Il Verona di Mandorlini non vuole smettere di stupire. Le cessioni di Romulo e Iturbe, due delle sorprese più positive dello scorso campionato, hanno indotto molti esperti a ritenere gli scaligeri una squadra da parte destra della classifica. Ma l’inizio di Toni e compagni non sembra confermare queste supposizioni. 7 punti in 3 partite e terzo posto solitario in classifica, dietro alla coppia di testa Roma-Juventus: 0-0 a Bergamo all’esordio, 2-1 in casa con l’ostico Palermo di Iachini che ha fermato Samp e Inter, 1-0 in trasferta a Torino domenica scorsa.
Per il Genoa quindi, una trasferta tutt’altro che semplice, proprio 3 giorni prima del Derby. Ma se il calendario riserva al Grifone il match più delicato dell’anno, non è certo clemente con i gialloblù, attesi sabato dalla Roma, all’Olimpico. Una Roma che avrà sicuramente la testa alla Champions League, dato l’imminente impegno in casa del Manchester City di martedì prossimo, ma resta comunque un avversario di gran lunga superiore sulla carta. Mandorlini potrebbe scegliere la migliore formazione disponibile per la gara contro il Genoa, per poi magari fare un po’ di turnover nella sfida ai giallorossi, contro cui potrebbe rivelarsi inutile schierare gli elementi di maggiore qualità. Sarà tutto deciso dalla rifinitura pre-partita.
Schieramento: 4-3-3
Difesa: il portiere Rafael, decisivo nell’ultima gara di Torino dove ha parato il rigore del possibile 1-1 a El Kaddouri, ha sofferto un fastidio muscolare nell’allenamento di ieri pomeriggio e non è stato nemmeno convocato per affrontare i rossoblù: tra i pali ci sarà il suo secondo, l’esperto Benussi, che però non gioca una partita in Serie A dalla stagione 2012-2013, quando militava nel Palermo poi retrocesso in B. Mandorlini potrebbe confermare 3 dei 4 difensori visti contro i granata, cioè Moras e Rafa Marquez al centro e Brivio a sinistra, con l’inserimento a destra del croato Martic, assente a Torino a favore di Sorensen, con cui resterà comunque in ballottaggio fino all’annuncio delle formazioni ufficiali.
Centrocampo: assente Hallfredsson, rimasto vicino alla famiglia dopo la morte del padre, a guidare il terzetto della mediana veronese sarà ancora il greco Tachtsidis, arrivato in Italia grazie al Genoa ma mai sceso in campo con la maglia rossoblù: due anni in prestito, poi la cessione in comproprietà alla Roma di Zeman, quindi il riscatto e lo scambio con Francesco Lodi. Ai suoi fianchi ci saranno il nazionale marocchino Mounir Obbadi, tra i più positivi nelle prime uscite, e Artur Ionita, match-winner dalla panchina a Torino e primo giocatore moldavo a segnare un gol nella storia della Serie A. Due elementi che aspirano fortemente a essere le prossime carte vincenti del mazzo di Mandorlini.
Attacco: l’unica certezza ha un nome e un cognome: Luca Toni. L’ex genoano, che sta vivendo una seconda giovinezza all’età di 37 anni, è inamovibile al centro dell’attacco del Verona. Capire chi ci sarà sugli esterni è un autentico rebus. Se i nuovi acquisti Javier Saviola e Nico Lopez non sono ancora pronti per esordire dal primo minuto, come sembra, ci sono due maglie per tre candidati: Christodoulopoulos, Juanito Gomez, e un altro grande ex, Bosko Jankovic, che stando ad alcune voci filtrate dagli allenamenti di Peschiera potrebbe essere l’uomo destinato alla panchina. C’è anche una piccola possibilità di vederli tutti e 3 in campo, con Christodoulopoulos arretrato a centrocampo al posto di Ionita, e Jankovic e Gomez a supporto di Toni.
Mattia Cutrone