Una disfatta quella blucerchiata a Bergamo che chiude una giornata in cui in fondo hanno fatto punti in tanti: il Cagliari corsaro nella Torino granata, l’Udinese che pareggia in casa del Milan, anche le attardate Genoa e Salernitana si mostrano combattive ed in salute e muovono la classifica. Perdono il Venezia, che comunque deve recuperare la partita contro i campani ma gli uomini di Zanetti lottano e fanno soffrire il Verona trascinato dalle giocate di Caprari e dalla tripletta di Simeone e lo Spezia, praticamente ai supplementari contro la Roma, dopo aver resistito in dieci uomini per un tempo agli assalti giallorossi.
E gli uomini di Giampaolo che fanno? Scendono in campo il lunedì sera conoscendo i risultati avversari e praticamente giocano un’amichevole in casa dell’Atalanta, ad un certo punto sembrava un’esibizione estiva contro i Monti Pallidi… I bergamaschi non vincevano in casa da novembre e lamentavano una marea di assenze, dagli squalificati Dijmsiti e Demiral agli ex Zapata e Muriel, con Malinovskji out nel riscaldamento. Orobici che giovedì sera avevano vinto in Grecia nella trasferta di Europa League ma hanno avuto poco tempo per preparare il match a differenza dei blucerchiati, che avevano vinto sabato 19 febbraio contro l’Empoli.
Si dirà: mancava la catena di destra, con Bereszynski e Candreva squalificati, le assenze croniche di Gabbiadini e Damsgaard privano l’organico dei talenti più limpidi però è inaccettabile, per una formazione che deve salvarsi, entrare in campo con un atteggiamento simile. Il tecnico ci ha messo del suo, non fidandosi di Conti a destra in una linea a quattro ha riproposto una retroguardia con i tre centrali e la scelta è stata assolutamente sbagliata. Magnani, lento e macchinoso, ha aperto la galleria degli orrori e dopo pochi minuti ha sbagliato l’uscita dalla propria area per poi arrivare in ritardo su Pasalic servito da Freuler ed in gol come il più classico dei centravanti, lui che è tutto fuorché una punta. E l’episodio ha subito incanalato la partita, i nerazzurri hanno dominato e vinto tutti i duelli, conquistato tutte le seconde palle, con un centrocampo in balia dei padroni di casa, con Sensi pesce fuor d’acqua, Thorsby involuto e defilato (e poi ammonito nella ripresa, salterà Udine) ed Ekdal che si guardava attorno smarrito ogni volta che cercava di impostare. In attacco assolutamente impalpabile Caputo, Quagliarella nei primi quarantacinque minuti si è fatto preferire all’inesistente compagno di reparto ma è stato sovrastato fisicamente dagli avversari, Conti timido e fischiatissimo sulla destra e Murru affettato a sinistra dalle sovrapposizioni di Pessina ed Hateboer. Lo stesso Falcone, pur incolpevole sui gol, nella prima frazione non è sembrato quello delle ultime partite, riscattandosi nella ripresa e rendendo meno pesante un passivo che avrebbe potuto essere anche doppio.
L’ingresso di Yoshida, Rincon e Sabiri e poi quello di Augello e Vieira non hanno cambiato il corso del match, il solo Caputo ha avuto un paio di opportunità sul 2-0 quando Koopmeiners ha calato il tris che poco dopo l’ora di gioco ha seppellito la partita.
E sabato sarà di nuovo campionato con la trasferta di Udine, una partita che a questo punto diventa di importanza fondamentale per una squadra attesa successivamente dal match in casa contro una Juventus in fortissima crescita e poi dallo scontro salvezza in laguna contro l’undici di Zanetti; una Samp che esce da Bergamo con le ossa rotta, una Samp lenta, involuta e con tanti protagonisti avanti con gli anni che rischiano di sciogliersi con i primi caldi. Speriamo di sbagliarci e che Giampaolo sappia ritrovare un assetto consono ad ottenere punti e a ritrovare qualche risultato in trasferta che manca dalla partita di Roma prima di Natale.
Da qui alla fine la Samp giocherà cinque volte a casa, oltre alla Juve arriveranno sotto la lanterna Roma, Salernitana e Fiorentina, oltre al derby e le trasferte saranno contro avversarie dirette come Udinese e Venezia, storicamente ostiche come il Bologna ed in prepotente ascesa come il Verona per chiudere con due viaggi proibitivi contro Lazio ed Inter. Bisognerà mettere in campo quella grinta e corsa che ieri sera sono terribilmente mancate e poi mister Giampaolo per favore ritorni più “talebano” e non ci faccia più vedere una difesa a cinque come quella di ieri sera, con interpreti rassegnati ad inchinarsi al fraseggio avversario e ridicolizzati dal punto di vista tecnico, tattico ed agonistico dai discepoli di Gasperini, sostituito in panchina dal fido Tullio Gritti.
MARCO FERRERA