Preziosi ha lasciato in eredità un Grifo con tanto cuore ma che non riesce a spiegare le ali

Condividi

Analizziamo la situazione delle genovesi alla sosta del campionato dopo sette giornate ed iniziamo dal Genoa, che nel frattempo ha cambiato proprietà generando entusiasmo in una tifoseria che in gran parte non vedeva l’ora di salutare la presidenza ormai quasi ventennale di Preziosi.

Il Grifone ha molto stentato in questo primo scampolo di stagione, penalizzato da una campagna acquisti conclusa a campionato già iniziato e con Ballardini costretto a ridisegnare la squadra stravolta rispetto a quella del ritiro di Neustift, con scarsa chiarezza anche su arrivi e partenze. Emblematica a tal proposito la vicenda Destro, già sul piede di partenza e non convocato in occasione della partita contro il Napoli alla seconda giornata, al pari di Bani, e poi assoluto protagonista con quattro reti segnate, in assenza di Caicedo, colpo di mercato arrivato dalla Lazio per essere il terminale offensivo e finora ai box e mai impiegato in campionato.

La stagione in termini di risultati è stata piuttosto deludente, con una sola vittoria ottenuta in rimonta a Cagliari a fronte di quattro sconfitte e due pareggi, come detto Mattia Destro ha mascherato con quattro splendidi gol i problemi di una squadra che ha nel centrocampo, dove il solo Rovella fornisce un buon apporto, il suo punto debole. In troppi si sono alternati nel reparto di mezzo, Ballardini deve gestire una rosa spropositata nei numeri ed ha il demerito di non aver ancora trovato un assetto consolidato, penalizzando una difesa che pure cambia spesso interpreti e che fino a questo momento deve ringraziare due “vecchietti” come Criscito, tornato a livelli di eccellenza (non ci voleva l’infortunio alla caviglia a Salerno…) ed infallibile nelle tre trasformazioni dal dischetto e Sirigu, che dopo la stagione in chiaroscuro a Torino ha ritrovato l’antico smalto, non facendo rimpiangere Perin.

Dicevamo del reparto nevralgico, che ha perso un pezzo da novanta come Strootman a dare equilibrio ed esperienza e Zappacosta, devastante sulle fasce laterali, oltre a Zajic, che regalava ogni tanto quella fantasia che manca tremendamente ad una squadra dove il solo Pandev è in grado di trovare la giocata illuminante che possa sbloccare la partita. Hernani dopo alcune apparizioni assolutamente insufficienti è stato messo da parte, Melegoni e Portanova hanno palesato limiti di personalità, Sturaro è perennemente alle prese con problemi fisici, Touré è un buon ruba palloni ma pure lui non è un fulmine di guerra e lo stesso Badelj, punto di forza lo scorso anno, appare in un periodo di forte involuzione. Fortunatamente sulle fasce è esploso il giovane Cambiaso, autore della prima rete stagionale nella sfortunata partita contro il Napoli e messosi in mostra per corsa e grande personalità, Fares dopo l’esordio con il botto e le due reti che hanno permesso di ottenere a Cagliari l’unica vittoria non si è coperto di gloria, Ghiglione è sempre una valida alternativa sulle fasce mentre Galdames potrebbe essere un innesto importante per corsa e dinamicità.

Tornando alla difesa il reparto si è rinnovato con giovani come Vanheusden, sul quale Ballardini sembra puntare molto ed il messicano Vasquez, fino a questo momento oggetto misterioso, Masiello titolarissimo l’anno scorso è sceso nelle gerarchie anche per l’acquisto di Maksimovic, tassello importante in termini di esperienza e personalità che deve ancora trovare la continuità smarrita nelle precedenti stagioni a Napoli, dove non era titolare mentre Biraschi, ora infortunato, impiegato a volte come centrale di difesa in un ruolo non propriamente adatto alle sue caratteristiche, è finito nel mirino di molti per alcuni errori evidenti.

Sedici reti subite sono troppe , Ballardini aveva fatto della fase difensiva il tassello da cui ripartire quando era arrivato lo scorso anno e meno male che Sirigu ha compiuto interventi determinanti che sono valsi punti, come nelle partite di Bologna e quella casalinga contro il Verona; anche in termini di prolificità offensiva ci sono dei problemi, l’attacco ha perso due che lo scorso anno in tempi diversi avevano regalato linfa vitale in termini di gol e presenza fisica come Scamacca e Shomurodov,  Destro autore come detto di quattro reti di ottima fattura e tutte decisive ai fini del risultato finale ha spesso mascherato le carenze in zona gol, tre centri sono arrivati da altrettanti rigori calciati magistralmente da Criscito e le altre gioie offensive sono targate Fares, autore di una doppietta estemporanea nell’esordio di Cagliari e Cambiaso; i vari Bianchi, Buksa, Ekuban e Kallon sono troppo acerbi per poter rappresentare certezze ed alla fine ci si aggrappa spesso all’eterno Pandev, l’unico fuoriclasse della squadra che deve però fare i conti con la carta d’identità.

Il calendario non è stato dei più agevoli, in casa è arrivato però solo un punto nelle tre uscite, frutto del rocambolesco pari contro il Verona, una vittoria sfuggita sul filo di lana al termine di un match dominato dai veneti fino ad un quarto d’ora dalla fine, le sconfitte contro avversarie più forti come Napoli e Fiorentina ci possono stare , anche se rimane il rimpianto per il match contro la capolista, in cui venne annullato un gol regolare a Pandev ed ora si spera che l’apporto del pubblico che sta tornando a riempire la Nord possa ricreare l’effetto Marassi, spesso decisivo nel ribaltare partite che sembravano perdute.

Per fortuna le trasferte a Cagliari e Bologna hanno portato quattro punti, ottenuti in rimonta a testimoniare del carattere di questo Genoa che deve sempre prendere uno schiaffo per reagire, cosa che è avvenuta anche nell’ultima trasferta di Salerno senza però riuscire a rimettere in piedi il match, sicuramente la sconfitta più grave perché arrivata in casa di una formazione in crisi di risultati cui il primo successo ha permesso di rialzarsi e rimettersi in corsa per la salvezza.

Dopo la sosta due partite piene di insidie attendono la truppa di Ballardini, a Marassi contro il Sassuolo che non sta ripetendo la scorsa stagione quanto a risultati ma può recriminare parecchio per come sono arrivate alcune sconfitte, con la nuova guida di Dionisi e con giocatori di grande qualità nel reparto avanzato, quali Berardi, Djuricic, Boga e l’ex Scamacca , poi si viaggerà nella Torino granata contro l’undici dell’ex Juric prima di due partite fondamentali a Spezia ed in casa contro il Venezia che chiuderanno un mese di ottobre che dovrà dare risposte su quale potrà essere il futuro di questo campionato , con la proprietà che a gennaio dovrà intervenire con investimenti in ruoli dove la squadra sta palesando carenze evidenti e con lo sfoltimento di una rosa troppo pletorica; a Ballardini il compito di trovare una formazione tipo per ritrovare quelle certezze di squadra che nel passato hanno  caratterizzato le formazioni guidate dal tecnico romagnolo.

MARCO FERRERA                                 

Articoli correlati

Genoa-Bari 4-3 degna conclusione di una stagione magica ma altalenante

Sarà stata una partita platonica, ma Genoa-Bari ha acceso...

Genoa-Bari: il programma della festa di Gilardino, Criscito e tutti i genoani

Tutto uno stadio ad applaudirlo e ad invocarlo e...

Il Frosinone supera 3-2 un Genoa in 10 dal 27′ e si assicura il primo posto

Il Genoa, pur giocando ancora in B, perde “l’esordio...

Il Genoa batte l’Ascoli 2-1, conquista la promozione ed esplode la festa

Serie A conquistata. Obiettivo raggiunto. Only 1 Year Mission...