Dopo 187 giorni e 28 partite, 70 minuti in 10′, il Genoa torna a vincere: 1-0 al Torino

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Speranze di salvezza ravvivate. Il boato che accoglie il triplice fischio di Mariani sa tanto di liberazione. Il Genoa, in dieci uomini per settanta minuti, supera il Torino, torna al successo che mancava in casa dallo scorso aprile e dallo scorso settembre a Cagliari, nell’unica vittoria stagionale.
Un successo meritato, frutto di cuore, sudore, garretti ed abnegazione, il tutto sotto la regia di una gradinata Nord tornata ad essere compatta e coesa per il raggiungimento di un risultato sportivo che per tanti sembrava ormai svanito. Agganciato il Venezia, che se la vedrà domenica in Laguna contro la Samp in un match salvezza, il Cagliari, che dovrà venire a Marassi, dista tre punti ma sorprende nella squadra di Blessin lo spirito agonistico e di mutuo soccorso che anima chi scende in campo.

Non a caso si ottengono otto risultati utili consecutivi, subendo solo due reti, il calcio del tecnico tedesco è fatto di pressing costante sul portatore di palla avversario e mette in grande difficoltà gli avversari, che non riescono ad esprimere il loro gioco. Nei primi venti minuti contro i granata si è vista la migliore interpretazione del “gegenpressing”, poi la prematura espulsione di Ostigard ha costretto a modificare l’assetto ma qui è stato un fine stratega il tecnico tedesco a rimodellare la sua squadra nel corso del match.
Assolutamente deludente la prova dei granata, incapaci di impiegare Sirigu nei 90 minuti, giocati in gran parte in superiorità numerica: una manovra lenta e senza sbocchi quella di Belotti e compagni, che non vincono dalla trasferta proprio qui in casa della Samp a metà gennaio e distante anni luce da quella formazione che quel pomeriggio lasciava intravvedere possibilità europee e che viceversa si è sciolta come neve al sole nel proseguio della stagione.
Si vede finalmente Destro dal primo minuto nell’ennesima partita della vita stagionale, con Frendrup preferito ad Hefti sulla destra difensiva ed Amiri dal primo minuto nei tre alle spalle di Mattia; Juric dà fiducia a Pjaca rispetto a Brekalo e conferma Berisha tra i pali. L’avvio genoano è frenetico, con i ragazzi di Blessin che vanno in pressione sui portatori di palla granata, impedendone una manovra ariosa ma dopo una decina di minuti Ostigard in prossimità del fondo è troppo violento nell’intervento su Pobega, prendendo il giallo e rischiando anche qualcosa di più nella circostanza. La punizione di Lukic è una specie di corner corto sulla quale svetta sul mucchio la testa di Izzo, sventata in corner sotto la traversa da Sirigu.
Ma alla prima vera occasione offensiva passano i padroni di casa: è il 14’ quando proprio nei pressi della panchina di Juric il pressing asfissiante rossoblù consente a Frendrup di rubare palla a Vojvoda e scavallare sulla fascia, il tiro cross del danese è teso e mette in difficoltà Berisha che si oppone goffamente nel tentativo di respingere, la sfera carambola sulla gamba di Izzo e diventa un assist per Portanova che infila nella porta sguarnita.

 

Il Toro cerca una reazione ma non trova varchi, Sturaro e Badelj sembrano avere dieci anni di meno per quanto corrono e triplicano sulle maglie granata, Destro va in contrasto sui difensori che cercano di avviare l’azione, Portanova è ovunque ed in grande trance agonistica dopo la rete del vantaggio, lo stadio è una bolgia di canti e di tifo ed Ostigard, già ammonito, si produce in un intervento troppo irruento su Izzo che cerca di saltarlo all’intersezione dell’area di rigore. Mariani non ha dubbi ed estrae il secondo giallo lasciando i padroni di casa in dieci ma rivedendo l’azione nel suo intervento il difensore norvegese non tocca l’ex genoano, che cade nel tentativo di evitare l’intervento avversario. In questi casi il Var non può intervenire ed il Genoa rimane in dieci, va detto che a velocità normale l’intervento di Ostigard era parso falloso e la decisione del fischietto rischia di compromettere una partita indirizzata da subito sul giusto binario per il Grifone.

Blessin corre subito ai ripari, ridisegna la squadra con l’ingresso di Bani per Amiri che non la prende benissimo e passa di fatto ad un 4-4-1 con Destro a battersi su tutto il fronte offensivo. Cambia la partita, i granata prendono possesso della metà campo genoana, cercano la manovra di aggiramento ed esprimono la fase migliore della loro serata negativa: la punizione da sinistra di Mandragora sfila di poco alta sulla traversa di Sirigu che al 28’ addomestica facilmente un colpo di testa di Bremer. Ben più pericolosa l’occasione del 35’ quando Singo sfonda a destra e mette in mezzo per Belotti che nel tentativo di semi rovesciata svirgola la sfera che trova libero di colpire di testa Vojvoda che scheggia la traversa genoana nella più nitida palla gol dell’intera partita. Prima della fine del tempo Belotti certifica la sua condizione non ottimale ciabattando sul fondo la bella imbucata di Lukic.
Al rientro Blessin cambia ancora, fuori l’encomiabile Destro e dentro Hefti, con Frendrup spostato a sinistra in un 5-3-1 molto blindato con Portanova unico guastatore offensivo; la partita la fanno naturalmente gli ospiti ma i padroni di casa chiudono tutte le linee di passaggio ad una manovra avversaria troppo lenta e priva di fantasia, incapace di creare pericoli ad una retroguardia blindata dopo l’arrivo del tecnico tedesco. Un tiro cross di Lukic attraversa l’area piccola di Sirigu, al 14’ il colpo di testa di Belotti è manna per i fotografi appostati alle spalle dell’ex portiere granata, al 24’ la conclusione da dentro l’area con il destro di Pjaca è debole. Nel frattempo Ansaldi e Brekalo erano entrati in avvio di ripresa per Vojvoda e Mandragora non migliorando la manovra degli uomini di Juric mentre Blessin aveva mandato in campo Galdames per uno stremato Portanova, colpito dai crampi ed accolto dall’ovazione dei tifosi all’uscita e Yeboah per Melegoni, con l’attaccante a cercare la profondità. Proprio il nuovo entrato al 26’ spezza lo sterile possesso palla ospite e si lancia nello spazio dopo un suggerimento fallito da Pobega al limite dell’area avversaria ma la sua conclusione è troppo centrale per impensierire Berisha, due minuti dopo Rodriguez pesca dalla parte opposta l’arrembante Singo che spreca calciando alto la buona opportunità.
Juirc mette in campo anche Zaza e Buongiorno ma la manovra non ne trae beneficio, Sturaro e Badelj attingono alle ultime energie rimaste, la difesa è un blocco granitico davanti a Sirigu e non lascia passare uno spillo, si alza il grido della Nord a regalare ulteriore energia per il ritorno ad una vittoria che manca da troppo tempo e a due minuti dalla fine Badelj potrebbe coronare la sua splendida partita con la rete del raddoppio, servito da un ottimo Yeboah entrato bene in partita calcia forte appena entro l’area ma il suo destro, sporcato da un piede avversario, si perde di poco alto sulla traversa di Berisha. Nel finale nervoso dopo Bani finiscono sul taccuino di Mariani tre granata in rapida successione, Izzo è fischiatissimo per tutta la ripresa ogni volta che entra in possesso di palla, con il pubblico che non gli perdona la caduta del primo tempo che ha portato all’espulsione di Ostigard.

Ed al terzo minuto di recupero l’uscita in presa di Sirigu sull’ennesimo traversone inutile del centrocampo granata certifica una vittoria che potrebbe rappresentare una svolta per il finale di stagione; ora la salvezza non è più impossibile e da stasera la parola si può nominare con fondate speranze. Ci sarà da lottare e da vincere altre partite ma con questo spirito capitan Sturaro e compagni possono riuscire in un’impresa che sembrava impossibile fino a qualche tempo fa.

Tutti da promuovere a parte Ostigard nella serata, con punte di merito oltre che per il match winner Portanova per il pacchetto difensivo, per Maksimovic, alla sua miglior partita stagionale contro il fantasma di Belotti, per Vasquez, attento e concentrato, per Bani, entrato a freddo e sempre sul pezzo. E poi come non citare le prove da capitano vero di Sturaro e di Badelj, che assicurano fosforo, esperienza e capacità di soffrire in mezzo al campo . Bravo e decisivo Frendrup nell’azione del gol , anche se calato nella ripresa, granitico Hefti in un secondo tempo nel fortino ma non vogliamo dimenticare il primo tempo di grande sacrificio di Destro e lo scampolo finale di Yeboah, che ha regalato quegli strappi che sono serviti ad interrompere lo sterile dominio granata.
Tutti da bocciare nella squadra di Juric, con una risicata sufficienza conquistata da Bremer e Lukic, unico a predicare nel deserto mentre Pobega e Singo, che nella prima frazione avevano creato qualche problema specie dopo l’espulsione di Ostigard, si sono spenti con il passare dei minuti con l’ex spezzino più arretrato dopo i cambi del tecnico croato.
GENOA-TORINO 1-0
Reti: p.t. 14’ Portanova
GENOA(4-2-3-1): Sirigu 6,5 – Frendrup 7 Maksimovic 7 Ostigard 5 Vasquez 7 – Badelj 7 (47’ s.t. Hernani n.c.) Sturaro 7 – Melegoni 6 (20’ s.t. Yeboah 6,5) Amiri 6 (25’ p.t. Bani 7) Portanova 7,5 (20’ s.t. Galdames 6) – Destro 6,5 (1’ s.t. Hefti 6,5) All: Blessin 7,5
TORINO (3-4-2-1): Berisha 4,5 – Izzo 5 Bremer 6 Rodriguez 5,5 (35’ s.t. Buongiorno n.c.) – Singo 5,5 (35’ s.t. Zaza n.c.) Mandragora 5,5 (5’ s.t. Brekalo 5) Lukic 6 Vojvoda 5 (5’ s.t. Ansaldi 4,5) – Pobega 5,5 Pjaca 4 – Belotti 4,5 All: Juric 5
Arbitro: Mariani di Aprilia 5
Note: serata non fredda, terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti: Ostigard e Bani (G) Izzo, Pobega , Ansaldi (T). Espulso Ostigard al 23’ p.t. per doppia ammonizione. Calci d’angolo 3-2 per il Torino. Spettatori paganti 14961 per un incasso di Euro 144000. Recupero: 1 + 3 minuti.
MARCO FERRERA

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