Sheva strappa il punto all’Udinese, ora dicembre horror prima dei regali Usa di Natale

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Sheva si prende il prima punto, e non era scontato, e un biglietto a prezzo pieno per un dicembre da film horror. Nightmare before Christmas sarebbe perfetto, il classico Disney in cui il Re di Halloween si rifiuta di cedere lo scettro delle feste a Babbo Natale. Poi però si ravvede e ai bambini arrivano copiosi i doni a lungo attesi. Milan, Juve, Derby, Lazio e Atalanta fanno paura, quasi più della classifica, terz’ultimi a -1 dallo Spezia, zona salvezza, e a -5 da Venezia e Samp, quint’ultime. Superato però l’equinozio d’inverno e l’ora più buia, i Saturnalia di Roma Antico, come il Dio Giano bifronte da cui forse prende il nome il Genoa dovrebbe completamente cambiare faccia, e risplendere di uno sfavillante completo nuovo importato direttamente dall’America. Per ora però non può fare nulla di più che coprirsi con gli attuali stracci. Shevchenko però rivela di avere la stoffa dell’allenatore pragmatico.

Stesso modulo e per 10 undicesimi stessi uomini che hanno affrontato la Roma e con molta tenacia e fortuna stavano per strapparle un punto, con Masiello-Biraschi-Vàsquez davanti a Sirigu, in mediana Sturaro, Badelj e Rovella, Cambiaso su una fascia e Sabelli sull’altra. Unico cambio in attacco: Ekuban arretra da centravanti a seconda punta, Flavio Bianchi terminale offensivo e Pandev si accomoda in panchina.

L’Udinese schiera il 3-4-2-1, dove però i due esterni, il 19nne di sicuro avvenire Destiny Udogie, che Mister Gotti chiama “Predestiny”, e il 23nne argentino Molina, similmente a quelli del Genoa, fungono più da quinti della difesa con facoltà di spingere che da veri e propri centrocampisti. Interessantissimo e preoccupante il tridente avanzato: lo scoppiettante gigante portoghese Beto, vera e propria rivelazione a sorpresa di questa Serie A, supportato da Deulofeu e Pereyra.

125 anni di storia senza botti per l’Udinese

Udinese con la terza maglia celebrativa dei 125 anni di storia, praticamente tutta nera con delle lievissime sovrimpressioni bianche, di conseguenza il Grifo deve adottare la classica maglia da trasferta con l’elegante fascia orizzontale rossoblù.

Partita bloccata per tutta la prima mezz’ora, l’Udinese ha più qualità e atletismo, ma il Genoa è arroccato e affamato di punti, per ciò concede pochissimo e prova a gettarsi in ogni spazio libero con la cauta ma malcelata avidità di un Arpagone. Talmente geloso di quello che ha da essere avvero al rischio, ma lestissimo a cogliere qualsiasi cosa gli possa cascare dal cielo. Pressa molto confidando in un errore della controparte.

Gli uomini di Gotti però non sono degli sprovveduti a loro volta, attaccano con metodo e difendono con furbizia. Ne nasce un match che una guerra di trincea, anche se i colpi sotto la cintura tipici delle partite “sporche” sono tutto sommato sotto controllo. Forse persino troppo: l’arbitro Meraviglia di Pistoia nei contatti si rivelerà sin troppo solerte nel punire i rossolù fasciati, e, soprattutto, troppo indulgente nei confronti di certi calcetti sugli stinchi mollati dai padroni di casa.

Finale di tempo scoppiettante, Ekuban generoso e fatalmente impreciso

Sino al 32’ non ci sono vere occasioni netti ma comunque qualche ragione per sussultare da ambo le parti viene fornita: subito Cambiaso sfugge sulla fascia e appoggia per Badelj che spara alto, quindi Rovella prova a farsi pericoloso con altri due piazzati e Cambiaso ancora con un cross, dall’altra parte Beto prova a sfondare centralmente ma si vede rimpallare da Badelj la conclusione in porta, quindi Sirigu disimpegna con i pugni un piazzato insidioso e infine una conclusione di Wallace. Alle cronache l’uscita al quarto d’oro dell’estroso Pereyra, rimpiazzato da Pussetto.

Poco dopo la mezz’ora si accende il match: Silvestri neutralizza una bella conclusione un po’ troppo centrale di Rovella, poi l’arbitro sanziona con un giallo troppo severo Vàsquez che aveva indelicatamente fermato Deulofeu pronto a sfuggire solo verso la porta, quindi al 43’ l’occasione più importante del match.

Ekuban scatta sul filo del fuorigioco, arpiona abilmente il pallone, salta Samir con possenza, pervicacia e tecnica, e solo contro Silvestri manda clamorosamente a lato del palo, di un soffio.

Un vero peccato per l’attaccante italo-ghanese che in questo complicatissimo avvio di stagione del Genoa è parso uno dei più scarsi e inadatti alla Serie A. Sino a quel momento contro i friulani invece e anche in seguito uno dei migliori in campo, non solo per impegno. Bravissimo a far salire la squadra con le sponde e controllando il pallone, si conferma più bravo a fare il lavoro da centravanti se schierato da seconda punta. Nel disperato ciclo che restano da affrontare prima del calciomercato potrà probabilmente dire ancora la sua, dal momento che Shevchenko sembra accordargli massima fiducia. Rischia però di essere ricordato anche per la scarsa freddezza sotto porta.

Si va negli spogliatoi con l’ammonizione di Molina proprio nel finale di tempo, al 47’, inteso come 2’ di recupero, una nota che sembra marginale e invece acquisisce significato…al 47’, inteso come 2’ della ripresa, quando l’argentino molla un calcione del tutto gratuito a Rovella. Secondo giallo meritatissimo per i più, ma l’arbitro propende per l’indulgenza. Da quel momento la gara si innervosisce e il giudice di gara pure, chiamando contro gli avanti rossoblù falli per ogni minimo contatto, lasciando andare invece quelli più ruvidi dell’Udinese, concedendo invece che il fallo inconsistenti e perplimenti vantaggi.

Si lotta in equilibrio sino al 96′

La partita si fa quindi più difficile per il Grifo, anche perché come con la Roma si fa sentire l’inadeguatezza atletica della rosa. L’Udinese però non è la Roma e non ha la forza per guadagnare campo con la medesima imperiosità.

Già a inizio secondo tempo l’Udinese alza il baricentro e al 52’ un Biraschi in chiusura è provvidenziale a murare una conclusione di Delofeu. Risponde al 64’ uno scatenato Rovella, che va a raccogliere un lancio lungo in area, tocca e tira prima di essere toccato duro da Becao, quando ormai non era più in controllo di palla. Nel frattempo era uscito Sabelli, ancora poco convincente, per Ghiglione, primo cambio di Mister Shevchenko.

L’Udinese ci prova con Udogie e Wallace dal limite, Shevchenko rinforza al 73’ togliendo Bianchi e Badelj e immettendo Pandev ed Hernani, finalmente schierato in mediana dopo una serie di prove opache sulla trequarti.

Proteste del Genoa per un fallo fischiato a Pandev: il macedone era sfuggito con scaltrezza al suo marcatore, un Becao in affanno, ma alle prime manfrine del terzino l’arbitro ha fischiato il fallo. Pochi minuti dopo ancora una decisione discutibile e contestata: Ekuban viene toccato durissimo in contropiede, l’arbitro concede un vantaggio che di fatto non si concretizza anche perché la punta nel prosieguo dell’azione non riesce a rialzarsi, ma il fischietto non concede comunque il piazzato da posizione pericolosa.

Al 80’ l’occasione per l’Udinese: un rimpallo che dalla sinistra del fronte d’attacco bianconero sballottola sino alla destra capita proprio sui piedi di Beto, che batte a rete. Cambiaso lo va a chiudere e la traiettoria del pallone spiazza Sirigu, andando però a battere sul palo.

Non c’è tempo per rifiatare: Ghiglione cattura il pallone poco distante dalla propria area e se ne va via verso quella altrui in un disperato e incontenibile coast to coast, creando un 3 contro 2. Non cerca però nessun triangolo o allargamento, ma il tiro: Silvestri respinge.

Ci sono poi 6 minuti di recupero tutti da soffrire, soprattutto per il Genoa, ormai più orientato a portare a casa il punto che a provare a conquistarne il 3. Al 93’ Udogie strappa un urlo fugace segnando in evidentissima posizione di fuorigioco raccogliendo un cross basso, annullato senza nemmeno passare dal Var. Quindi il sospirato triplice fischio.

Federico Burlando

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