Lo Spezia saluta con l’ultima suggestione: quasi “elimina” la Roma dall’Europa, 2-2

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Nelle Mille e Una Notte Sherazade alla fine di ogni sera lasciava il racconto del giorno a metà, così da invogliare il crudele Sultano che odiava le donne a lasciarla in vita, per sapere come sarebbe andata a finire. A che punto siamo del racconto della favola Spezia? Chiuso il campionato con l’ennesima memorabile prestazione, con mezza Serie A che si contende Italiano per il valzer degli allenatori, sembra che il ballo per la Cenerentola sia concluso e ora la magia sfumi, o peggio, comincino le dolenti note. Eppure la vecchia Volpina società e pure la nuova hanno dimostrato coraggio e organizzazione, e il saluto finale degli Aquilotti ai propri tifosi lascia suggerire che forse più che alla fine della storia ci si ritrova a metà tra una lieta novella e un’altra. Bisogna attendere il domani per sapere come andrà a finire, ora è tempo di festeggiare, rigorosamente nelle proprie case, e ridere ancora. Lo Spezia si è fatto sì recuperare due gol, ma ha dato spettacolo ed è andato a un passo dall’eliminare la Roma dall’Europa, per certi versi come il Manchester United.

Le uniche due rotazioni da fine anno che si concede Italiano sono tra i pali, ove si accomoda Rafael, e proprio davanti a essi, dove Capraodossi può tornare, contro la squadra che lo ha cresciuto, in Serie A dopo 3 anni e a giocare dopo la terribile rottura del crociato che gli ha fatto saltare l’intera stagione. La consueta linea a 4 è completata da Vignali, Capraodossi, Terzi e Bastoni; Estevez, Agoumè e Pobega in mediana; Verde e Gyasi ai lati e alle spalle di Nzola nel tridente.

Fonseca praticamente deve perlomeno pareggiare per non trasformare in sciagurata una stagione disastrosa, contrassegnata però da tante belle vittorie, l’ultima delle quali nel derby. Eppure per quest’ultima sfida ha gli uomini contati, tra infortunati e debilitati; prova a dare un senso al ritorno di El Shaarawy in giallorosso affiancandolo a Pedro e Mkhitaryan sulla trequarti dietro a Mayoral, per un aggressivo 4-2-3-1.

Eppure, e alla trentottesima giornata non è più una sorpresa, è lo Spezia a partire forte e ad arrembare. Nzola si scalda subito su un tiro murato da Mancini in scivolata, poi è Verde, innescato da un tacco di Vignali, a scaldare i guantoni di Fuzato. Ancora al 5’ un’altra fiammata: Estevez apre per Verde che traversa per Nzola, colpo di testa a lato di un soffio.

Al 6’ finisce magistralmente il tourbillon di colpi dei bianchi: Nzola arpiona un pallone nelle retrovie dei più quotati e scompaginati avversarsi, e appoggia per Verde, che segna comodamente l’ennesimo gol dell’ex. La Grande Squadra che deve vincere a tutti i costi contro la neopromossa già salva sembra essere l’undici di Italiano.

Si continua su questo canovaccio per tutto il primo tempo, con gli ospiti imbambolati che non riescono a palleggiare come loro solito e i bianchi indiavolati a caccia dell’ennesimo risultato di prestigio. Contatto dubbio in area romanista tra Cristante e Gyasi, quindi Fuzato deve opporsi sulle due conclusioni a granaiola di Pobega e Verde.

L’unico sussulto ospite nel primo tempo è al 24’, un gran tiro repentino da dentro l’area di di El Shaarawy che riceve su una mezza carambola, Rafael nega un pareggio immeritato a dir poco.

Al 36’ solo un ottimo Fuzato nega il raddoppio agli Aquilotti, che però arriva appena due minuti dopo: angolo di Verde, sponda di Nzola, Pobega da pochi passi punisce il presepe giallorosso. C’è una sola squadra in campo.

 

Ci provano ancora per il tris Estevez, murato da un terzino, e Pobega, alto, poi il fischio per l’intervallo. Per il momento non c’è storia e la Roma sembra decapitata dell’Europa. Il secondo tempo però per i capitolini è una sorpresa ancora più gradita dei concittadini Manneskin che vincono l’Eurovision Song Contest. Zitti e Buoni per tutta la prima frazione, i giallorossi seguono il taglio da Rock Star di El Sharaawy e al suo fresco ritmo si prendono il Vecchio Continente.

Appena un minuto dopo un “tentativo di autogol” di Mancini, che in un disimpegno costringe al corner il suo numero uno, al 52’ Pedro vola sulla destra e crossa, Terzi devia sui piedi di El Sha che accorcia.

I liguri battono ancora un colpo con lo scatenato Verde, tiro a giro trattenuto da Fuzato, poi degli ospiti comincia l’assolo e l’assalto: al 56’ cross rasoterra di Karsdorp, Mkhitaryan a botta sicura, Rafael miracoloso.

I giallorossi chiudono lo Spezia nella propria metà campo, ma la loro ragnatela di passaggi non riesce a stringersi sino alla porta. Cambi da ambedue le parti, entrano Ramos e Agudelo per Bastoni e Verde, poi Maggiore per Agoumè. Dall’altra parte Dzeko per l’impalpabile Majoral e per Pedro, Pastore.

AL 75’ è proprio quest’ultimo, El Flaco, a servire un pallone d’oro per l’accorrente Cristante, che prova a fulminare Rafael. Il 39nne brasiliano però ha i riflessi di un ragazzino e para ancora.

I giallorossi si gettano in avanti con disperazione e infine trovano il pareggio: al 85’ una gran girata di testa di Dzeko pesca Mkhitaryan, che non sciupa la terza occasione che non si può sbagliare. 2-2.

A quel punto i Lupacchiotti si chiudono per portare a casa il risultato, consci di aver evitato il disastro ma non la figura barbina, se pure può essere considerato tale un pareggio contro questo Spezia, che fa sognare e che ti fa venire voglia che il campionato non finisca mai. Quelli però sono destinati a terminare sempre, le storie possono anche essere infinite. O durare altre mille notti come questa.

Federico Burlando

 

 

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