Lo Spezia ferma l’euro Atalanta, Italiano: «Salvarci come vincere 8 scudetti»

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Sono mancati soltanto i gol nella sfida tra Spezia e Atalanta: emozioni, bel gioco, squadre determinate e grintose. I bergamaschi di Gasperini in questa stagione non sembrano aver trovato quel passo che negli ultimi anni li ha resi una delle compagini più affascinanti d’Europa, ma se non hanno vinto contro gli Aquilotti di Italiano è solo perché quest’ultimi si sono dimostrati degni della Serie A e dei più blasonati avversari.

I nerazzurri hanno creato più azioni e nel complesso sono andati più vicini a sbloccare il risultato, vedendosi annullare anche un gol dal Var per leggero fuorigioco di Zapata, ma lo Spezia ha risposto spesso punto su punto, e anzi ha dato la sensazione di poter tentare il colpaccio. Il merito del pareggio va quindi suddiviso tra tutti, e non attribuito a un ottimo Provedel, che ha arrestato le conclusioni avversarie in tutti i modi, con uscite precise e volando tra i pali.

Italiano rinuncia a Chabot, non al meglio, e schiera Erlic e capitan Terzi nel cuore della retroguardia, con Vignali e Bastoni a proteggere le fasce. In mezzo conferma per il trio Estevez-Ricci-Pobega, Farias e Gyasi sulle ali per rifornire la sgusciante punta di movimento Nzola.

Un po’ di turn-over per Gasperini che mercoledì ha un gravoso impegno col Liverpool: Pessina per la prima volta in campo dal primo minuto, affiancato da De Roon rientrante da un breve periodo di infortunio. Davanti però ci sono i paladini delle ultime esaltanti stagioni in riva all’Orio: Ilicic-Gomez-Zapata.

Lo Spezia parte aggredendo e riesce a mettere subito alle corde una delle squadre più pressanti del continente: già al 2’ Farias ha lo spazio per accentrarsi e tirare da fuori, palo clamoroso.

Lo Spezia continua sorprendentemente a costringere la Gasp Band a rinculare, ma son dolori quando si riesce a servire in corsa il razzo Gosens, scatenato e sfortunato. Al 14’ l’esterno belga sciupa a lato dopo un triangolo con Zapata, al 40’ è il colombiano a pareggiare il conto dei legni centrandolo da fermo e dal limite dell’area.

Nell’intervallo i due mister giocano a scacchi: Pasalic, che si rivelerà dirompente ma impreciso, per un Gomez senza verve, il rampollo Maggiore per Pobega. Stavolta a partite forte è la Dea, schiaccia metro per metro l’avversario e sembra passare al 57’: Toloi crossa da destra, sponda di Zapata, tiro secco e potente di Gosens da sinistra verso l’angolino destro della porta bianconera. Il Var però annulla per fuorigioco del colombiano.

Italiano capisce che deve inserire forze fresche: fuori Vignale e Bastoni, dentro Mattiello e Marchizza. E l’aquilotto torna a farsi insidioso: Gyasi scocca dal limite sinistro dell’area ma trova Gollini ben posizionato, poi sfuma un invito di Maggiore per Estevez. Allora è Gasperini a dare la scossa ai suoi: dentro Lammers per Zapata, ed è subito una girata nell’angolino destro su cui Provedel si distende plastico, inaugurando la propria serata di gala.

Al 39’ esce su Pasalic lanciato a rete e risponde con un salto da terra a Gosens che era zompato repentino sul pallone, quindi ferma ancora due volte il centrocampista croato: prima ne trattene una conclusione secca ma troppo smorzata su cross basso di Gosens, e poi gli toglie la sfera dai piedi con due tocchi in uscita bassa, mentre era stato lanciato verso la porta nuovamente dall’esterno belga.

I due tecnici non possono che scambiarsi i complimenti. Gasperini infatti a precisa domanda se si aspettava uno Spezia così pericoloso risponde affermativamente, e aggiunge: «In questo campionato ci sono molte squadre che corrono, pressano, non ti fanno giocare bene. Lo Spezia l’ho visto vincere a Udine, a Benevento, mettere in difficoltà la Juve…magari non hanno molti nomi famosi ma hanno tanta forza nelle gambe»

Giubilante Italiano: «Abbiamo letto tante cose, sono arrivate anche negli spogliatoi. Se hai orgoglio e ci tieni a far bella figura ti spinge a fare meglio. Noi dobbiamo uscire a testa alta dai campi, e oggi ci siamo riusciti». Continua però ad essere conscio delle difficoltà: «Salvare lo Spezia è come vincere 8 scudetti»

Difficile che rimpianga di non essere andato a Genova: «Il no al Genoa? Diciamo che sinceramente mi ha fatto piacere la stima del direttore Faggiano che già conoscevo e che mi ha contattato, però ho detto in tempi non sospetti che qui è nato un legame con piazza, tifosi e giocatori, è stato semplice sposare questo progetto»

Ci tiene inoltre a fare i complimenti a ogni membro della rosa: «Per fare qualcosa di straordinario dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Nzola e Provedel? Quando torneranno Zoet e Galabinov dovranno andare più forti di loro se rivorranno il posto. La competizione fa crescere tutti. In settimana cerco di trattare tutti allo stesso modo, anche se poi ne devo scegliere 11 e tutti devono sapere cosa fare quando vengono chiamati in causa. Rispondono tutti bene, oggi hanno esordito anche Vignali e Mattiello, aggiungiamo così qualità che magari che mancano».

Federico Burlando

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