Non fosse per l’infortunio a Saponara, sarebbe stata la partita perfetta, destinata a restare inchiodata nella memoria collettiva.
L’unica certezza è che dalla Sampdoria puoi sempre attenderti di tutto e di più, nel bene come nel male, ma una metamorfosi così profonda come quella registrata dalla prima ora di Udine all’intero match contro il Napoli supera ogni immaginazione. Naturalmente, i critici nazionali, nel commentare la serata a sensuo unico di Marassi, hanno rimarcato in primis la strana assenza di un Ciuccio stranito e stravolto dal turnover ancelottiano, ma nel cuore di molti commenti è pure emersa la straordinaria prestazione dei ragazzi di Giampaolo, padroni assoluti del match.
Le prossime gare esterne – a partire da quella di Frosinone, agevole solo se affrontata con la dovuta concentrazione – peseranno definitivamente il valore dei blucerchiati, il cui rendimento casalingo ormai da tre anni continua ad essere pazzesco. Ed è inutile scomodare illustria addetti ai lavori, tecnici, psicologi e via dicendo: nessuno riesce a darsi una risposta plausibile.
Restando all’evidenza, è innegabile che se si chierano i giocatori al posto giusto, rispettando le loro caratteristiche, si raccoglie copiosamente. Barreto è ancora un mediano che levati, ma in cabina di regìa si smarrisce: tornato al ruolo originale, si è esaltato. Ekdal non sarà mai un Torreira, ma possiede sagaccia tattica, equilibrio, piede morbido e spirito di sacrificio: il suo esordio dal primo minuto ha cambiato radicalmente aspetto e prospettive della squadra intera.
Che dire, poi, di Saponara? Un vero peccato la sua uscita anticipata per un guaio fisico: anch’egli è intelligente, dotato di tecnica, adatto sia al passaggio breve, sia – vedi l’imbeccata per Defrel per il gol del vantaggio – al lancio lungo. Altro che Ramirez.
Eppoi Tonelli, altro rinforzo dell’ultima ora: sarà che conosceva a fondo sia le idee tattiche di Giampaolo sia (come ex) pregi e difetti del Napoli, fattostà che ha puntellato alla grande la retroguardia. Vero, è alta la sua propensione agli infortuni, ma – come sostiene il mister – una ventina di presenze stagionali sarebbe già sufficiente per un salto di qualità.
Per finire, Defrel, il cui curriculum come cannoniere non ispirava alcuna fiducia. Gli sono bastati 90 minuti per respingere al mittente qualsiasi paragone con Zapata e per convincere anche gli scettici blu(cerchiati) sul suo valore. Quel missile all’incrocio non può essere una casualità, ed è stata pure apprezzabile la sua presenza in area per sfruttare al meglio l’assist di Quagliarella. Ma è un’altra la sua qualità che – ne siamo persuasi – avrà entusiasmato Giampaolo: la disponibilità a sacrificarsi in copertura e a correre dietro tutti gli avversari, come un mastino assatanato.
I giudizi sugli individui suggeriscono un lusinghiero commento riguardo al mercato sampdoriano, che aveva suscitato perplessità a josa. Sarà meglio aspettare qualche riprova, ma prepariamoci tutti a cospargerci il capo di cenere: il timore di aver preso una cantonata collettiva è alto.
Due parole conclusive su altrettanti riconfermati. Davanti a Quagliarella, di cui si temeva un fisiologico tramonto dovuto all’età, occorre inchinarsi. Solo un campione cristallino può ostentare la fantasia che l’ha condotto a quel fantastico colpo di tacco e il raziocinio emerso quando, in piena area, ha resistito alla tentazione di tirare per servire il meglio piazzato Defrel. Lunga vita, magico capitano!