Piatek insaziabile ma il Genoa è bocciato all’esame di maturità

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L’esame di maturità ha fornito l’esito meno sperato: la matricola Parma, per nulla condizionata da pesantissime assenze, ha bucherellato per tre volte l’incerta difesa rossoblù, regalando al pubblico genoano il primo autentico dispiacere stagionale. C’era parecchia attesa per questo match, che si annunciava più arduo rispetto a quelli vinti contro Empoli, Bologna, Chievo e Frosinone e per questo motivo particolarmente attendibile. Il quesito era chiaro: questo Genoa è forte solo con le squadre da retrocessione o può competere con un cospicuo numero di antagoniste?

Il modo in cui è maturata la sconfitta impedisce di trarre drastiche conclusioni e induce a sospendere il giudizio. Come sarebbe finito, infatti, il match se il secondo pallone di Piatek finito alle spalle del portiere emiliano avesse varcato la fatale linea bianca dopo aver centrato il palo e se il Var non avesse vanificato il tocco vincente di Criscito, macchiato da un offside milimetrico?

Plaudiamo comunque al nono sigillo dell’insaziabile pistolero polacco, che non sbaglia un colpo e si avvicina a record di prolificità storici per il nostro calcio e non solo per il Genoa. Certo, i detrattori della società rossoblù potrebbero sostenere che se il Prez non avesse azzeccato quest’ascquisto il Grifo veleggerebbe in piena zona retrocessione, ma noi preferiamo godercelo, aggiungendo però che il cannoniere est-europeo è sufficiente per ipotecare la salvezza ma non per garantire un campionato più dignitoso di quello, assai misero, dello scorso anno.

L’anticipo in orario prandiale ha ribadito pregi e difetti di una squadra ancora alla ricerca di un equilibrio. Il formidabile, insaziabile fromboliere nom sbaglia un colpo e al suo fianco cresce il giovane Kouamé, stavolta meno presente in zona gol ma sempre al centro del gioco. Purtroppo, le note positive si fermano qui. A centrocampo e in difesa i conti non tornano assolutamente, e qui Ballardini ha l’obligo di mettere mano. Già in partite prececedenti il reparto mediano è parso in seria difficoltà, soprattutto nella zona interna, dove due soli elementi spesso si trovano a contrastare tre giocatori. Urge un cambiamento sostanziale, e pazienza se il nuovo assetto assomiglierà a quello dello scorso anno, poco spettacolare ma estremamente efficace.

La gara col Parma è stata didascalica in proposito: Sandro non è ancora al top ed è abbastanza macchinoso di suo, mentre Hiljemark – reduce dal mondiale – avrebbe bisogno di rifiatare. Due giocatori lenti a proteggere senza aiuto un trio di difensori che – in specie Criscito e Spolli  – sono tutt’altro che veloci. D’altronde, ameno a Marassi la presenza di un trequartista è accettabile se si tratta di Pandev, ma piuttosto di impiegare Medeiros, più che altro un’ala – sarebbe stato preferibile un altro mediano, per rinforzare la cerniera e conferire maggiore equilibrio tattico. E’ vero altresì che Romulo era indisponibile e che Bessa e Mazzitelli, peraltro schierati in una ripresa tutta all’arrembaggio, non riescono mai a cambiare l’inerzia del match. Aggiungendo che Rolon (ieri indisponibile) e Lakicevic non hanno ancora convinto il tecnico ad impiegarli, è agevole concludere che il mercato estivo, riuscitissimo per quanto riguarda la prima linea, è stato fallito per il centrocampo e forse ancoche per la difesa, considerata la fragilità fisica dei nuovi acquisti Gunter, Lisandro Lopez e Romero.

In attesa del loro apporto, Balla dovrà correre ai ripari riportando capitan Criscito (da troppi anni abituato a giostrare sua fascia) a centrocampo e rilanciando in difesa Zukanovic, a cominciare, tra due sabati, dal proibitivo impegno allo Juventus Stadium.

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