La Sampdoria conclude il suo campionato con una sconfitta a San Siro contro l’Inter, teoricamente ancora in corsa per il titolo.
Giampaolo, che deve fare a meno di Colley squalificato e di tanti assenti per motivi fisici e di altra natura (Gabbiadini, ovviamente, ma anche Giovinco, Conti, Ekdal, Supryaha, tanto per citarne alcuni), conferma il modulo 4-5-1 che buona prova di sé ha fornito nell’ultimo mese, con Yoshida al posto del gambiano e Caputo per Quagliarella in avanti.
Risponde Simone Inzaghi con il 3-5-2 marchio di fabbrica di questa Inter, dove torna Bastoni come terzo di difesa e Correa affianca Lautaro Martinez in prima linea.
San Siro sembra crederci, è uno spettacolo di tifo cui partecipano anche i non pochi ragazzi in blucerchiato, venuti a sostenere la squadra persino in un pomeriggio in cui c’è ben poco da chiedere al campionato. Tuttavia l’entusiasmo nerazzurro dura poco, perché dopo neanche dieci minuti arriva da Reggio Emilia la notizia del vantaggio del Milan a gelare i bollenti spiriti del Meazza.
In campo però si gioca comunque. Il Doria si mostra molto compatto, con Thorsby a destra di Vieira e Rincon sull’altro fronte. I campioni uscenti pressano alto, Giampaolo raccomanda ai suoi di giocare dal basso ed evitare i lanci lunghi, ma per una decina di minuti i biancocerchiati non superano di fatto la metà campo, mentre al 7’ Calhanoglu saggia con il sinistro i riflessi di Audero.
Al 10’ i ragazzi di Giampaolo ribaltano il fronte, con Candreva – attivissimo – che centra teso per Thorsby, anticipato in quello che è il primo angolo della gara.
L’Inter giostra molto e prova la velocizzazione, ma non crea un granchè. Ci prova da fuori Barella al 18’, ma è solo attorno alla metà della frazione, con tre angoli consecutivi, che i nerazzurri alzano effettivamente i giri. La pressione si sgonfia con un colpo di testa di Lautaro Martinez fuori di un niente.
Il Toro argentino è il più pungente là davanti, come dimostra rubando palla a Bereszynski al 27’ ma senza impegnare particolarmente Audero. Correa è fuori partita, e comunque la Sampdoria è attenta e non concede spazi. Solo dopo la mezz’ora, con il Milan già sopra di due reti (ed è evidente, anche acusticamente, che San Siro lo sa), i nerazzurri si scuotono. Prima Barella tira e Yoshida sbroglia anticipando Audero, poi si accende un mischione spaventoso in cui il pallone non entra e la difesa doriana libera con affanno.
Il Milan dilaga contro il Sassuolo e il clima diventa surreale. Al 38’ Correa di testa impegna severamente Audero su cross di Dumfries e tre minuti più tardi il portiere blucerchiato conferma il suo stato di grazia su Lautaro Martinez, pescato da Barella che però si era liberato fallosamente di Rincon.
L’ultimo tentativo della frazione è di Dumfries di testa, su angolo di Calhanoglu, sempre pericoloso sui calci da fermo ma meno mobile rispetto a Barella e meno utile a Brozovic, miglior centrocampista del campionato ma ben ingabbiato dalla ragnatela giampaoliana.
Al riposo è 0-0 e ci può stare. L’Inter fa la partita ma la Sampdoria non sta a guardare, controllando con calma e provando a giocarsela.
La prima azione della ripresa è di marca doriana, con un numero di Sabiri che cerca Candreva, impreciso nel controllo da buona posizione.
Ma poi l’Inter decide che è l’ora di non lasciare nulla di intentato. Al 48’ autentico miracolo di Audero su Barella liberato in un francobollo, ma il portiere piemontese deve poi arrendersi un minuto più tardi dopo una bella ripartenza nerazzurra, con Barella – convincente la sua prestazione – che scambia con Calhanoglu e serve Perisic, che da posizione defilata non sbaglia.
La Sampdoria prova la reazione, e al 52’ Sabiri manca il bersaglio dopo una buona iniziativa nata sulla catena di destra.
Poi, nel giro di due minuti, pur nella consapevolezza che a Reggio Emilia i giochi sono ormai fatti, l’ex Correa confeziona la sua doppietta che mette in ghiaccio la partita e dà conto della sua presenza in campo. Al 55’ Calhanoglu lo manda in porta con due tocchi, e al 57’ El Tucu fa tutto da solo, si gira in area vanamente contrastato dai due centrali blucerchiati (troppo morbidi nella circostanza) e batte l’incolpevole Audero.
La gara diventa accademia. Tra i tanti cambi citiamo quelli di marca doriana, dove Trimboli rileva Thorsby e Damsgaard Candreva.
L’Inter prova con Vidal, para Audero, e Lautaro, che proprio non ci riesce, murato dalla difesa e poi sminato dal portiere blucerchiato in serata di grazia.
La Sampdoria, oggettivamente, non merita un passivo così pesante, maturato tra l’altro in nove minuti di sabba nerazzurro, e tenta più volte e in modo efficace, ma senza fortuna. Al 70’ ci provano Sabiri, Damsgaard e Rincon, senza trovare il varco giusto; al 71’ Caputo tira su Handanovic in uscita dopo un bell’appoggio di Trimboli, ripetendosi quattro minuti più tardi (ma sbilanciato in modo evidente da un difensore, poteva starci anche il rigore); al 77’ ci va Augello, fra i migliori, che impegna in angolo Handanovic; e infine all’81’ è Damsgaard a non avere fortuna.
Ma non c’è più tempo, se non per il ritorno in campo di Yepes Laut, che insieme ad Askildsen e Trimboli riempie il centrocampo di Giampaolo nei minuti finali, auspicio forse di un comunque auspicabile rinnovamento dei quadri. Finisce 3-0 – senza recupero, come già nel primo tempo, si tratta presumibilmente della più breve partita di questa stagione in serie A – per un’Inter sicuramente più forte ma che vede svanire lo scudetto, destinazione l’altra sponda meneghina.
Adesso, per la Sampdoria, inizia un’altra partita: quella del futuro. Vietato sbagliare.
Inter (3-5-2): Handanovic 6,5; Skriniar 6, De Vrij 6 (73’ Ranocchia n.g.), Bastoni 6,5 (59’ Dimarco 6); Dumfries 6, Barella 7 (59’ Vidal 6), Brozovic 6, Calhanoglu 6, Perisic 6,5 (59’ Gosens 5,5); Lautaro Martinez 6, Correa 6,5 (73’ Caicedo n.g.) All. S. Inzaghi 6,5.
Sampdoria (4-5-1): Audero 7; Bereszynski 6, Yoshida 5,5 (77’ Magnani n.g.), Ferrari 5,5, Augello 6; Candreva 6 (62’ Damsgaard 6), Rincon 6 (84’ Yepes Laut n.g.), Vieira 5,5 (77’ Askildsen n.g.), Thorsby 5,5 (62’ Trimboli 6), Sabiri 6; Caputo 5,5. All. Giampaolo 5,5.
Arbitro: Di Bello 6 (Preti/Giallatini – Pezzuto – Irrati/Meraviglia)
Calci d’angolo: 8-2
Ammoniti: Yoshida 5’, Barella 29’, Ferrari 66’.
Recupero: 0’ e 0’.
Reti: 49’ Perisic, 55’ e 57’ Correa.
Note: Pomeriggio caldo, stadio pressochè esaurito, buona rappresentanza blucerchiata sugli spalti.