Il Genoa e l’ennesima rivoluzione di Preziosi

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Via Juric, dentro Mandorlini, ma la rivoluzione non finisce qui. Donatelli è il nuovo ds, Preziosi ha di nuovo cambiato tutto il Genoa.

La “manita” incassata a Pescara ha cancellato le residue incertezze – più di altro di carattere affettivo – che avevano frenato il presidente Preziosi. Un tracollo di storica entità, che non poteva non essere seguito dall’esonero di Ivan Juric: decisione dolorosa, ma forse assunta in netto ritardo, visto che certe avvisaglie erano state già avvertite da diverse settimane.

Genoa: la rivoluzione di Preziosi e le colpe di Juric

Juric e Preziosi alla presentazione del nuovo tecnico del Genoa
Juric e Preziosi alla presentazione del nuovo tecnico del Genoa

Il popolo genoano ha giustamente risparmiato – sia all’aeroporto Colombo domenica sera, sia sui social –  al croato insulti e critiche, riconoscendone la correttezza e l’onestà professionale e rimarcando una realtà incontestabile: non è lui il principale colpevole dello sfascio in cui è sprofondata la compagine rossoblù.

Certo, neppure Ivan è esente da colpe. La squadra è atleticamente sulle ginocchia e quella sua fedeltà al modulo con centrocampo a quattro è apparsa da tempo un controsenso, preso nota delle pessime prestazioni e dei negativi risultati. Impossibile però trascurare che il Genoa dei primi mesi di campionato, quello capace di recite convincenti e di vittorie prestigiose, era forte di elementi di spicco come Rincon, Pavoletti (pur a mezzo servizio), Veloso, Perin. In un breve lasso di tempo la struttura fondante della squadra si è smaterializzata un po’ per via di infortuni ma anche per certe scelte di mercato a dir poco discutibili. I fatti confermano le tesi dei meno ottimistici: dalla sessione invernale il Genoa è uscito ulteriormente indebolito.

Da qui a prefigurare un crollo del genere, però, ce ne passa. Juric ci ha messo del suo, ma era anche prevedibile, almeno in parte, che di fronte ad una realtà peggiorata a questi livelli un tecnico neofita della serie A affondasse miseramente. Tra gli innumerevoli errori della società, dobbiamo inserire la mancanza di un direttore sportivo. Non serviva un ulteriore uomo mercato – Milanetto e Fabrizio Preziosi sono più che sufficienti sotto quest’aspetto – ma un uomo cuscinetto che fungesse da collegamento tra squadra e dirigenza e, soprattutto, affiancasse e consigliasse il giovane mister nei momenti più turbinosi.

Dopo Mandorlini, arriva anche Donatelli

Mandorlini allenerà il Genoa dopo l'addio di JuricConscio dello sbaglio, il Prez è corso ieri ai ripari ingaggiando Mario Donatelli, che ha giocato al calcio a buon livello, ha guidato le giovanili genoane nei momenti d’oro, conosce il mestiere e la realtà rossoblù in tutte le sue complesse sfaccettature. E’ lui il partner di Andrea Mandorlini, il prescelto del Joker per risollevare morale e gioco, mettere definitivamente in cassaforte la salvezza e provare ad impostare un lavoro in prospettiva. Non è criticabile, anzi, l’opzione del patron, che ha deciso di respingere le idee di un traghettatore – con Reja e De Canio sul trespolo – e soprattutto di una soluzione interna – Stellini, chi se non lui? – che avrebbero esposto a qualche rischio e si sarebbero comunque esaurite in qualche mese, solo per l’emergenza.

Il ravennate è un tipo di spiccato carattere: ogni tanto va oltre le righe nel comportamento, ma su professionalità e talento di allenatore non esistono dubbi di sorta. In due circostanze non è stato simpatico nei confronti del Grifone, sicché sarà atteso al varco dai tifosi più oltranzisti e dalla memoria più viva, ma in presenza di risultati – a livello di classifica e di spettacolo – il passato si dimenticherà facilmente. D’altronde, il Joker, da troppo tempo avaro di elogi nei confronti di una tifoseria sin troppo paziente – ha cacciato l’allenatore di gran lunga più amato e produttivo degli ultimi decenni rossoblù in spregio al sentimento popolare: figuriamoci se poteva tenere nella pur minima considerazione gli umori della piazza nei confronti di Mandorlini.

Il nuovo mister, di sicuro, ha l’esperienza ed il “polso” necessari ad invertire la rotta scongiurando il peggio. Il suo Genoa partirà dal modulo 3-5-2 che meglio si sposa con le caratteristiche dei centrocampisti in organico, nessuno dei quali ha vocazione alla regìa e alla fase di filtro. Giocherà una punta in meno, ma dato il bilancio terrificante dell’attacco a tridente, non sarà una gran perdita e in compenso la squadra assumerà ben altro equilibrio. Il resto del lavoro avrà soprattutto effetti di ordine psicologico: la squadra non crede più in se stesso, va rianimato al più presto, e solo un timoniere navigato è in grado di assolvere al compito. Mandorlini non ha la bacchetta magica, ma il  curriculum vitae depone a suo favore: merita rispetto, attenzione, appoggio e non scetticismo preconcetto. Guardando anche al dopodomani, Preziosi non poteva compiere scelta migliore.

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