Parte sinistra della classifica e bilancio leggermente in positivo. Gli obiettivi di inizio stagione della Sampdoria sono stati raggiunti, Ferrero ha fatto centro.
Nel “ciapanò” che ha caratterizzato gli ultimi due mesi di una serie A insulsa, la Samp si è particolarmente distinta, trovando però avversarie degnissime e capaci di regalarle ugualmente un posto sole, quel decimo posto che è valso al Viperetta tre milioncini di guadagno extra. Quattro miserrimi punticini incamerati nelle ultime otto gare sono bastati a Torreira e C. per mantenersi nella colonna a sinistra della classifica: piazzamento che nessun supproter, neppure il più ottimista, avrebbe osato prevedere lo scorso agosto, sulla scorta dell’annata precedente, travagliata al massimo e non priva, addirittura, di rischi di retrocessione.
Una fetta di tifoseria,a adesso, mostra smorfie eloquenti e si professa delusa per non aver raggiunto il Toro, altra formazione da tempo in caduta libera, ma il crollo registrato dai blucerchiati verso l’epilogo non deve fuorviare a livello di commento stagionale complessivo, da considerarsi ben più che sufficiente. Dopo tutto, non c’è un dato è in controtendenza: il 2016 si è chiuso col segno “più” quanto a bilancio economico, le prospettive indicano ulteriori plusvalenze, la quotazione complessiva dell’organico è in costante crescita e il risultato sportivo non è stato affatto disprezzabile.
Sampdoria ok: i meriti della società

Merito di una società che si è data strutture stabili e solide ed un’organizzazione esemplare se rapportata a quella dei club pari livello, ma anche di un allenatore che ha risposto pienamente alla “mission” ricevuta: far crescere e valorizzare una pattuglia di giovani giunti a Genova come incognite e rivelatisi cammin facendo calciatori degni della massima attenzione.
Qualche errore è stato commesso. Il più grave è la stipula, vecchi di due mesi, del prolungamento d’ingaggio a favore di mister Giampaolo. Vero che all’epoca si sentivano temibili sirene provenienti in particolare da Firenze, ma il rinnovo sino al 2020 a cifre importanti costituisce un eccessivo rischio di impresa. Senza contare che l’assicurazione sul futuro medio-lungo, invece di galvanizzare l’interessato, lo ha forse svuotato di stimoli, contribuendo all’incolore finale di stagione.
E’ arduo, ora come ora, preconizzare le mosse del mercato estivo, comunque ispirate dall’allenatore, ma non ci vuole un grande esperto di calcio per affermare che occorrerà ricostruire da zero il settore dei laterali arretrati (autentico punto debole) e acquistare un terzo centrale difensivo.
Nel reperto mediano servirà un rinforzo in grado di garantire anche qualche gol, visto che gli elementi forti nella copertura non mancano di certo. In molti auspicherebbero l’arrivo di due centrocampisti laterali in grado di favorire un cambio di modulo, ma l’integralista Giampaolo difficilmente ci sentirà da quest’orecchio: il 4-3-1-2 è e resterà la sua stella polare.
Di sicuro si insisterà su Praet, confidando che una sua pur ritardata esplosione consenta di scongiurare una minusvalenza sul successo mercato, ma il giovane belga rischia di restare un oggetto misterioso ed un equivoco.
Il capolavoro sarebbe tenere Torreira
Certo, bisognerebbe confermare Torreira, anche notando che il calo della Samp in tempi più recenti è coinciso perfettamente con una sua flessione. Nessun altro giocatore è importante quanto lui nell’economia della squadra: ergo, sarebbe un colpaccio da maestri persuadere il procuratore a non insistere sula cessione del “gioiello” tascabile. Da Pescara arriverà il promettente Verre, che però ha diversissime caratteristiche e non potrebbe sostituire integralmente l’uruguagio.
Sul fronte mezze punte è necessario uno sfoltimento. Probabile che Giampaolo, alla fin fine, punti ancora du Fernandes, che a neppure 23 anni appare il più ricco di margini di miglioramento.
In attacco continuano i lavori in corso. Scontate sono la riconferma di Quagliarella – di gran lunga il più redditizio tra le punte doriane nell’annata agli archivi – e la partenza di Budimir, rivelatosi non all’altezza della situazione.
Schick e Muriel: il mercato della Sampdoria è (quasi) tutto qui

Quanto ai due “big”, rischia fortemente di materializzarsi un’inversione dei programmi. A lungo si indicava Muriel come il sicuro partente, ma il mercato che lo riguarda non sta esplodendo, anzi, e nel contempo il ragazzo ha reiterato le sue manifestazioni d’amore verso la Sampdoria. Ferrero aspetta ancora un’offerta corposa, anche tenendo conto dei 27 anni del colombiano, ma non è disposto a scendere sotto una certa cifra. Luis è destinato a restare in bilico per tutta l’estate.
Schick invece ha le valigie pronte. Lo vogliono in molti, ma lui è ormai orientato verso la Torino bianconera: sarà probabilmente il vice Higuain e rileverà Pjaca nell’organico di Allegri. Il progetto di confermarlo per un anno ancora alla Samp sta abortendo sia per la volontà del club acquirente, sia per i legittimi dubbi di Giampaolo, timoroso di trovarsi a disposizione un giocatore già con la testa altrove. E l’ultimo mese piuttosto incolore del ceko non ha certamente fugato certe perplessità.
Ovvio, si cercherà un sostituto all’altezza: il trainer blucerchiato preferisce le punte di manovra, ma l’ultimo campionato ha dimostrato che almeno per la panchina un uomo d’area, capace anche di destreggiarsi contro difese folte e chiuse, servirebbe come il pane.