Il Genoa a Cagliari da 0-2 a 3-2, la ribaltano i cross di Cambiaso e i colpi di testa di Fares e Destro

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Spoiler Alert: sarebbe stata meglio seguirla come una partita d’altri tempi o ce la si sarebbe potuta guastare. I tempi di Dazn sono meno opportuni di quelli di Badelj e Caicedo che danno forfait alla vigilia del match, e nei 10 minuti di ritardo rispetto alla realtà la piattaforma di streaming subisce la concorrenza del resto del mondo online. Così i seguaci del Grifo hanno tutto il tempo per disperarsi ed entusiasmarsi senza sapere il perché, mentre magari le app del Fantacalcio o il live di Pianeta Genoa percorre quanto viene trasmesso. Le fredde notifiche però non raccontano tutto. Servono gli occhi per carpire ogni lembo dell’imperiosità di Destro e Fares mentre impattano di testa, e un cuore saldo per stare calmi mentre Kallon a meno di 5’ dalla fine si divora il 4-2 della serenità, o Joao Pedro e Farias sfiorano il pareggio 3 volte in una manciata di minuti. Le contendenti sono mancate sul piano del gioco ma non delle emozioni. Al Vecchio Balordo va una sfida delicatissima: laddove sembrava certa la terza sconfitta in 3 giornate, arrivano 3 punti che potrebbero salvare la stagione

Nei limiti di dover riparare alle defezioni e con la volontà d’inserire qualcuno degli innesti particolarmente congeniale al suo gioco, Ballardini ripropone un 3-5-2 molto simile a quello che tanto bene aveva figurato contro il Napoli. Davanti a Sirigu, s’inserisce Maksimovic nel trio completato da Biraschi e Criscito; sulle fasce Sabelli e Ghglione; in mediana Sturaro, Rovella e l’esordio di Tourè; quindi il collaudato tandem d’attacco Pandev-Destro.

Nel 3-5-2 a specchio del Cagliari fa paura la coppa d’avanguardia da Joao Pedro e Keità, mentre l’ossatura di centrocampo Marin-Deiola-Grassi preannuncia battaglia.

Nel solleone sardo si comincia a ritmi lenti, i padroni di casa sono più pimpanti ma nessuna delle due compagini sembra volersi spingere oltre una guardinga fase di studio. Le rapide punte isolane riscaldano però rapidamente i motorini che hanno nelle gambe e cominciano a bruciare sul posto i corazzieri del muro di Ballardini, in difficoltà via via crescente. Biraschi al 10’ è al secondo fallo in 10 minuti e si busca un giallo. Dopo 1 minuto si perde ancora il brasiliano servito da un lancio lungo di Ceppitelli, la punta dribbla elegantemente Sirigu e insacca a porta vuota, ma era partito in posizione di fuorigioco. Tra i 15’ e i 16’ però i Sardi passano: imbucata centrale per il rapido Keita, Sabelli in scivolata lo tocca dal dietro in area prima che possa tirare, rigore. Joao Pedro calcia centrale e beffa Sirigu che si butta alla propria destra.

La partita non cambia molto. Resta bloccata, coi padroni di casa che, vista la ricca messa, provano ancora a raccogliere sugli scatti e in contropiede nonostante gli spazi stretti, e il Grifo che si butta in avanti sgomitando senza idee. Qualcuno dei suoi giocatori di maggior qualità prova a inventarsi qualcosa, soprattutto Pandev e Criscito, ma non riescono ad accendere nessuna vera luce. Il Cagliari sembra in maggior controllo ma non riesce a creare ulteriori azioni. Si scivola nell’intervallo senza sussulti, a parte un bello schema su calcio di punizione innescato da Criscito, su cui Destro per poco non riesce a trovare uno di quei cinici gol dei suoi, in cui la insacca di fiuto e determinazione.

Mentre nell’intervallo migliaia di tifosi rossoblù dell’una e l’altra sponda del Tirreno si chiedono se spegnere gli Smartphone per continuare a seguire su Dazn, per evitare che gli arrivino le notifiche in anticipo di quello che potrebbe avvenire, Ballardini si interroga su come rianimare la sua smunta creatura. Opta per la rivoluzione. Fuori Sturaro, Biraschi e Sabelli, i peggiori in campo, dentro Fares, Kallon e Vanheusden. Il modulo mutua in un più aggressivo 4-2-3-1.

Il Genoa prova ad auto-innescarsi frizzando scintille, con cross da una parte e dall’altra e qualche accelerazione di Kallon. Il Cagliari si intimidisce e arretra il baricentro. Pandev pesca Destro che si costruisce per bene un tiro dal limite su cui vola e trattiene Cragno, ma la bandierina era alzata.

Nel momento più brillante dell’undici di Zio Balla arriva però il raddoppio degli avversari: al 56’ Marin batte un angolo per Ceppitelli, il quale svetta sul gigante Tourè e infila in porta con una testata da ariete.

Sembra finita ma il genoano e genoanissimo Ghiglione, dirottato da sinistra a destra nell’intervallo, dopo che contro il Napoli aveva trovato il gol del momentaneo pareggio sotto la Gradinata Nord all’esordio in A, comincia a collezionare la seconda giornata magica su due. Un suo cross perfetto per Destro vede infatti la punta incunearsi al 59’ per deviare in gol con un rimbalzo laddove Cragno non può arrivare.

Dentro anche Ekuban per Pandev e ora si tenta l’assalto col tutto il vigore possibile.

Eppure è un po’ a sorpresa che il Genoa riesca a trovare il 2-2 al 69’. Prima di allora era stato frizzantino ma poco incisivo. Rovella batte alla perfezione dalla bandierina e Fares battezza col gol il debutto col Club più antico d’Italia. Chi di corner ferisce, di corner perisce.

A questo punto il Grifo sente la vittoria tra le fauci e gli viene l’acquolina per un risultato ancora più ghiotto. La squadra di Semplici, che viene da un anno in cui l’aver buttato risultati che sembravano acquisiti ha quasi causato la retrocessione, sente i brividi correrli lungo la schiena nonostante la calura e si irrigidisce.

AL 77’ Fares ancora su angolo sfiora la doppietta mandando di pochissimo sopra la traversa e al 78’ la centra sull’ennesimo cross al bacio di Cambiaso, sempre da destra verso sinistra. Ora Ballardini può chiudersi e richiamo uno stremato Destro per Behrami.

Il Genoa sta dominando in lungo e in largo, il Cagliari sembra aver perso tutta la lucidità, eppure gli ultimissimi minuti raccontano di un Grifone in difficoltà e di Quattro Mori a cui quasi riesce con un arrembaggio disperato la controrimonta.

Al 89’ un eccellente Cambiaso lancia il velocissimo Kallon, il quale solissimo manda a lato di un soffio. Il giovane Sierraleonse si conferma un brillante talento a cui manca però tra le innate doti manca clamorosamente la freddezza. Dovrà affinarla rapidamente.

L’errore resuscita il Cagliari, che in capo a 5 minuti va due volte e mezzo va vicinissimo al clamoroso pari. La prima è una pirotecnica rovesciata di Joao Pedro che va però a sbattere su Maksimovic prima che possa preoccupare Sirigu, la seconda è una bordata da fuori di Farias che si spegne a lato di poco e la terza è la più mozzafiato di tutte. Cambiaso sino a quel momento eccezionale non riesce a controllare bene col petto un insidioso spiovente in area, Pedro gli ruba il pallone di soppiatto e da due metri spara alto.

C’è ancora tempo per Kallon per fuggire in contropiede e sparacchiare alto l’occasione per farsi perdonare, poi il triplice fischio.

La stagione del Grifo potrebbe essere alla sua prima svolta. Chissà cosa sarebbe successo con la terza sconfitta in tre partite. Con una squadra normale nulla, le prime due avversarie erano le inavvicinabili Inter e Napoli e con quest’ultima il Genoa aveva rasentato la vittoria. Ma con Preziosi, per il momento ancora in sella a Villa Rostan, non basterebbero cento app in anticipo sui tempi per prevenirne quelli che lui stesso chiama colpi di pancia. Ballardini ha comunque dimostrato di esser quel genere di allenatore in grado di trovare la quadra, se non in 2 settimane, in 2 settimane e 45 minuti. Il tecnico ideale per risolvere i problemi. Se il Prez dovesse esonerarlo per la quarta volta, potrebbe avere un posto da Dazn.

Federico Burlando

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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