Le leggende ricordano Paolo Mantovani

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Il 14 ottobre del 1993 fu una data tristissima per tutti gli appassionati di calcio, a prescindere dalla loro fede calcistica: venne a mancare un uomo che seppe trasformare una squadra in un sogno, Paolo Mantovani.

Nonostante la ricorrenza non sia un “cennale”, una di quelle che naturalmente richiamano manifestazioni di cordoglio nei confronti di un illustre defunto, molti di campioni che portò alla Sampdoria, a volte giovanissimi, e fece crescere, dai quali era considerato una specie di secondo padre, hanno voluto ricordarlo commossi con aneddoti e dichiarazioni a ruota, soprattutto sui social.

Spiccano ovviamente, come già in campo ai tempi di Boskov, i Gemelli del Gol Mancini e Vialli; così l’attuale CT della nazionale: «Avevo solo 17 anni, sei stato un grande uomo e un presidente unico, ciao Presidente ci manchi. Per compiere grandi cose bisogna vivere come se non si dovesse mai morire. Tu, Paolo Mantovani, hai fatto grande la Sampdoria. E in tutti noi vivrai per sempre»; più laconico ma non meno espressivo Stradivialli, che ha postato una loro foto assieme-presente anche Bobby Gol- su Instagram accompagnandola con un incisivo “manchi”.

Del famoso Stile Sampdoria di cui fu l’artefice oggi sembra mancare traccia nel suo esuberante successore, il presidente Massimo Ferrero, segnalatosi negli ultimi giorni per una serie di uscite alquanto opinabili alle radio romane. Mentre martedì sera a un Giorno da Pecora è stato arrembante ma non aggressivo, dicendosi disposto a candidarsi come sindaco dell’Urbe, e testimoniando di soffrire tantissimo per la Sampdoria ma di sentire di non aver fatto abbastanza per essa, nel pomeriggio di mercoledì ha attaccato le precauzioni sanitarie per arginare il Covid in cui sono incorsi molti dei suoi calciatori:

«Non inventiamoci cose che non esistono. Qui c’è una malattia e noi gridiamo al mondo che siamo l’eccellenza della scienza: ringraziamo i medici e chi lavora negli ospedali per combattere questo coronavirus. Però prima era un mostro che non si identificava, mentre adesso l’abbiamo identificato e quindi cerchiamo di non enfatizzarlo perché se facciamo così… La malattia esiste, va identificata, ma abbiamo fatto 100 milioni di passi avanti e non si muore grazie a Dio. Noi curiamo il corpo e uccidiamo le menti. La gente non ce la fa più, io ho i cinema chiusi e lo Stato non dà niente»

Sono soprattutto le espressioni che hanno suscitato polemiche nel pubblico, un peccato che non sia riuscito a contenersi, considerando che aveva cominciato con le parole giuste: «Voglio dire una cosa subito, oggi 27 anni fa c’è stato un momento di dolore per la Sampdoria, la scomparsa di un grande presidente come Mantovani e lo voglio ricordare. Un uomo che ha avuto una grande forza e voglia, è riuscito a portare lo Scudetto alla grande Sampdoria»

Federico Burlando

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