Marco Ferrera analizza il momento della Sampdoria dopo la vittoria in rimonta di San Siro. Quagliarella è capitano di nome e di fatto.
Una squadra che ha il gusto di giocare a calcio e che nel giro di due mesi è stata corsara per due volte a S.Siro, fatto che non accadeva nella stessa stagione dal campionato 1996-97, quando l’undici guidato da Eriksson s’impose contro le milanesi.
I tifosi si stropicciano gli occhi per i ragazzi blucerchiati, che nelle ultime nove giornate, dopo l’immeritata sconfitta di Bergamo contro l’Atalanta, hanno cambiato marcia , ottenendo venti punti, frutto di sei vittorie, due pari e la sola sconfitta di misura contro la corazzata Juventus, con le perle dei successi contro le milanesi e la Roma, non tralasciando la seconda vittoria stagionale nel derby.
Una Sampdoria da rimonta
Stupisce dei “Giampaolo’s boys” la capacità di recuperare risultati negativi, in stagione è già capitato molte volte e ieri sera Quagliarella e compagni non si sono demoralizzati neanche davanti ai due pali colpiti dallo stesso attaccante e da Fernandes, nel corso di una prima frazione in cui i nerazzurri hanno capitalizzato solo grazie ad una sfortunata deviazione alle spalle di Viviano di Bereszynski su conclusione di D’Ambrosio. Un primo tempo in cui la Samp ha sofferto davvero poco ed ha sempre dato l’impressione di poter far male alla squadra che Pioli negli ultimi tempi aveva guidato a risultati importanti ed alla risalita in classifica; eppure l’undici di Giampaolo tornava negli spogliatoi con la consapevolezza, ad onta dello svantaggio, di potersi giocare ancora tutte le sue carte.
Così è stato e nella seconda frazione Torreira e compagni sono stati capaci di ribaltare il risultato in casa di una formazione alla ricerca di punti pesanti per la qualificazione europea: arrivato molto presto il pari, con il solito letale Schick bravo nel tap-in vincente dopo incornata di Silvestre, la Samp ha sofferto a metà tempo la spinta dei nerazzurri, realmente pericolosi solo con Perisic e con Icardi che, travestitosi da Egidio Calloni (attaccante del Milan anni settanta n.d.c.), ha incredibilmente alzato una palla che doveva solo essere sospinta in rete dopo percussione di Candreva. Ma sul piano della manovra si è fatta preferire la Samp, apparsa una squadra a differenza dei padroni di casa, con un gran possesso palla nella zona nevralgica del campo e con rapide verticalizzazioni tra le linee, dove Alvarez nell’ultima mezz’ora ha fornito un buon contributo in sostituzione di Fernandes.
Torreira è stato bravissimo nell’ennesimo pressing vincente sul portatore di palla nerazzurro, con il break che ha portato a sei minuti dalla fine alla concessione della punizione dal limite, per fallo di Medel ai suoi danni ; la punizione di Alvarez è stata smorzata dal gomito largo dello sciagurato Brozovic, inducendo il direttore di gara alla concessione del sacrosanto rigore che Quagliarella ha trasformato con una bordata sotto la traversa di Handanovic.
Giampaolo ha azzeccato tutto

Ancora una grande soddisfazione per mister Giampaolo, che si gode partita dopo partita la crescita dei suoi gioielli al pari del presidente Ferrero e dei tifosi , è bello vedere giocare questa squadra senza primedonne, dove tutti si aiutano a vicenda e dove anche chi subentra o gioca meno dimostra di aver recepito al meglio i dettami del tecnico di Bellinzona.
Viviano al rientro ha risposto presente nelle occasioni in cui è stato impegnato, la coppia centrale difensiva si è confermata come una delle migliori del campionato, con Silvestre determinante anche in area avversaria, con l’incornata che ha portato al gol di Schick e Skriniar che ha messo la museruola al temutissimo e spesso letale ex Mauro Icardi, con alcune chiusure degne di un difensore dal sicuro avvenire.
Sulle fasce presto infortunato a destra Sala è subentrato il polacco Bereszynski , autore di una buona prestazione, condita anche da alcune chicche in fase di costruzione, giocatore dai margini di miglioramento e dalla grande velocità, sfortunato nella deviazione che ha portato al vantaggio nerazzurro; a sinistra ha giocato a sorpresa Dodò, ex nerazzurro, che pur palesando una condizione atletica insufficiente figlia dello scarso impiego non ha demeritato prima di arrendersi ai crampi, sostituito nel finale da Regini.
E’il centrocampo la forza della Sampdoria

Ma dove la Samp ha vinto la partita è stato a centrocampo, dove Linetty, dopo un primo tempo in sordina, è cresciuto come rubapalloni, al pari di Barreto, autore di una prestazione da incorniciare sia in fase di costruzione ma soprattutto di rottura, un autentico sette polmoni al pari di Torreira, che nella ripresa è diventato l’autentico padrone del centrocampo, accoppiando quantità a qualità, un giocatore che la dirigenza blucerchiata dovrà fare di tutto per trattenere , a mio avviso il più importante ed insostituibile nello scacchiere di Giampaolo, decisivo come detto in apertura nell’azione che ha poi portato alla punizione di Alvarez, dalla quale è scaturito il penalty decisivo.
Nel ruolo di trequartista si sono alternati Fernandes ed il redivivo Alvarez: il portoghese, reduce dall’eurogol con l’under 21 lusitana contro la Germania, si è visto come spesso accade a tratti ma ha il merito di aver colto un palo clamoroso al tramonto del primo tempo, mostrando le sue grandi capacità balistiche, l’argentino spesso troppo lezioso entra però di diritto tra i protagonisti per la punizione sopra descritta.
Sampdoria: Quagliarella capitano di nome e di fatto
In attacco mancava Muriel, infortunatosi in nazionale e probabilmente perso per il finale di stagione ma la Samp non ha mostrato di risentirne: Schick, non particolarmente ispirato nel primo tempo, ha però incantato il “Meazza” con alcune giocate sontuose ( non è da tutti fare un doppio tunnel a Miranda…) e si è rivelato il solito cecchino implacabile in occasione del pari, un capitolo a parte merita lo splendido Quagliarella, capitano di nome e di fatto, attaccante ,uomo ovunque e simbolo di questa Samp frizzante dei giovani dove lui, uomo di grande esperienza e prossimo trentacinquenne, ha scaraventato alle spalle di Handanovic un pallone pesantissimo dagli undici metri che è valso il meritato successo per una squadra che in molti non credevano capace di una crescita così esponenziale: Giampaolo modestamente a fine partita ha elogiato i suoi e la crescita del gruppo ma il principale artefice è proprio lui e bene farà la società a dare assoluto credito ad un tecnico che si sta rivelando l’autentico valore aggiunto della società di Corte Lambruschini.