Gabbiadini al 1′, Henry al 87′, tutto all’inizio e alla fine tra Sampdoria e Venezia

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La Sampdoria perde la grande occasione di portare a undici punti il distacco dalla quota salvezza e nel finale subisce la rimonta del Venezia che ha avuto il merito di restare in partita nonostante il gol lampo subito dopo nemmeno un minuto di gioco. Cala alla distanza sul piano fisico la squadra blucerchiata e paga alcuni cambi che non ci hanno convinto da parte di D’Aversa, oltre che al mancato cinismo in zona gol e la ricerca della giocata ad effetto quando sarebbe servita maggiore concretezza, specialmente nella prima frazione. Non ruba nulla l’undici di Zanetti che dopo quello contro la Juventus ottiene un altro punto pesante in rimonta, cercato sempre attraverso il gioco e con i nuovi entrati decisivi a differenza di quelli doriani.

Momento di oro carato per Gabbiadini

Dopo la qualificazione in Coppa Italia il tecnico blucerchiato cerca il tris di vittorie e ripropone la squadra vista nel derby di nove giorni prima e l’avvio è un fuoco d’artificio e sembra mettere il match di discesa: lo scambio ad alta velocità tra Augello, Silva che fa un velo e Caputo libera Gabbiadini che di prima intenzione scaraventa sotto la traversa dell’ex Romero, che deve ancora scaldarsi. Sono passati trentanove secondi e per Manolo è il quarto centro nelle ultime quattro uscite, cinque se consideriamo anche la rete che gli è stata “scippata” nella stracittadina. La reazione veneta è in un tentativo da sinistra del velocissimo Johnsen con Audero che sventa nell’area piccola, al 17’ Kiyine, che sarà autore di una prestazione a tutto tondo, imbuca nello spazio per Tessmann ed ancora l’estremo ligure è reattivo nell’uscita bassa a precedere l’avversario. La partita è godibile, gioca anche un buon calcio la Samp ma ha il torto di volersi troppo specchiare in alcune giocate, senza cercare quella concretezza che potrebbe condurre al raddoppio e questo sarà l’errore che alla fine costerà la mancata vittoria. Funziona bene il doppio play, con Silva ordinato e spesso in pressione sugli avversari ed Ekdal che comanda quanto ad esperienza e personalità, la catena di destra tra Bereszynski e Candreva crea non pochi problemi agli ospiti e Gabbiadini gioca in grande fiducia mentale dopo le ultime reti. Al minuto 26 la punizione di Candreva sfila alta sulla traversa di Romero, il sinistro di Gabbiadini poco dopo è centrale e poco dopo la mezz’ora la replica ospite è affidata ai pieni di Kiyine, raffinato trequartista, che su punizione sfiora il palo alla sinistra di Audero.

Prima della fine del tempo i padroni di casa vanno vicini al raddoppio prima con un tiro cross di Candreva che per un soffio non trova la deviazione vincente sottomisura di Gabbiadini e poi con lo stesso ex interista che da quasi trenta metri impegna nell’angolo basso in corner Romero con un velenoso destro.

A inizio ripresa il Venezia trema di nuovo, alla fine ride

Al rientro in campo la Sud, ancora una volta troppo vuota (sono solo poco più di cinquemila i presenti allo stadio), applaude Romero che si sistema sotto la gradinata, con il portiere argentino che dopo 57 secondi tira un sospiro di sollievo per l’incornata di Thorsby, servito magistralmente da destra da Candreva, che fa gridare al gol ma il tentativo aereo dall’altezza dell’area piccola termina incredibilmente a lato, vanificando la più importante occasione per raddoppiare. Il Venezia prende coraggio e sembra più tonico dal punto di vista della corsa, la girata di Tessmann sottomisura servito da sinistra da Aramu termina di poco alta e lo stesso Aramu cestina maldestramente a lato da ottima posizione dopo un tentennamento della difesa doriana.

La Samp soffre gli avversari e segnatamente Kiyine che parte da sinistra ed impegna dal limite Audero in corner, Zanetti manda in campo Henry e Vacca per Tessmann ed Ampadu, piuttosto anonimo ed ancora Kiyine pesca deliziosamente in area l’arrembante Caldara che mette alto di testa. Esce Gabbiadini, infortunatosi mettendo male la gamba sul terreno scivoloso ed irregolare (e speriamo che gli esami cui sarà sottoposto non segnalino nuovi problemi…n.d.c.) rilevato da Verre ma sorprende l’uscita di Bereszynski per Dragusin; poco dopo, è il 17’, ancora Thorsby ha sul piede la palla del raddoppio dopo la respinta di Romero sul sinistro di Verre dal limite ma il norvegese manda in gradinata un rigore in movimento. Zanetti rivoluziona ulteriormente il suo undici inserendo Sigurdsson e Crnigoj ma pur soffrendo la maggiore dinamicità ospite, con un calo fisico evidente soprattutto di Candreva e Silva, la Samp riesce ancora a pungere, prima con un destro centrale di Candreva a metà frazione e poi ancora con l’esterno che impegna Romero dopo una bella combinazione tra Thorsby e Caputo che lascia subito dopo il posto a Quagliarella, servito dall’imbucata di Candreva al 32’ ma il sinistro del capitano da posizione defilata sfila due metri a lato sulla sinistra di Romero.

Zanetti gioca anche la carta Forte per Aramu ed al 35’ suona il campanello d’allarme per la truppa di D’Aversa, il buco centrale lasciato da Silva e dalla posizione errata di Dragusin permette ai lagunari di arrivare troppo agevolmente in area ed il destro di Sigurdsson trova la deviazione di Colley che sfiora l’autorete nell’azione più pericolosa degli ospiti, nata subendo un contropiede. Si entra negli ultimi cinque minuti, D’Aversa richiama incredibilmente Ekdal invece di Silva, ormai stremato ed autore di un paio di errori in posizioni pericolose di campo ed al 42’ proprio da un errore in uscita del portoghese nasce la ripartenza ospite con il nuovo entrato Henry che conquista campo e dal limite disegna una parabola che va a morire nell’angolo sinistro di Audero. La Samp si riversa in avanti per riacchiappare la vittoria ma si espone alle ripartenze di un Venezia più tonico, al novantesimo Sigurdsson servito in area dopo una mancata chiusura sulla fascia di Dragusin viene murato davanti ad Audero, al primo dei cinque minuti di recupero è portentoso e vale una rete il salvataggio quasi sulla linea di Caldara sul destro di Candreva che aveva superato Romero ed un minuto dopo il contropiede veneto vede ancora protagonista Kiyine che apparecchia per Henry che potrebbe realizzare una clamorosa doppietta ma spara alto, dopo un’altra situazione gestita male da Dragusin. È l’ultima emozione di una partita in cui la Samp deve recitare il mea culpa per non aver portato a casa i tre punti ma che nel finale avrebbe anche potuto regalare una clamorosa vittoria ad una squadra, quella di Zanetti, che ha inseguito il pari sempre attraverso il gioco mettendo in difficoltà l’undici di D’Aversa, che a nostro avviso, come detto, ha gestito male i cambi.

Ci aveva lasciati subito perplessi l’ingresso di Dragusin per Bereszynski, richiamato come nel derby quando stava disputando una partita di grande personalità in coppia con Candreva sulla destra, il giovane prestito della Juventus ha mostrato chiari limiti di lettura di certe situazioni di gioco che sono costate care e che alla fine potevano portare addirittura alla sconfitta ma l’uscita di Ekdal, autentico uomo squadra e giocatore di grande esperienza, al posto di un Silva che da qualche minuto era in debito d’ossigeno è stata poi la chiave del pari ospite. Un vero peccato perché fino alla rete subita la Samp pur subendo la corsa e l’intraprendenza degli avversari aveva fallito in più occasioni la rete del k.o., specie con Thorsby cui però non si possono imputare certi errori sotto porta, il norvegese ancora una volta ha macinato più chilometri di tutti nel corso della partita e nei sedici metri non si può pretendere quella freddezza che invece dobbiamo aspettarci , per esempio, da Caputo che anche oggi non si è mai messo in mostra con una conclusione degna di nota. Il punto serve a muovere la classifica ma questa sera la Samp ha perso una grandissima occasione di dare una spallata importante alle avversarie nella lotta per la salvezza, il margine è rassicurante ma non si dovrà abbassare la guardia anche nell’ottica che a gennaio è più credibile che la rosa possa perdere qualche elemento per poter monetizzare in questo momento di grande difficoltà per la società blucerchiata. Dalla trasferta di mercoledì a Roma contro l’undici di Mourinho, tonificato dalla quaterna di Bergamo, ci aspettiamo quantomeno pur nella consapevolezza della difficoltà del match, quella grinta e determinazione vista contro Genoa e Torino e che questa sera è venuta in parte a mancare.

SAMPDORIA-VENEZIA 1-1

Reti: p.t. 1’ Gabbiadini s.t.42’ Henry

SAMPDORIA(4-2-3-1): Audero 6 – Bereszynski 6,5 (15’ s.t. Dragusin 5) Yoshida 6 Colley 6,5 Augello 6,5 – Ekdal 6,5 (40’ s.t. Askildsen n.c.) Silva 5 – Candreva 6,5 Gabbiadini 7 (15’ s.t. Verre 5,5) Thorsby 6,5 – Caputo 5,5 (30’ s.t. Quagliarella 6) All: D’Aversa 5 A disposizione: Ravaglia, Falcone, Chabot, Ciervo, De Paoli, Ferrari, Yepes Laut, Murru

VENEZIA (4-3-3): Romero 6,5 – Mazzocchi 6,5 Caldara 7 Ceccaroni 6,5 Ebuehi 6,5 – Tessmann 6 (13’ s.t. Henry 7) Ampadu 5,5 (13’ s.t. Vacca 6) Busio 6 (23’ s.t. Crnigoj 6,5) – Aramu 5,5 (33’ s.t. Forte 6) Johnsen 6 (23’ s.t. Sigurdsson 6,5) Kiyine 7,5 All: Zanetti 7 A disposizione: Lezzerini, Molinaro, Heymans, Bjarkason, Schnegg, Svoboda, Peretz

Arbitro: Abisso di Palermo 6 (Assistenti Ronghetti – Miele) Quarto ufficiale Minelli Var Valeri

Note: serata non fredda, temperatura sui 10 gradi. Terreno di gioco in discrete condizioni. Ammoniti: Audero e Silva (S) Forte (V) – Calci d’angolo 4-3 per la Sampdoria. Spettatori 5735 per un incasso di Euro 71789. Recupero: 0 + 5 minuti.

                                                        MARCO FERRERA      

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