No, il Genoa non deve consumarsi la mente a compiere calcoli astrusi. Il suo orizzonte è sin troppo leggibile, seppur popolato da nuvoloni: occorre provare a vincere ogni partita, ma specialmente la prossima, quella che un’intera città attende con trepidazione. Non serve un prodigio di aritmetica per capire che non c’è alternativa al successo pieno, che potrebbe non bastare a firmare una rimonta portentosa, ma certamente complicherebbe la vita ai “cugini”, sino a spedirli sull’orlo del baratro.
I punti pesano come macigni, e davanti ad oltre trentamila appassionati – di entrambe le fazioni, ma con maggioranza doriana dovuta al calendario – gli stimoli germogliano autonomamente, senza bisogno di fare di conto. Stavolta, però, la stracittadina non mette in palio solo la superiorità di contrada: è questione di vita o di morte, e mister Blessin, che certe sfide al calor bianco non le ha mai vissute da protagonista, sa – al pari dei suoi ragazzi – di non poter sbagliare né l’approccio nè… la continuazione.
Genoa, Blessin alla vigilia del derby: “Idee chiare e cuore caldo”
L’intendimento è limpido e inequivocabile, ma la strada per perseguirlo impone scelte e rischi non trascurabili. Col Cagliari ha fruttato l’idea di non esporsi sino all’ultimo quarto d’ora per poi imprimere un’altra marcia alla propria condotta di gara, ma la Samp è diversissima dal team sardo e potrebbe anche patire le offensive immediate dei suoi rivali.
Il mago tedesco ha compreso da tempo che i suoi giocatori non sono tipi da finezze, da manovre palla a terra, da costruzioni dal basso e non cambierà certamente spartito: neppure a livello di formazione, salvo clamorose sorprese. Il 4-2-3-1 è per lui un modulo irrinunciabile e i suoi interpreti più fedeli ed efficaci sono stati ormai identificati. Dunque, spazio ancora in avanti a Ekuban, asperrimo lottatore su ogni pallone, con un trio di “spalle” diverse tra loro ma tutte pronte anche alla copertura e al recupero della sfera il più vicino possibile alla porta avversaria. L’incertezza pare riguardare soltanto Amiri, in teoria il miglior bue della stalla: vale la pena insistere su un calciatore dal tocco morbido ma mai decisivo, almeno sinora?
Blessin è un conservatore, ma rispetto alle ultime gare l’atteggiamento potrebbe risultare lievemente più proteso all’offesa e il cambio di formazione ed assetto maturare ben prima dell’ultimo quarto d’ora. D’altronde, la condotta di gara è anche relativa alla forza e alle caratteristiche dell’antagonista e, sulla carta, i blucerchiati dovrebbero portare minori pericoli rispetto ad un Cagliari ricco di contropiedisti impareggiabili.
Quali i potenziali uomini derby sul fronte genoano? Difficile rispondere, ma è chiaro che Destro, rimpiazzo in corso d’opera se il risultato non fosse favorevole, attira su di sé parecchie attenzioni e speranze del popolo genoano, che guarda con fiducia anche a Portanova, altro giocatore ricco di animus pugnandi, e Ostigard, che nei grappoli in area su corner o calcio fermo ha tempismo ed elevazione più che sufficienti per assestare il colpo decisivo. Il numero dei rossoblù più attesi non è folto, ma da tempo è risaputo che il Grifone incontra difficoltà spesso insormontabili quando prova a buttarla dentro. Il derby, in teoria, è l’evento ideale per farsi beffe di questa radicata reputazione.
PIERLUIGI GAMBINO
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