Che Claudio Ranieri decidesse di lasciare la Samp lo si era arguito da parecchi giorni. Nel suo comunicato ufficiale, denso della signorilità che sempre lo contraddistingue, il trainer romano ha parlato semplicemente di mancanza di presupposti per una permanenza in blucerchiato. Troppa era la distanza tra i suoi progetti e quelli di una società ormai immersa in un ridimensionamento solo in parte giustificato dai passivi di natura pandemica.
Con certe premesse, era cresciuta nel tecnico la voglia di non compiere in futuro alcun passo indietro, a livello sia economico sia tecnico. La sola sua concessione sarebbe stata uno sconticino sull’ingaggio, da compensare con il raddoppio della durata del nuovo matrimonio: proposta che non aveva mai riscosso l’entusiasmo di Ferrero, deciso ad imporre al proprio allenatore tagli ben più cospicui.
Il punto di maggiore difformità era però un altro: i programmi tecnici. Ranieri non poteva accettare un netto depauperamento della rosa calciatori: al massimo, avrebbe tollerato la partenza di un pezzo da novanta. La continuazione del matrimonio era davvero improponibile, ma è assurdo che, con una squadra da tempo approdata ad una classifica senza più stimoli né pericoli – si sia protratto il braccio di ferro sino alla chiusura della stagione. Tantopiù che la caccia all’eventuale sostituto appare alquanto problematica e rischiosa. Confermata è l’attenzione nei confronti di Gotti in uscita da Udine, e da D’Aversa, che certamente non rimarrà a Parma. Piace parecchio anche Paolo Zanetti, che si sta giocando la promozione in A alla guida del Venezia, ma sarebbe un salto nel buio pari a quello di ingaggiare Alessio Dionisi, dominatore tra i cadetti con l’Empoli. Infine, l’opzione Italiano, con numerosi ostacoli da superare e, pertanto, non così probabile.
Comprensibile la preoccupazione di una tifoseria che non ha mai amato il padrone del vapore doriano (pur riconoscendogli la validità dei risultati sportivi acquisiti) e ora paventa un ridimensionamento tecnico non trascurabile. Viperetta punta ad intascare 50 milioni dal prossimo mercato, ma per centrare l’obiettivo dovrebbe cedere un bel gruppo di titolari risparmiando sull’acquisto dei rimpiazzi. Ed intanto, nell’occasione del trentennale tricolore, si sono moltiplicati gli accenni di illustri personaggi a Gianluca Vialli: a ciò che non è stato (e poteva essere….) e a ciò che si spera possa avvenire in futuro.
Ed eccoci a Sampdoria-Parma, che riveste un’attenzione mediatica pari – o forse inferiore – alle prime amichevoli estive, quelle contro le formazioni della vallata. La gente doriana è ancora immersa nella “coda” dei festeggiamenti del trentennale tricolore e preferisce lasciarsi cullare dai ricordi piuttosto che sintonizzarsi su una partita piuttosto sciapa. Il Parma di oggi è lontano anni luce dalla squadra che qualche decennio fa contendeva proprio ai blucerchiati la palma di miglior provinciale: la caduta in B è stata già metabolizzata da tempo. Sul fronte doriano va semplicemente ricordato che mister Ranieri aveva fissato due mesi orsono quota 52 come obiettivo stagionale ed è vicinissimo al traguardo, dopo aver preso atto con gioia della nona piazza finale. Serve un successo, dunque, in quest’epilogo marassino che dovrebbe agevolmente soddisfare certi blandi desiderata. Il Parma, dopo tutto, insegue solo un congedo dalla serie A non troppo disonorevole e la Samp ci tiene ad apporre la classica ciliegina su una torta stagionale gradevole oltre le attese.
Siccome la formazione Primavera si sta giocando il primato nel campionato di categoria, Ranieri non attingerà dal vivaio come stanno facendo parecchi suoi colleghi. Anche con qualche defezione, infatti, la rosa a disposizione offre alternative a josa. Nessun dramma, dunque, per l’assenza di tre titolari fissi: Bereszynski sta già pensando agli Europei con la sua Polonia: Tonelli è ancora dolorante ad una coscia; Thorsby a Udine è incorso in un’assurda e immeritata ammonizione che ha fatto scattare la squalifica.
Nessun problema all’orizzonte: al centro della difesa ecco Yoshida, autentica sicurezza, e a destra tocca a Ferrari, duttile e affidabile. Nel repart mediano c’è qualche problema in più, date le caratteristiche uniche del norvegese: mister Claudio dovrà decidere se nserire Adrien Costa (ma il connubio con Ekdal non è mai stato troppo produttivo), rispolverare il giovane (e non troppo convincente) Askildsen, arretrare l’eclettico Verre od optare per il centrocampo a tre, con Candreva e Jankto a supporto dello svedese e un attacco con lo stesso Verre mezza punta alle spalle di Gabbiadini e Quagliarella.
In avanti c’è qualche pallido dubbio per il bergamasco, non per il capitano, che oltre a festeggiare la partita numero 500 in serie A punta a quota 100 in fatto di gol realizzati in maglia blucerchiata. Pur con qualche battuta d’arresto, il campano era e resta il miglior cannoniere di casa Samp e si è ampiamente guadagnato un altro anno di contratto, per il quale manca soltanto la classifica firma.
PIERLUIGI GAMBINO