Un po’ di fortuna c’è. Tra il Napoli battuto senza fare un tiro in porta e questo successo a San Siro, arrivato all’ultimo minuto subito dopo che l’arbitro aveva annullato per errore un gol al Diavolo padrone di casa e Ibrahimovic aveva centrato la traversa è innegabile che la Buona Sorte un bacio, per niente timido e molto passionale, agli Aquilotti l’ha dedicato. Ma la Dea tradizionalmente bendata con una predilezione per gli audaci stavolta ha scelto con discrezione: lo Spezia non ha paura di nessuno, nemmeno dei suoi limiti. Non è solo per un regalo del caso che da ormai più di 2 anni perpetra imprese in tutto lo Stivale. Con Italiano c’era più organizzazione, con Thiago Motta c’è il medesimo cuore e di partita in partita emerge sempre più quell’efficiente sfrontatezza che ha sorpreso l’Italia intera.
Il Mister conferma l’undici che ha portato a casa i 3 punti nel derby salvezza ligure contro il Genoa, con Gyasi e Verde dietro Manaj nel 4-3-3, Kiwior, Maggiore e Bastoni in mediana, Amian, Erlic, Nikolaou e Reca davanti a Provedel.
Kjaer, Tomori e Romagnoli le assenze più pesanti dei rossoneri, tutte in retroguardia, ma sono gli avanti del Diavolo a far spavento: Ibra, con Saelemaekers, Brahim Diaz e Leao alle sue spalle nel 4-2-3-1.
Pronti, via e Leao, imbeccato da Ibra, prova subito il gol con una conclusione simile al fortunato pallonetto con ha regalato ai Supplementari il passaggio del turno ai suoi in Coppa Italia contro l’ultimo Genoa di Shevchenko, distante non di molto.
Il Milan spinge e fraseggia nella metà campo ospite, con gli Aquilotti che attendono dei varchi per beccare in contropiede. Al 16’ però è ancora Leao a farsi pericolosissimo: innescato ancora una volta da Zlatan il Terribile, prova a infilare Provedel con un bel diagonale, ma il numero uno dei Bianchi si distende alla perfezione e tutela lo 0-0.
Ci prova poi Ibrahimovic, in gran spolvero, che manda alto, e ancora Leao, quindi Provedel deve neutralizzare il secondo tentativo del fuoriclasse svedese, più pericoloso, al 27’, in un 1 contro 1 lanciato da Saelemaekers.
Cambio di gioco di Gyasi che da destra cerca Reca dall’altra parte: Florenzi pasticcia e permette all’italo-ghanese di battere a rete, gran bella parata di Maignan.
Le occasioni si fanno via via più rade sino al finale di tempo, che fa sussultare: si parte con un’incursione del pimpante Saelemaekers al 40’, poi al 42’ uno degli eventi che renderanno la partita indimenticabile: rigore per il Milan! Su un retropassaggio in rimessa laterale che Provedel, sino a quel momento perfetto, addomestica con difficoltà, si avventa Leao in scivolata. I due si scontrano, ma il Var sancisce che sul pallone vagante è arrivato prima l’attaccante. Dal dischetto Hernandez spiazza il portiere ma calcia a lato.
Non c’è però quiete per lo Spezia: lancio dalle retrovie rossonere un po’ alla Sperandio, Leao ha l’argento vivo addosso, approfitta di un’incertezza di Nikolau e s’invola verso la porta, siglando in pallonetto l’agognatissimo vantaggio proprio nel finale di tempo! Bello segnare così, eh? Se ne riparlerà a fine gara.
Il portiere ha la possibilità di rifarsi dell’errore che avrebbe potuto caro nella ripresa, che si avvia sulla medesima falsariga della prima frazione: ancora Leao e Saelemaekers, il portoghese affonda a sinistra e mette al centro forte e teso, sul primo palo dove c’è il 22nne Belga che calcia a botta sicura da pochi passi, Provvedel è prodigioso a deviare. Un minuto dopo nonostante la buona prestazione proprio il frutto del vivaio dell’Anderlecht viene sostituito, ma da Junior Messias che si rivelerà persino più pericoloso. Thiago Motta replica immettendo il falso nueve Agudelo per Manaj.
Il cambio sembra perlomeno propizio: già al 59’ in uno scioglilingua highlight Maignan deve salvare in angolo una bella conclusione di Amian.
Al 64’ pareggia il neoentrato Agudelo: una manovra corale porta Verde a poter crossare dalla sinistra basso e teso, il colombiano scivola in spaccata e insacca.
Nonostante per il Milan si arrivato il momento di gettarsi nuovamente all’assalto, non sembra avere il vigore o la lucidità per penetrare facilmente in area, e così si scivola con lenti batticuori agli ultimi minuti, che invece saranno al cardiopalma.
Al 76’ entra Ferrer per l’infortunato Reca, al 80’ Kovalenko per l’ammonito Maggiore, peraltro diffidato. E al 82’ è l’Ucraino dell’Atalanta a mettersi in mostra. Protegge un bel pallone e lancia a destra l’ottimo Agudelo, che parte da metacampo bruciando Bakayoko sulla fascia. Poi dalla destra entra in area e mette al centro dove c’è ancora lo slavo tutto solo, ma l’accorrente Gabbia salva all’ultimo secondo.
Quindi la girata di Ibrahimovic al 90’ su cui Provedel sventaglia in calcio d’angolo. E poi i fatidici 5 minuti di recupero che si trascinano sino al 96’. Innanzitutto al 92’ lo sfortunato errore tecnico dell’arbitro Serra: Rebic conquista un pallone sulla trequarti e viene atterrato al limite dell’area, arriva il fischio per sanzionare il fallo, il pallone capitombola sui piedi di Messias che calcia a giro e insacca! Il direttore di gara non può fare altro che annullare il gol e scusarsi con l’undici di Pioli. Ride due volte Thago Motta che in un’occasione simile, quando indossava la casacca del Genoa, si è visto convalidare la rete, storica, contro la Juventus.
Sulla punizione Ibra impegna ancora Provedel, che si rifugia in angolo. E sul cross dalla bandierina, svetta e impatta di testa, Provedel smanaccia sulla traversa!
Quando sembra che lo Spezia non possa chiedere altro del punto che sta miracolosamente portando a casa, tra rigori sbagliati, traverse e gol annullati per sfortuna, la sofferta ma meritata felicità diventa un’orgiastica estasi. Col Milan sbilanciatissimo al 96’ Agudelo sulla trequarti ruba il pallone a Kalulu e serve Kovalenko, sulla sinistra, pallone in mezzo per Gyasi solissimo su Maignan in uscita ed è 2-1!
Sarà una notte di polemiche lungo i Navigli, mentre lungo il Golfo dei Poeti la seconda salvezza di fila più che sognarla, la si accarezza. E già si è pronti ad abbracciarla e stamparle un bacio sulle labbra, e a farla propria con audacia.
Federico Burlando