Di Marco Lanna, diciannovesimo presidente nella storia della Sampdoria, uno dei protagonisti della Samp d’oro, unico genovese di quel fantastico gruppo, conservo un immagine, del nostro a guardia del fortino nella pioggia di Marassi, quel 5 Maggio 2002 quando la squadra di Bellotto, difendendo il 2-1 contro il Messina, firmato da Mirko Conte e Francesco Flachi, ottenne tre punti di fondamentale importanza contro il Messina, per evitare la caduta in serie C. Lanna, come un Highlander moderno, a ribattere con la testa, con il corpo , con i piedi, tutti i tentativi dei siciliani per arrivare ad un pareggio che avrebbe potuto significare dramma sportivo per la formazione blucerchiata.
Arrivò nel febbraio di quello stesso anno dal Saragozza per il finale di carriera, nove presenze che contribuirono non poco al raggiungimento dell’obiettivo per la squadra del suo cuore, lui genovese di San Martino che nel Borgoratti diede i primi calci di una carriera che lo portò anche a vestire l’azzurro della nazionale guidata da Sacchi, con sei stagioni alla Samp condite da tante vittorie prima del passaggio alla Roma e dell’esperienza spagnola.
Era un giovane non ancora ventenne quando Boskov, suo secondo padre e di cui Marco non dimentica mai di tesserne le lodi, lo fece esordire il 15 Maggio 1988 a Napoli, in una trasferta vincente nell’ultima giornata di quel campionato, prima del suo impiego come prima riserva di quella straordinaria difesa, formata da Pagliuca, Mannini, Vierchowod e Pellegrini , nella stagione successiva e Lanna seppe ritagliarsi uno spazio sempre più importante in quella squadra impegnata oltre che in campionato nelle Coppe europee. Lui c’era a Berna, quando la Samp incerottata venne sconfitta dal Barcellona di Cruyjff nella finale di Coppa delle Coppe e c’era anche a Wembley, il giorno in cui una punizione nei supplementari di “Rambo” Koeman impedì allo straordinario giocattolo plasmato negli anni da Paolo Mantovani di conquistare la “Coppa dalle grandi orecchie”. Lui ha sempre detto che quella partita fu al tempo stesso il punto più alto ed anche il rimpianto più grande di una carriera che con la maglia del cuore lo vide vincere uno storico scudetto nel maggio 1991, dopo la Coppa delle Coppe nella serata di Goteborg nell’anno precedente oltre a due Coppe Italia ed una Supercoppa sia in Italia che in Spagna.
Grande amico di Gianluca Vialli, cui ha ispirato la stesura del libro che celebra quella squadra unica, segnò due reti nella sua esperienza doriana, una proprio a Napoli, dove aveva esordito, nell’1-1 del marzo 1992 e l’altra di grande valenza emotiva in un derby giocato sotto la pioggia, quando con una perentoria incornata sotto la gradinata Nord incanalò quel derby del giorno dei Santi del 1994 verso una netta vittoria doriana per 4-1, il derby ricordato come quello “della carta igienica”, con il cuore del tifo genoano che ne srotolò a quintali in campo per contestare il presidente Aldo Spinelli.
Ora questa nomina, la più prestigiosa, per Marco Lanna, lui schivo e pacato per natura, ragazzo della porta accanto, che si è dichiarato emozionato ma sarà immensamente felice, e con lui i tifosi blucerchiati, di poter sedere sul gradino più alto e rappresentativo della squadra del cuore.
MARCO FERRERA