Torna dopo i playoff di C del 2006 Salernitana-Genoa, nel fresco segno di Preziosi

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“Tanto, questo Genoa tre squadre alla fine della fiera se le metterà alle spalle”. Il ritornello ricorre da parecchie settimane, dopo che le prestazioni e i risultati raccolti dalla nuova squadra rossoblù hanno iniziato a suscitare più perplessità che consensi. È forte la sensazione che l’ultima eredità tecnica lasciata da Enrico Preziosi prima di farsi da parte non sia di primissimo livello, ma il confronto conele antagoniste continua a lasciare ampi margini alla speranza, e proprio la Salernitana, ospite all’Arechi in un infuocato anticipo pomeridiano, fa parte del gruppetto di compagini, sulla carta, meno attrezzate.

Il Grifone, con il raid in terra sarda, ha già mietuto una vittima illustre, Leonardo Semplici, esonerato qualche ora dopo la sfida, e ora potrebbe ripetersi a danno di Fabrizio Castori, che in Campania rappresenta un’istituzione, ma in mancanza di risultati anche i monumenti crollano. Match criticissimo per i granata di casa, che ancora inseguono il primo exploit di questo ritorno in A, ma neppure in casa Genoa si sta respirando a pieni polmoni. Ballardini ha ottenuto – e ci mancherebbe – la fiducia dei nuovi padroni americani, che non dovrebbero proporsi come “mangiallenatori”, ma un eventuale rovescio all’Arechi, con la sosta del campionato alle porte, potrebbe riaprire i perfidi giochi della panca genoana.

Sono ancora nitidi i ricordi dell’ultima sfida disputata dai rossoblù allo stadio d Salerno. Era la semifinale di serie C per l’accesso alla cadetteria e il rigore procurato da Marco Rossi e segnato da capitan Stellini produsse un 1-2 provvidenziale, propedeutico alla qualificazione ottenuta a Marassi grazie all’arcinota segnatura di Dante Lopez.

Altri tempi, quelli odierni, ma il grado di sofferenza in entrambi i clan non è tanto inferiore. Gli yankees hanno già preventivato una spesona a gennaio, ma il mercato bis è ancora lontanissimo e la classifica deve rimanere accettabile. Ergo, non si può concedere via libera ad una diretta concorrente.

Certo, all’Arechi farà un caldo torrido: non a livello meteorologico ma ambientale. Castori si gioca tutto e in settimana ha richiamato più volte all’ordine i suoi giocatori. Di sicuro cambierà parecchio in attacco, con l’ex blucerchiato Bonazzoli e Gondo probabili titolari, ma ha capito perfettamente che l’unico giocatore in grado di cancellare l’attuale sterilità offensiva è un certo… Ribery, che come carriera è forse il più titolato dei protagonisti del nostro campionato. I suoi 38 anni, con acciacchi annessi, rappresentano però un limite. Stavolta il francese sarà quasi certamente della partita e per la consueta mezz’oretta di fuoco si renderà immarcabile: per i rossoblù sarà doveroso limitare i danni per poi sfruttare una superiore caratura del collettivo.

Dopo Biraschi, Ballardini ha perso per infortunio anche Vanheudsen, sicché anche in difesa addio abbondanza. Probabile – ma non sicuro – che alla fin fine opti per la difesa a quattro, con Maksimovic e Bani centrali e la coppia Cambiaso-Criscito sulle fasce. In mezzo, spazio a Badelj (sperando che riscatti la pessima prestazione offerta contro il Verona) e al rientrante Touré come frangiflutti, al servizio del trio di mezze punte composto da Rovella (in mezzo), Fares (a sinistra) e uno da scegliersi tra Ekuban e Kallon (a destra), con il primo, stavolta, favorito per le sue virtù di contropiedista. In avanti il solito Destro, nell’attesa che Caicedo, sulla via della ripresa ma non ancora in forma, risponda presente.

Gara che si può vincere, ma che – soprattutto – non si deve perdere. L’importante sarà scongiurare l’ennesimo inizio in salita, con rete degli avversari. È un problema mentale, nell’auspicio che a fine anno gli statunitensi risolvano anche quello tecnico.

PIERLUIGI GAMBINO

 

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