Il Genoa spara sei colpi e sistema la rosa proprio alla fine del mercato

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Stavolta non si può sostenere che il Prez abbia lesinato in fase di compravendita. Dopo anni di acquisti a parametro zero e di prestiti secchi, ecco una campagna acquisti sostenuta e dispendiosa, che almeno in parte ha ricordato quelle firmate dal Joker sino a due lustri fa.

Invece, non è mutata affatto la tendenza alla… rivoluzione. Numerose le novità in tutti i reparti, con parecchi innesti di elevata quotazione, anche se, ad un attento esame della rosa, non mancano le lacune non colmate.

La disamina inizia dalla porta. Il pubblico genoano resta legatissimo a Perin, ma le garanzie offerte da Sirigu, numero due del Ct Mancini, non sono affatto inferiori, anzi. Un ottimo acquisto, diciamolo.

Ed eccoci alla retroguardia che, date le caratteristiche dei suoi protagonisti, non dovrebbe indurre mister Ballardini a cambiare modulo. Lo schema a tre insomma era e resta il più efficace. L’ex napoletano Maksimovic è un fior di rinforzo, capace di conferire robustezza al reparto ma anche qualità nella costruzione da dietro. Molte attese sono riposte, poi, su Vasquez, 23 anni da compiere, nazionale messicano: la formula di prestito iniziale non deve fuorviare, si tratta di un investimento futuristico. Niente male neppure un altro neo-rossoblù, Vanheudsen, sul quale l’Inter scommette, tanto da mantenerne il controllo. I tre succitati potrebbero essere i titolari, anche se capitan Criscito non va affatto sottovalutato. Di sicuro, il giudizio sula retroguardia è lusinghiero.

Qualche perplessità in più destano le altre zone del campo. Il fronte esterni non è stato certamente potenziato, e se pensiamo a Zappacosta, era un’impresa proibitiva. Sabelli, promessa parzialmente mancata, torna in A dopo un lustro di B e sinora non ha convinto. Attualmente, il pari ruolo Ghiglione, a lungo in predicato di partire, offre superiori garanzie. A sinistra si registra l’arrivo in extremis dalla Lazio dell’algerino Fares, 25 anni, calciatore di spessore, da valutare però nella fase difensiva. In fase di spinta, è un lusso. Alle sue spalle troviamo pur sempre l’enfant du pays Cambiaso, che sta lievitando giorno dopo giorno e maturando a tempo di record.

In mediana risiedono parecchie incognite e qualche certezza. Tra queste ultime, il cileno Galdames, svincolatosi dal Velez, 25 anni, un centrale di elevato rendimento, che il Genoa stava inseguendo da mesi, in attesa di acquisirlo a zero euro. Si tratta, sulla carta, di un colpaccio.

Di rilievo, almeno in teoria, pure Touré, centrocampista francese di colore. Ha credenziali importanti, ma deve confermarle in Italia. Dalla sua ha un gran fisico e una tecnica non trascurabile. Se son rose…

Qualche smorfia in più accompagna l’altro innesto, l’ex parmense Hernani, che nelle iniziali apparizioni in rossoblù non ha convinto granché nel ruolo di rifinitore.

Due dei tre sunnominati potrebbero essere i titolari (con Badelj che resta una colonna inamovibile), ma occorre valutarli con la massima attenzione, e Zio Balla all’uopo continuerà a tenere in caldo anche le “bandiere” Sturaro e Behrami e soprattutto Rovella, che punta a confermarsi ad alto livello. Il settore va scoperto gradatamente (ma non troppo…), però rimane in vita più di una perplessità sul loro assortimento. L’anno scorso, pur contando Strootman, mancava una mezzala “di gamba” e anche un rifinitore rapido: carenze che non appaiono completamente eliminate.

Infine l’attaccoCaicedo è un “crack” in fatto di fisicità, capacità di giocare per la squadra, rendimento. Se la fragilità muscolare non lo condizionerà, ci farà divertire e risulterà utilissimo, ma nei suoi trascorsi non si registrano bottini stagionali particolarmente pingui.

Saranno dunque utilissimi i gol del suo “alter ego”, Destro, che vede di più la porta ma non è parimenti propenso a giocare per la squadra. Improbabile una loro convivenza, malgrado le pressioni del presidente in tal senso, ma di sicuro l’ascolano, che conosce a menadito l’ambiente rossoblù ed ha spinto col presidente per non cambiare casacca, va preferito allo spezzino Nzola, che lo scorso anno non è parso professionalmente inappuntabile.

Il vero problema riguarda il ruolo di seconda punta, che in teoria doveva essere appannaggio di Lammers, corteggiato sin da gennaio ma pervicace nel rifiutare il trasferimento a Genova sino a trasferirsi all’Eintracht. Ekuban, dopo aver rifiutato nelle ultime ore parecchie sistemazioni alternative, scalpita dalla voglia di imporsi ad alti livelli, ma come erede di Shomurodov continua a destare perplessità. E identici sentimenti alimentano i giovanissimi Buksa (18 anni appena) e Kallon, che forse avrebbero abbisognato di una stagione da titolari in B. È probabile, a questo punto, che vengano ancora utilissimi i gol e gli assist del sempiterno Pandev.

La valutazione complessiva del nuovo Genoa è ancora… in sospeso. Di certo non potremo attenderci da Ballardini una sollecita quadratura del cerchio: troppi infatti sono i volti nuovi. Se tutti, o quasi, dovessero dimostrarsi all’altezza, il centroclassifica sarebbe l’approdo finale. E se qualche difetto emergesse, nessun problema. Non basta una mano per elencare le squadre cui il pronostico assegna ambizioni inferiori e prospettive ben più allarmanti: le tre neopromosse, lo Spezia, il Verona orfano di Zaccagni, lo stesso Cagliari. Ergo, la salvezza anticipata dovrebbe essere già in tasca.

                                            PIERLUIGI GAMBINO

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