Il Genoa batte l’Empoli e allontana definitivamente l’incubo retrocessione. Ora c’è il derby, da vincere per impreziosire la stagione.
Non è più un oggetto misterioso e neppure un cruccio per Enrico Preziosi, che lo aveva ingaggiato in prestito biennale con la convinzione di essersi messo in casa un crack. Oliver Ntcham, dopo mesi e mesi trascorsi in naftalina, deve ancora sudare per una maglia da titolare, sinora negatagli, ma il ruolo di “jolly” o di dodicesimo giocatore che mister Mandorlini ha ritagliato per lui continua ad essere foriero di clamorose imprese. Il transalpino, con un paio di giocate di altissimo livello, ha apposto il proprio autografo sulla salvezza del Grifone, che due settimane or sono pareva a serio rischio.
Il nuovo Genoa di Mandorlini è granitico

Così il Genoa, che ad Empoli avrebbe sospirato di sollievo alla conquista di un punto, si trova in tasca un successo in tutto rispondente allo sviluppo di una gara che ha visto i toscani vincere nel possesso palla ma soccombere nella qualità e nell’incisività delle giocate, due delle quali fatali e, per contro, esaltanti per i rossoblù.
Burdisso e compagni hanno assimilato a tempo di record la mentalità introdotta dal nuovo tecnico, ben più pragmatico del suo predecessore, che aveva deciso di… morire ma di non abiurare le proprie teorie tattiche. Il ravennate non è entusiasta del 3-5-2, ma ha subito capito che nessun altro modulo avrebbe tolto il Genoa dalle panie di una crisi profonda, di gioco e di risultati. Quando la casa brucia, occorre prima spegnere il fuoco, cercando di salvare il salvabile: così è stato col Bologna e a maggior ragione in terra toscana, dove i rossoblù hanno interpretato alla perfezione la gara: difendersi con ordine, concedere raramente spazi agli avversari, sfruttare a propria volta gli sbilanciamenti dell’Empoli, bravino a girar palla ma inerme in avanti e non insuperabile in difesa se preso in velocità.
Vero, è occorsa una produzione industriale di opportunità per spuntarla in extremis grazie a due centrocampisti (Hiljemark, a proposito, è parso in netto progresso), capaci di ovviare alle amnesie di una coppia gol rimasta ancora all’asciutto. Mandorlini intende insistere sul contemporaneo impiego di Pinilla e Simeone, che stanno ripagando la sua fiducia a livello di impegno e sacrificio, ma non di produttività offensiva.
Genoa: ora sotto con il derby

E se i due bomber si fossero tenuti in serbo una pallottola da sparare nel derby? Già, si avvicina la partitissima, che non vede il Genoa nel ruolo di favorito ma neppure in quello di sicuro sconfitto. Il trionfo di Empoli ha moltiplicato in misura esponenziale la fiducia e la serenità nel gruppo caro al Joker, che appare in grado di restare in partita sino alla fine e di sgambettare l’avversario per antonomasia, lanciatissimo in classifica e con qualche freccia in più al proprio arco.
Mandorlini, per nulla fuorviato dai tre punti appena incamerati, ordinerà prudenza, attenzione, tranquillità e punterà sulla fase difensiva, conscio che i “cugini” da sempre faticano se costretti ad agire in spazi stretti. I chiari progressi manifestati dai tre gendarmi Izzo, Burdisso e Munoz corroborano la fiducia generale. Improbabile, d’altronde, che il Genoa cerchi di comandare la partita con un centrocampo privo di mediano e regista e non certo impreziosito da Cataldi, Rigoni e Lazovic, i peggiori a Empoli. Chissà se l’atmosfera magica della stracittadina stuzzicherà l’orgoglio di questi giocatori, ben lontani dal proporsi come punti di forza.