sampdoria 2-1 Serie A 2022-23

Verona (3-5-2): Montipò 6,5; Coppola 6, Hien 6, Dawidowicz 5 (46’ Gunter 6); Terracciano 7 (88’ Hongla n.g.), Lazovic 6,5, Veloso 6,5 (85’ Depaoli n.g.), Ilic 5 (73’ Tameze n.g.), Doig 7; Lasagna 5,5 (73’ Kallon n.g.), Henry 6,5. All. Cioffi 6,5.

Sampdoria (4-3-1-2): Audero 7; Bereszynski 5 (72’ Leris 5,5), Ferrari 5, Colley 5,5, Augello 5; Rincon 6, Vieira 5,5 (72’ Villar 6), Verre 5,5 (59’ Djuricic 5,5); Sabiri 5,5 (79’ Pussetto n.g.); Caputo 6,5, Quagliarella 6 (59’ Gabbiadini 6). All. Giampaolo 5,5.

Arbitro: Valeri 6,5 (Preti/Berti – Santoro – Di Bello/Tolfo).

Calci d’angolo: 7-2

Ammoniti: Sabiri 6’, Ilic 48’ Henry e Colley 61’.

Recupero: 3’ e 5’.

Reti: 40’ Caputo, 44’ aut. Audero, 48 p.t. Doig.

Note: serata gradevole, buona affluenza di pubblico, nutritissima rappresentanza doriana.

Giuseppe Viscardi

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