Era stato un 3-2 anche l’ultima partita coi tifosi al Ferraris. Combattutissimo, a ritmi vertiginosi. A uscire i vincitori erano stati però gli ospiti della Lazio. Era il 23 febbraio. Questa volta invece il caldo luciferino e la preparazione approssimativa allenta il vigore dei duellanti È bello che a dare l’ultimo saluto al “sacerdote” Roberto Scotto, storico leader della Gradinata Nord, malato da tempo e mancato ieri, sia stato il ritorno del popolo rossoblù allo Stadio, e una vittoria da veri Grifoni. Ovviamente soffertissima. Inizio shoccante, poi gli errori degli umbri beneficiano la remuntada. In 11 contro 10 per tutto il secondo tempo però la squadra di Ballardini ha ugualmente faticato contro la squadra che viene dalla vittoria del Girone B dell’ultimo campionato di Serie C.
Ballardini schiera una formazione sperimentale, con molte sorprese. Resta un impegno estivo, buono per valutare chi è più meritevole di avere spazio e chi meno. Giocano però i nuovi innesti meno “sospetti”. Ci si attendeva Sirigu, con Ekuban, Hernani e Zinho Vanheusden arrivati da troppo poco per essere gettati tutti insieme nella mischia. È invece il campione D’Europa ad accomodarsi in panchina, con Marchetti, terzo portiere, tra i pali. Il giovane olandese dell’Inter è affiancato dai veterani Criscito e Biraschi nel 3-5-2, con l’altro acquisto Sabelli sulla fascia destra e il rientrante dal prestito all’Empoli Cambiaso su quella sinistra. Compagno di reparto di Ekuban è il promettente Flavio Bianchi, lui invece prestato alla Lucchese, mentre la mediana è completata da Sturaro e Badelj.
Il Perugia, per il derby tra Grifoni, si dispone con un 3-4-1-2 in cui farà bella mostra di sé sull’out di destra la coppia Dell’Orco-Falzerano oltre al centravanti Carretta.
È quest’ultimo infatti a gelare gli accorsi al Ferraris nonostante la calura stagionale. È quasi la vigilia di Ferragosto, non di Natale, ma la retroguardia rossoblù predispone il presepe. Dell’Orco al primo minuto se ne fugge via sulla destra, cross morbido per Carretta che schiaccia di testa, Marchetti respinge come riesce, il pallone rimane lì, nessuno scaccia e il centravanti dei rossi in divisa bianca da trasferta insacca.
Al 4’ Sgarbi fugge ancora via sulla destra rossoblù, è il preludio del raddoppio ospite che arriva al 10’: Cambiaso superato sulla corsa da Falzerano, in sospetta posizione di fuorigioco, supera Biraschi e mette un crosso basso teso su cui non arrivano né Marchetti né Vanheusden, Lisi ci mette il piedino e tanto basta per anticipare il marcatore Sabelli e infilare ancora una volta a porta vuota. Se questo è l’antipasto della stagione, si prospetta un’indigestione di pere per il povero Vecchio Balordo. Ma con Ballardini caposala, è certamente più plausibile che si tratti di un paio di confetti per la festa del 76° compleanno dell’altra squadra cittadina, piovuti fuori contesto.
Come spesso è capitato nell’ultimo decennio, il blasonato Grifo ha sottovalutato l’impegno di Coppa contro una meno quotata rivale, ma ha poi potuto approfittare degli errori dei meno ferrati avversari per rimettersi in careggiata.
Così al 15’ con una bella scoccata da fuori Cambiaso suona la prima nota della riscossa. Al 18’ un’ultima sbandata prima dell’assestamento, Carretta ne approfitta per involarsi verso la porta ma incespica prima di trovare la conclusione che avrebbe potuto valere il terzo sigillo e la qualificazione.
Al 21’ Sabelli si proietta verso l’area altrui e viene fermato con le cattive al suo limite. Punizione. De facto batte Capitan Criscito, l’altro capitano, Burrai, per proteggersi salta in maniera scomposta e la piglia col gomito. Penalty. Ancora Criscito dal dischetto. Perfetto nell’angolino alla sua sinistra.
Il Grifo ritrova la grinta e si getta in avanti, pressa con tenacia e raccoglie frutti forse troppo generosi per lo sforzo profuso: al 38’ Curado si fa fare fesso da Bianchi a centrocampo ed è costretto ad atterrarlo fallosamente al limite. Scorrettezza da ultimo uomo, cartellino rosso.
Il Grifone da l’idea di poterla chiudere nei primi ’45 nonostante lo scioccante doppio svantaggio. Sul lungo della punizione battuta da Hernani e respinta, il pallone gli ricapitombola tra i piedi. Entra in area e dalla posizione defilatissima sinistra batte a rete. Il portiere Chicizola ben piazzato si lascia battere sul suo palo, poi il pallone tocca il palo e completa il flipper scontrandosi prima sulla schiena dello sciagurato ultimo difensore e poi con la rete. Pareggio al 41’.
Assedio sino all’intervallo, con gli Umbri che faticano a contenere gli avversari, nonostante sia stato inserito il terzino Angella per il rampante Carretta che tanti problemi aveva cagionato. Chicizola stavolta è bravo a impedire a Bianchi di trovare il 3-2 in tap in.
All’inizio del secondo tempo Ballardini scatena le punte e il talento, dentro Pandev, Destro e Kallon per Sturaro, Bianchi ed Ekuban. La sensazione è che il Genoa sia destinato a brillare definitivamente nella ripresa e invece stenta a superare il muro dei bianchi. Non riesce a sbloccare l’impasse nemmeno la freschezza di Rovella, immesso per Hernani.
Dopo le emozioni della prima frazione quindi un’altra più soporifera, in cui Pandev e Destro provano a crearsi gli spazi per l’intervento risolutore. Nessuno dei due riesce però a trovare il guizzo giusto. Il bomber principe della squadra dell’anno scorso al 68’ riesce a battere in porta ma Chicizola salva in angolo.
Mentre si delinea sempre più minacciosa l’ombra dei supplementari, al 87’ il Genoa e Yayà Kallon s’inventano un blitz-gol, un misto di furbizia e genio che vale la vittoria, talmente rapido che le telecamere di Italia 1 inizialmente non riescono a cogliere il momento. Erano troppo impegnate a far passare il replay dell’azione precedente, un bel triangolo in cui sempre Kallon aveva liberato Badelj per il tiro.
Cosa è successo? Angolo battuto rapidissimo, Kallon si avvicina quatto all’angolo sinistro dell’area e prova il tiro a giro. Gol spettacolare.
Sembra non ci sia ancora spazio per ulteriori emozioni ma il Genoa, nel bene e nel male, ha sempre da regalarne a mani aperte. Al 94′ infatti cross da destra, colpo di testa di Vano vicinissimo alla porta di Marchetti. Poi il triplice fischio.
Tra i genoani, può riecheggiare un celebre leitmotiv di un Amaro preso da una pubblicità a suo modo estiva: è stata dura, ma ce l’abbiamo fatta.
Federico Burlando