Finalmente la Samp ha zittito chi come noi – eravamo in gran numero… – aveva espresso la convinzione che il Toro avrebbe fatto risultato a Marassi sfruttando le amnesie dei blucerchiati. Nessuno, intendiamoci, ha pensato che i granata fossero più forti di Quagliarella e compagni, ma il trend doriano dell’ultimo mese abbondante non solo iniziava a preoccupare ma non poteva indurre a credere ad un improvviso cambio di registro.
Invece la Pasqua di resurrezione, festeggiata con due settimane di anticipo rispetto a quella religiosa, ci ha regalato una Samp nuovamente nella colonna a sinistra della classifica, e non per mero caso ma per meriti acquisiti. Serviva un mutamento di mentalità prima che qualche variazione tattica: i ragazzi di Ranieri dovevano trovare in sé stessi la forza di mantenere concentrazione ed attenzione e di sfoderare un po’ di grinta per 90 minuti e non solo per uno spezzone di match. Missione compiuta, e il risultato è stato la logica conseguenza di questa metamorfosi.
Si può ancora progredire in zona offensiva, diventare più cinici e chiudere anzitempo la gara senza attendere il triplice fischio, ma la ritrovata saldezza difensiva, pronuba di un’assenza di smagliature, poteva bastare per interrompere l’ascesa del Toro e porre fine all’astinenza di vittorie. Mettiamoci, come ingrediente supplementare, la presenza di un Gabbiadini tirato a lucido e capace di incidere, ed ecco che presidente Ferrero, nuovamente col morale alle stelle dopo qualche settimana sofferta, ha sbandierato l’obiettivo assai ambiziose di vincere tutte le rimanenti sfide di campionato. E pensare che sino a domenica mattina – per chiara ammissione di capitan Quagliarella – nell’-ambiente blucerchiato serpeggiava perfino il timore di doversi ancora giocare la salvezza…
Il Viperetta è fatto così: basta una soddisfazione per caricarlo come una molla, ma al di là dei proclami è giunto il momento – auspice la sosta – di voltare pagina e di iniziare a programmare la prossima stagione. Il nodo principale da affrontare riguarda ovviamente la permanenza o meno di Ranieri alla guida tecnica. Il principale punto di divergenza è di carattere economico: la società mai e poi mai garantirà altri due milioni netti di ingaggio, spuntati dal mister capitolino quando la Samp era in pieno precipizio e doveva assolutissimamente riemergere, costi quel che costi. Il mister, nei giorni scorsi, ha abbozzato un’”apertura”, accompagnandola però con frasi sibilline: “Non ho ansie, posso vivere benissimo anche senza allenare, io scendo in campo per il gusto di farlo, per l’adrenalina che mi dà questo mestiere. Con presidente e diesse parleremo: sono assolutamente sereno”.
La sensazione è che i due potrebbero incontrarsi a metà strada, e che alla fine della favola proprio il… datore di lavoro sarebbe il più felice per quest’epilogo: sia per il prestigio che caratterizza tuttora la figura di un tecnico come Ranieri, sia per la mancanza di alternative particolarmente stuzzicanti ed economicamente… sopportabili. Il presidente è conscio che una fetta cospicua di popolo doriano non manifesta entusiasmo di fronte alla prospettiva di una conferma del testaccino, e per questo motivo sta chiedendo a tecnico e giocatori un’accelerata sul piano delle prestazioni e dei risultati: così da riportare almeno i tifosi indecisi all’…ovile.
PIERLUIGI GAMBINO