Non segna da quasi due mesi e nelle ultime uscite è stato tra i peggiori. Simeone è in crisi e il Genoa non sa più segnare, sarà un caso?
Non, non lo è. Perché Simeone per il Genoa di Juric era un riferimento offensivo importante. I compagni sapevano che in area di rigore il suo istinto era decisivo. L’importante era arrivare nei pressi dei sedici metri e infilare il pallone tra le maglie avversarie, lui si sarebbe inserito e poi l’avrebbe messa dentro. A soli 21 anni ha segnato 10 gol in serie A, e dire che con Pavoletti doveva giocare solo scampoli di partita. Così non è stato perché il bomber, ora a Napoli, ha vissuto mesi in infermeria lasciando spazio al giovane argentino che ha sfruttato alla grande l’occasione.
Genoa: Simeone è in crisi

Tutto sembrava andare per il meglio, ma negli ultimi due mesi qualcosa è cambiato. Simeone non segna dal 29 gennaio quando con la sua doppietta riacciuffò la Fiorentina (3-3). Poi sette gare senza infilare il pallone in rete, due mesi senza assaggiare la gioia del gol e il Grifone si è fermato. Sassuolo, Napoli, Pescara, Bologna, Empoli, Sampdoria e Milan hanno fermato il Cholito e tutto il Genoa che nel frattempo ha cambiato allenatore. Con Mandorlini in panchina ancora niente gol, ma non è solo colpa di Simeone.
Il nuovo tecnico lo ha provato in coppia con Pinilla, esperimento fallito. I due non si risparmiano mai, si battono su tutti i palloni ma uno è costretto sempre ad allargarsi, situazione innaturale per un bomber di razza. A San Siro si è scelto di tornare al tridente ma la mentalità del Genoa è quella del “non prenderle” e quindi là davanti arrivano palloni con il contagocce. Il problema dell’attacco è grave, la crisi di Simeone anche. Il Genoa deve trovare una cura per allontanare la crisi in cui è sprofondato e rilanciare il suo talento più brillante.