La Samp deve cercare il pareggio per trovare, nel derby, vittoria e salvezza

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I bassifondi della serie A sono un pazzesco rompicapo, e dopo aver compulsato le millanta combinazioni relative agli ultimi quattro turni stagionali occorre una pastiglia per l’emicrania. In casa Samp un interrogativo è d’obbligo: potrà bastare un punticino nei rimanenti 360 minuti per tagliare il traguardo agognato della salvezza? Forse no, ma il rischio che quota 31 non sia sufficiente comincia ad albergare nell’animo dei realisti. Il pericolo che Cagliari e Salernitana superino quella quota è tangibile, anche se un solo risultato imprevisto potrebbe regalare ai blucerchiati la fine di ogni incubo.

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Banditi i calcoli, si inizi intanto ad inseguire il pareggino nel derby, con la logica speranza di acchiapparne tre, così da festeggiare contemporaneamente la permanenza in A e la virtuale retrocessione dei “cugini”. Ipotesi tutt’altro che peregrina se si confronta esclusivamente il patrimonio tecnico delle due formazioni cittadine: come negare che i blucerchiati siano ben più provvisti di qualità specifica?

Altri sono i fattori che ingenerano insicurezza. Il primo è l’abitudine inveterata dei “cugini” a lottare in acque limacciose, habitat tutt’altro che neutrale per una piazza, quella blucerchiata, da sempre avvezza a mirare ben più in alto.

La Samp, però, a Verona ha dato qualche segno non pallidissimo di maturità e di consapevolezza della situazione. Raramente negli ultimi tempi si era vista una formazione così umile, battagliera, concentrata a livello tattico e – perché no – concreta. Non una Samp scintillante, ma decisa a badare al sodo e a coprire il campo con uno schieramento più equilibrato. I pessimisti sottolineeranno che il gol al passivo è ugualmente giunto, perdippiù su un regalo evitabilissimo della difesa, ma il commento di fondo non cambia: la banda di Giampaolo ha acquisto robustezza e padronanza tattica, doti che in un derby così tirato e importante potrebbero risultare decisive.

Il campo e anche l’atteggiamento dei rivali stabiliranno dove la Samp potrà spingersi: se a difendere con le unghie e coi denti il pareggio – che significherebbe resa definitiva per i rossoblù – o se ad avventurarsi spesso nei paraggi del portiere avversario con spirito bellicoso.

Quali i possibili uomini derby di marca blucerchiata? In primis Caputo, che autonomamente non si costruisce palle gol ma sfrutta con incredibile cinismo qualsiasi incertezza degli opponenti, ma anche un Candreva restituito al ruolo di esterno e un Thorsby che nel nuovo modulo si sente a proprio agio. Sì perché, al di là di tutti i discorsi inerenti il carattere e la determinazione, anche la tattica assume una certa importanza e sarebbe d’uopo che Giampaolo non tornasse sui propri passi ma confermasse l’ultimo assetto, limitandosi a sostituire lo squalificato Rincon (una perdita dolorosissima, valutando le caratteristiche ambientali della sfida) con Ekdal – se in condizioni accettabili – o in subordine Sensi. impiegato però come uomo di regìa e non come rifinitore.

Il trainer, in corso d’opera, darà anche un’occhiata ricca di speranza alla panca, che avrà tra gli ospiti illustri Damsgaard, reduce da un anno di travagli ma nuovamente pronto a disputare uno spezzone di match, naturalmente al posto di Sabiri, il precario di una compagine con molti intoccabili. Il danesino ha nel proprio repertorio colpi eccezionali.

L’ultima osservazione concerne la retroguardia. Ferrari è troppo utile per potersi permettere un forfait, mentre a sinistra il tecnico è pregato caldamente di privilegiare Augello piuttosto che il suo pallino Murru, che negli ultimi tempi ha già partecipato a troppe “frittate”.

PIERLUIGI GAMBINO

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